di Alessandro Mastroluca
Suonala ancora, Stan. Assume connotazioni umilianti il doppio 61 che vale la quinta vittoria di fila su Berdych, la nona in 14 precedenti. Il ceco, che ha perso 5 volte su 5 il match d’esordio al Masters, non è mai entrato in partita contro un avversario che certo non è arrivato a Londra al meglio della forma (ha perso 4 delle ultime 5 partite) ma per un’ora è tornato a giocare ai livelli dell’Australian Open. “Ho provato a dimostrare a Roger che sono pronto per la finale di Coppa Davis” ha scherzato.
Il 95% dei punti con la prima parla da solo per Stan, che non ha concesso palle break e si prepara a scombinare la lotta per la semifinale nel girone A in attesa del match serale tra il campione in carica, Novak Djokovic, e il debuttante Marin Cilic.
Parte subito forte Wawrinka, terzo svizzero a qualificarsi per le Finals dopo Roger Federer, che ha aperto ieri la sua 13ma partecipazione consecutiva, record assoluto nella storia del tennis, e Jakob Hlasek, che raggiunse la semifinale nel 1988 perdendo da Becker dopo aver battuto Lendl, Agassi e Mayotte. Vola 5-0 in meno di 20 minuti e ha anche la palla break del bagel nel sesto game, che Berdych apre con il 191mo doppio fallo della sua stagione. Il ceco però evita il terzo 0-6 in poche settimane dopo l’umiliante finale di Pechino e il quarto di Shanghai con un ace mentre la fidanzata Satorova scuote la testa in evidente disapprovazione.
Wawrinka però non si distrae e certifica il 6-1 in 24 minuti di match, se di partita si può parlare. In effetti, certe cose si fanno in due, ma Berdych è poco più di uno sparring partner, e la scena non cambia nel secondo set. Concede tre palle break nel terzo gioco, la prima con un doppio fallo che sa davvero di resa soprattutto mentale, ne salva due, ma alla terza il sorpasso arriva. E fa calare anticipatamente il sipario sulla partita. Dopo il primo game, infatti, Stan infila un parziale di sei giochi a zero contro un Berdych sempre più confuso, che sta cercando un nuovo coach e ha anche avvicinato Ivan Lendl, che però ha rifiutato. E sul web è partita la gara a indovinare il grande nome da affiancare al tedesco: si va da Sampras a Hewitt, da Tommy Haas a Annacone a Tim Henman, il campionario è ampio.
Al ceco non resta che consolarsi con i numeri. Perché è vero che ha sempre perso il primo match al Masters, ma finora il secondo l’ha sempre vinto. La storia si ripeterà anche fra due giorni?
Nel match di doppio che ha aperto il girone A e la seconda giornata, Alexander Peya e Bruno Soares hanno sconfitto 63 36 12-10 Jean-Julien Rojer e Horia Tecau, al Masters per la prima volta in coppia. Peya e Soares si sono portati avanti 4-0 nell’intensissimo super tiebreak durato 17 minuti, ma Rojer e Tecau, che hanno vinto 8 titoli quest’anno, rimontano. L’olandese salva un match point sull’8-9 con una perfetta volée, poi è il turni di Soares di piazzarne una vincente di rovescio al termine di un lungo scambio per neutralizzare una palla match. Per la coppia austrobrasiliana, che ha vinto il titolo al Queen’s e a Toronto, è la 43ma vittoria in stagione.
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