Diario di bordo da Roma: Bfd Energy Challenger

Filippo Volandri
di Luca Fiorino (@LucaFiorino24)

Dopo un un lunedì anonimo ed incolore passato tra studio, stesura di articoli di calcio e un Frosinone – Empoli qualunque, nella speranza che Tonev segnasse e mi facesse vincere la prima partita al Fantacalcio, finalmente il giorno che ho tanto atteso durante il weekend è arrivato. Imposto la sveglia alle ore 8:30 ma mi alzo con un anticipo imbarazzante, degno del miglior Paolo Villaggio quando giunse alla stazione con 7 ore di anticipo in attesa del Duca Conte nel Secondo Tragico Fantozzi. Preparo la mia solita colazione rigorosamente a base di latte bianco e gocciole e mi studio l’order of play del giorno. All’occhio mi balzano subito i primi due incontri: Giulio di Meo vs Stefanos Tsitsipas e Matteo Berrettini vs Inigo Cervantes. La domanda sorge spontanea: Giulione si sarà preparato? Staremo a vedere. Mi incuriosisce anche l’avversario, un classe 1998 greco in ascesa, che francamente ancora non mi è capitato di vedere né dal vivo né in live streaming ma di cui avevo già sentito parlare grazie alla rubrica Radar tenuta dai miei colleghi nonché amici Luca Brancher, Salvatore Greco e Daniele Sforza. Mi avvio da casa (abito ad Albano Laziale) per le 9:30 impaurito dal traffico romano e dalla sfiga che mi perseguita quando devo cercare parcheggio. Giungo al Due Ponti dopo 50 minuti. Fortunatamente trovo parcheggio seppur non proprio nelle vicinanze dell’entrata. In attesa del direttore Alesssandro Nizegorodcew con cui passerò un’intera giornata a disquisire tra tennis, calcio e fantacalcio (a proposito, la partita a cui facevo riferimento prima era proprio contro il capo) incontro il grande Roberto Commentucci. Analizziamo quella che è la situazione dei giovani italiani e non solo, trovandomi d’accordo praticamente su tutto. Sempre un piacere parlare con lui e con chi in generale ne mastica di tennis a qualsiasi livello. Arriva il Nize a destinazione. Ci rechiamo dapprima da Berrettini, poi da Giulione che dai boati del centrale sembra stia facendo la partita della vita. Il giovane romano gioca piuttosto bene ma i campi piuttosto lenti e la solidità da fondo del suo avversario sono ancora, purtroppo, un ostacolo ancora troppo grande. E’ incredibile la quantità di prime giocate dallo spagnolo su tutte le palle break affrontate. Quando la partita sembra ormai dirottata verso la vittoria di Cervantes è arrivato il tempo di recarci in terrazza a godere dello spettacolo offerto da Di Meo. Giusto per far capire a chi segue meno di noi “malati” il tennis di livello minore: ultimo incontro challenger in singolare datato luglio 2011 contro Flavio Cipolla. Giulio è in forma, appare centrato con tutti i colpi e nonostante il greco sia giovanissimo, è già molto dotato fisicamente e serve decisamente molto bene. Di Meo però fa valere l’esperienza e la potenza da fondo campo (incredibile come da quel fisico non propriamente esplosivo come alcuni suoi colleghi riesca a tirare certe piastrelle da fondo campo) e infiamma la folla a suon di palle corte, recuperi in scivolata e vincenti di rovescio. Il risultato sarà 6-4 6-4, prima vittoria in un challenger per lui e tanta rabbia da parte mia. Se solo avesse dedicato più tempo alla preparazione fisica ed al tennis in generale… Berrettini cede con onore 6-3 6-4 mostrando qualche miglioramento significativo, soprattutto al servizio. Contemporaneamente il mio grande amico Taro Daniel prendo una discreta stesa da Uladzimir Ignatik. Il mio stato d’animo è lo stesso di ieri quando al minuto 64 la lavagnetta luminosa indicava il numero 19, quello di Tonev. Mi devo riprendere subito, magari vedendo all’opera Delbonis, reduce dalla delusione Davis contro il Belgio opposto a Lorenzo Giustino. Pochi minuti per capire che il dolore per l’eliminazione sembra essere già passato che è già arrivata ora di pranzare. Mi gusto una ventina di minuti di un super Matteo Viola il cui rovescio mi ricorda quello di Granollers e vado col Nize ed amici al ristorante. Ordino un’abbondante pasta fredda e intanto penso a quali interviste posso realizzare. Mentre mi accingo a deglutire l’ultimo fusillo scorgo in lontananza il dio della diagonale difensiva, Giuseppe Favalli, e il giocatore a cui Don Fabio Capello non avrebbe quasi mai rinunciato, Giuliano Giannichedda. La foto è d’obbligo, soprattutto per un nostalgico come il sottoscritto che è ancora alla ricerca delle figurine di Volpi e Poggi.

