Diario di Bordo da Rio de Janeiro (6)

da Rio de Janerio, Fabio Possenti (Foto Possenti)

È sabato, il che nel tennis significa giornata di semifinali.

Un contrattempo mi impedisce di assistere a tutte le partite, quindi sono costretto a fare una scelta:

opto per il match che più ci interessa da vicino, Burnett-Nara, e per la sfida tutta spagnola tra Nadal e Andujar.

Mi reco al Jockey Club a mezzogiorno, la giornata è calda ma non eccessivamente, con qualche nuvola qua e là a portare un po’ di refrigerio.

In tribuna ci sono dei ragazzi con dei nebulizzatori che fanno il giro delle tribune per rinfrescare i pochi spettatori presenti e fare pubblicità ad uno degli sponsor del torneo.

E entro sul centrale con la nostra sotto 2-1 dopo aver sciupato 3 palle break consecutive nell’ultimo game.

La partita è combattuta, la nostra forza molto i colpi col chiaro intento di abbreviare gli scambi, forse proprio per via della stanchezza accumulata nei turni precedenti. La giapponese, testa di serie numero 5 del tabellone, si limita a mantenere la palla in campo il più possibile variando ogni tanto il gioco con delle discese a rete in controtempo.

La tattica della Burnett sembra vincente quando opera il break al settimo gioco portandosi in vantaggio per 4-3. Niente di più falso, la Nara infila un parziale di 5 giochi a zero che la portano a vincere il primo set e un break avanti nel secondo (2-0). I giochi sembrano fatti, ma la nostra giocatrice ha una grande reazione e con un parziale di 6 giochi a 1 riporta la situazione in parità chiudendo il set (6-3). A questo punto Nastassja sembra avere la partita in mano e la Nara ne approfitta per uscire dal campo per una sosta fisiologica. Si riprenderà solo dopo 20 minuti. La sosta spezza il ritmo della nostra, la partita rimane combattuta e dei primi 4 giochi, 3 finiscono ai vantaggi. Purtroppo li porta a casa tutti la giapponese. Nasty prova una reazione disperata, che la porta sul 2-4 prima di cedere gli ultimi 2 game.

Un po’ di rammarico per come è finita questa partita, che è sembrata essere alla portata della nostra, forse è mancata solo un po’ di esperienza. Rimane un grandissimo torneo disputato da Nastassja, la quale ha dimostrato di possedere ampiamente il livello di gioco delle top 100, avendone battute 3 tra qualificazioni e main draw, più la Van Uytvanck, destinata ad una carriera di alto livello.

A fine match abbandono il circolo.

Ci torno in tempo per l’inizio del match tra Nadal ed Andujar, che scendono in campo dopo la sorpresa del match precedente nel quale Dolgopolov ha fatto fuori con un duplice 6-4 David Ferrer, testa di serie numero 2 del tabellone e quarto giocatore al mondo.

L’inizio di partita è sorprendente con break in apertura di Andujar. La strategia di gioco di Andujar prevede di essere aggressivo in risposta cercando di rispondere con i piedi dentro al campo anche sulla prima del numero 1 del mondo e trovando spesso il vincente direttamente in risposta sulla seconda.

Nadal non riesce a trovare il ritmo, mentre Andujar è sempre più aggressivo e poco falloso. Sul 4-2 arriva un altro break per il numero 40 del mondo, il quale si aggiudica il primo set col punteggio di 6-2.

Si vede che Nadal non è in giornata, ma nonostante ciò dimostra una grande umiltà ed entra in lotta col connazionale. Nel secondo set deve annullare due palle break pericolosissime prima di piazzare il break che risulterà decisivo per il set (6-3). Il terzo set è una vera e propria battaglia, Andujar è sempre brillante mentre Nadal si aggrappa con tutte le forze alla partita per non farla sfuggire. Ogni game di servizio del numero 1 è una lotta mentre i game di servizio di Andujar filano via lisci.

Senza break si arriva sul 3-3 con Nadal che ha dovuto annullare 4 palle break. Il settimo game, storicamente decisivo, vede il maiorchino procurarsi una palla break, che puntualmente sfrutta. La partita sembra finita, ma non è così, Andujar continua con la sua tattica aggressiva e opera il controbreak, tutto da rifare.

La battaglia continua, senza però che nessuno riesca a togliere il servizio all’altro. Inevitabile la soluzione al tie-break. I primi 5 punti sono altrettanti minibreak con Nadal che è il primo a tenere il servizio (4-2). Andujar riesce ad impattare sul 5-5. Andujar annulla un primo match point sul 6-5, se ne procura uno sul 7-6 prima di trovarsi a fronteggiarne un altro sull’8-7 Nadal. Incredibile come Andujar annulla anche questo match point: scende a rete, il passante di Nadal sembra vincente, ma riesce a metterci la racchetta e a giocare una demi-volée che muore proprio al di là del nastro, un vero miracolo! Entrambi annullano ancora un match point a testa, si arriva sul 10-10, poi sull’11-10 Nadal arriva l’errore di Andujar con un lungolinea di dritto: Nadal è in finale al termine di quello che qui in Brasile definirebbero un “jogaço”!

È il momento della conferenza stampa nella quale Nadal affronta argomenti a 360°: parla della partita (“quando succede che un top player non gioca al meglio e l’avversario gioca alla grande ci sta anche di perdere”), del suo stato di forma (“avevo grandi difficoltà a muovermi in campo”), del suo prossimo avversario (“Dolgopolov ha un gioco particolare, disordinato e per questo imprevedibile, ha battuto 6-1 6-1 un giocatore in forma come Fabio Fognini e 6-4 6-4 David Ferrer, cosa non affatto facile”), delle condizioni di gioco (“sul centrale la palla rimbalza in modo non uniforme, si vede che è un campo nuovo costruito appositamente per questo torneo. Saranno condizioni favorevoli a Dolgopolov!”) e addirittura della situazione che sta attraversando l’Ucraina, paese natale del suo prossimo avversario (“certe situazioni al giorno d’oggi non dovrebbero verificarsi”).

Infine il numero 1 del mondo muove un’accusa durissima alle palle che spesso vengono usate nei tornei: “le Head ATP sono delle palle “senza senso”, è inaccettabile che si usino palle del genere per tornei professionistici! Ma all’ATP va bene così, quindi si continuerà a giocare con queste palle assurde!”.

Dichiarazioni tutt’altro che banali.

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