Diario di Bordo da Rio de Janeiro

da Rio de Janeiro, Fabio Possenti (Foto Possenti)

Da più di un anno mi trovo per motivi di lavoro a vivere a Rio de Janeiro e, da grande appassionato di tennis, non potevo farmi sfuggire l’occasione di seguire la prima edizione del torneo “combined” ATP 500/WTA International che si gioca nella “cidade maravilhosa”.

Oggi prima giornata di torneo, che ha preso il via con le qualificazioni sotto un cielo nuvoloso, ma senza la pioggia che era annunciata dalle previsioni meteo.

A causa di un imprevisto lavorativo, sono riuscito a raggiungere il prestigioso Jockey Club, sede del torneo, solo verso le 12.30. La cornice è splendida, nonostante il Cristo Redentore in alto sembri voler dare le spalle al torneo.

Sbrigate rapidamente le formalità relative al ritiro del pass (a proposito, grazie Alessandro!), mi dirigo verso i campi.

Ero già stato al Jockey Club nell’agosto scorso, quando si disputò un torneo challenger vinto dall’argentino Velotti sullo sloveno Rola. La portata dell’evento ha reso necessarie varie migliorie alle strutture: quello che all’epoca era il centrale, per questo torneo è il campo numero 1, con una capienza ampliata.

Il campo centrale da 8.000 posti è stato costruito ex-novo grazie ad una struttura provvisoria.

Gli altri campi sono disposti a schiera uno di fianco all’altro con una tribuna montata alle spalle, che consente di seguire anche 2 match contemporaneamente.

Tutto sommato il torneo sembra ben organizzato, anche se saltano all’occhio alcune aspetti curiosi, come il fatto che i net delle reti dei campi sono diversi da campo a campo, addirittura uno in plastica sembrava quasi rosicchiato (!!!) o che un addetto si mettesse a bagnare un campo durante un cambio campo approfittando del fatto che stava effettuando analoga operazione sul campo adiacente al termine di un match, col risultato di aver inzuppato metà del campo dove si stava giocando. Del resto è sempre una prima edizione, quindi qualche gaffe la possiamo anche perdonare!

Appena arrivo scopro che Nadal ha terminato da poco la sua sessione di allenamento insieme al giocatore di casa Bellucci. Sui campi di allenamento vedo scambiare Garcia-Lopez e il brasiliano Clezar e sul campo a fianco Francesca Schiavone seguita da Laura Golarsa.

È il momento di entrare sul Centrale: in campo il brasiliano Dutra Silva e l’argentino Arguello. Dopo i primi 3 game, tutti vinti da Arguello, lascio il campo (alla fine scopro che vincerà il giocatore di casa).

Mi reco sui campi secondari dove ci sono due teste di serie in difficoltà: Lajovic (contro Ghem) e Bedene (contro la giovanissima WC Pereira). Entrambi vinceranno in 3 set dopo essere stati uno, il serbo, sotto di un break nel terzo e l’altro, lo sloveno, dopo essere aver risposto per restare nel match sotto 7-5 5-4.

La temperatura aumenta e l’umidità accentua la sensazione termica, decido quindi di andare in sala stampa a rinfrescarmi, mangiare qualcosa e seguire dal mio Ipad la diretta su Supertennis della semifinale di Buenos Aires tra Robredo e Fognini, il quale ci regala un’altra soddisfazione raggiungendo l’ennesima finale consecutiva sulla terra. L’unico rammarico è che arriverà qui a Rio non di certo riposato.

È ora di tornare al tennis dal vivo. Mentre mi avvio verso il centrale, passo accanto ad un campo di allenamento dove sta scambiando Filo Volandri, mi fermo qualche minuto e poi mi reco da Klizan e Hocevar, ennesimo brasiliano impegnato in queste qualificazioni, i quali stanno per disputare il terzo set. Klizan prende due break di vantaggio, ne perde uno e non senza patemi porta a casa il match. Il wifi disponibile per i giornalisti sul centrale (veramente apprezzato!), mi consente di vedere che Nastassja Burnett, unica italiana presente nelle qualificazioni nei due tabelloni maschile e femminile, è avanti 6-4 4-4 sulla giapponese Ozaki. Arrivo in tempo per vedere gli ultimi 2 game della nostra giocatrice che, al terzo match point e dopo aver annullato 3 palle break, chiude la partita sotto gli occhi di Francesca Schiavone, la quale stava aspettando la fine del match per entrare in campo ad allenarsi di nuovo.

Come primo giorno decido che può bastare così e me ne torno verso casa.

Domani si replica, sperando che le previsioni vengano smentite come oggi!

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