Favalli Giannichedda

Il tempo di un caffè che incrocio Marco Cecchinato e ne approfitto per fargli qualche domanda. Una stagione straordinaria per il Ceck con una continuità di rendimento a dir poco sensazionale. Subito dopo in vista anche del derby siciliano che vi sarà domani fermo Gianluca Naso, la sua annata è stata anch’essa fenomenale con ben 6 titoli futures e una posizione in classifica di numero 185, inimmaginabile sino ad un anno fa, anche per lo stesso Giallo. Ultimata anche l’intervista al tennista di Trapani mi godo sul campo B l’incontro tra il sempreverde Montanes e Giannessi. Alessandro parte benissimo e si aggiudica il primo parziale per 6-2. Nel secondo set sale in cattedra lo spagnolo che, col suo gran rovescio e una pazzesca solidità da fondo, incamera il secondo set. Giannessi è nervoso e assisto ad una scena che mi era capitata di vedere soltanto d’estate in spiaggia. L’italiano è totalmente insoddisfatto del campo. Sbatte dapprima in maniera furente i piedi per cercare di compattare la terra, poi, perso il game, raccoglie un grande mucchio di terra mostrandolo all’arbitro che lo guarda attonito. Niente da fare, Montanes fa valere una maggiore continuità e porta a casa l’incontro 6-2 al terzo. Si fatica a trovare quasi un posto a sedere, il circolo è colmo di gente. Delbonis ha chiuso la pratica Giustino per 6-1 6-4. Ne approfitto per fare qualche domandina alla testa di serie numero uno che parla un discreto italiano. Dall’altra parte sento dei colpi pesanti, anzi pesantissimi: sta giocando Dusan Lajovic. Opposto al serbo Ruben Ramirez Hidalgo, con la sua solita manica tirata sino alla spalla. Lo spagnolo cede facilmente il primo set, lotta nel secondo ma la superiorità di “Dutzi” è evidente. Il risultato è piuttosto netto: 6-1 7-6 (2). Sul campo 18 si stanno scannando da più di 2 ore Javier Marti e Gianluca Mager. L’italiano gioca bene ma anche sovraritmo e la stanchezza si fa sentire. L’ex talentino spagnolo è concentrato e solido come i suoi connazionali precedentemente e porta a casa l’incontro dopo 2 ore e 20 minuti di pura battaglia agonistica. In attesa del’incontro di Filippo Volandri intervisto Flavio Cipolla. E’ sempre un piacere parlare con Cipo e confrontarsi con lui, non solo di tennis. Mi appropinquo verso il centrale, Volandri è già al quarto game. Il livornese sembra in discreta forma, mi bastano 5 minuti per capire che Zekic durerà poco. Da quando mi affaccio in terrazza il serbo non farà più un game. Il match finisce in appena 46 minuti di gioco, un massacro vero. La giornata sta per terminare, chiacchiero con qualche giudice arbitro e addetto ai campi. Mi sparo un selfie con Filippo Bisciglia, ex concorrente del Grande Fratello e conduttore di Temptation Island. No, non prendetemi per matto. Ogni tanto un po’ di sano trash non guasta mai e, a dire il vero, la sensazione di far rosicare qualche amica amante di questi programmi un po’ mi stuzzica. Vi risparmio la foto per ovvi motivi. Mi gusto l’ultimo set di doppio tra Cecchinato e Di Meo opposti a Dino Marcan e Antonio Sancic, teste di serie numero 1 in doppio. Altra vittoria per Giulione oggi e per un inarrestabile Ceck. Non soddisfatti dell’incontro si trattengono una ventina di minuti a palleggiare ulteriormente per la felicità di Di Meo (si scherza). Ultima chiacchierata di giornata con l’eroe del giorno e posso finalmente tornare a casa. Esco dal circolo e mi imbatto in una scena a cui non avrei mai pensato di assistere: Ruben Ramirez Hidalgo vestito in maniera elegantissima con capello raccolto e, dulcis in fundo, un casco rosa (penso fosse di Hello Kitty ma non ne sono sicuro) tra le mani. Voglio credere fosse di un’ amica anche se al suo seguito non ho visto l’ombra di una donna nel giro di 50 metri. Probabilmente è il casco che Ruben porta dietro nell’eventualità dovesse rimorchiare qualche donzella al circolo. Metodo discutibile ma a quanto pare efficace. Dopo un’ora di traffico romano sono finalmente a casa pronto a raccontarvi la giornata vissuta al Due Ponti. Purtroppo la settimana è ricca di impegni ma spero di tornare presto, almeno un altro giorno prima della finale di domenica.

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