Kei Nishikori, il giapponese che fa tremare gli spagnoli

Kei Nishikori Barcellona

di Fabio Ferro

Non usa rotazioni, non gioca con aperture ampie, preferisce conquistare la riga di fondo e non staccarsene per nessun motivo, eppure Kei Nishikori ha vinto per il secondo anno di seguito il torneo di Barcellona, da anni fortezza inespugnabile di Nadal e colleghi. Quasi uno smacco, uno scacco al Re che anche nel 2014 aveva fatto sperare in condizione superba di Kei, fino alla finale giocata a Madrid contro lo stesso Nadal.

I destini di Rafa e di Kei sembrano legati da una fortuna inversamente proporzionale. L’unico momento di forma buona per entrambi fu proprio durante il Masters 1000 di Madrid nel 2014, quando il giapponese, in finale, rifilò un pesante 6-2 allo spagnolo, brekkandolo anche in apertura di secondo set. Solo la sfortuna condannò Kei a ritirarsi per un infortunio alla schiena, che sapeva tanto di ingiustizia tennistica. Nadal vinse, sapendo che, in condizioni normali, avrebbe perso e lo ammise in conferenza. Se Barcellona 2014 poteva sembrare un caso, la finale di Madrid regalò la certezza di un giapponese a suo agio anche sulla terra più lenta. Tutto era pronto per il Roland Garros, ma la condizione fisica precaria non gli permise di eccellere, anzi. Perse al primo turno contro Klizan con un impietoso 76-61-62, mentre Rafa andava a vincere il nono Roland Garros. Mentre lo spagnolo, poi, cominciava a perdere colpi, Kei ritrovava la strada a Wimbledon, arrivando fino ai quarti di finale, persi sotto i bombardamenti al servizio di Milos Raonic. Nadal si ritira dalla stagione in corso e Nishikori trova una inaspettata Finale agli Us Open, battendo Novak Djokovic in semifinale e cedendo ad un clamoroso Cilic, preciso, potente e ingiocabile.

Il 2015 sul rosso è cominciato esattamente come l’anno precedente, con la vittoria a Barcellona che ha mostrato un Nishikori in ottima forma, fisica e mentale. Ora è tempo di Masters 1000 di Madrid e ci sono mille interrogativi non tanto sulla forma, quanto sulla resa del giapponese rispetto a tornei che lo hanno visto protagonista e che lui stesso dichiara di sentire alla propria portata. Dopo la vittoria in Spagna, infatti, Kei ha dichiarato di voler puntare al Roland Garros e di sentirsi pronto per vincere un torneo del genere. Probabilmente il destino incrociato con Rafa Nadal può ancora fare il suo corso, viso che il maiorchino è molto lontano dalla sua forma ideale e ha mostrato di non tenere livelli altissimi di gioco.

Se Madrid è una possibilità concreta, con l’assenza di Djokovic a spianare la strada al giapponese, quella del Roland Garros, nonostante la candidatura spontanea di Nishikori, è altra storia, ben più complessa e agognata, innanzitutto dal Serbo che, seppur meno inarrestabile del solito, vuole completare il career Slam e non ne fa mistero. Poi c’è Rafa Nadal, che è l’icongita più grande del prossimo Slam. Lui che ha sempre ritrovato condizione a Parigi, anche nei momenti più difficili. Ci si aspetta molto dallo spagnolo, che, per restare nel tennis che conta, deve assolutamente far suo il fortino francese e difendere la sua posizione in classifica almeno con uno Slam, pena una caduta vertiginosa nel ranking. C’è Roger Federer, l’unico che sia riuscito a far suo lo Slam Francese, vinto moralmente a metà con Robin Soderling, e che tennisticamente sembra sempre fresco e pronto alla battaglia, che sia sul veloce indoor o sulla terra outdoor, con la sua imperscrutabile serenità di tennista ultratrentenne e inarrivabile. Ma non finisce qui, perché il gruppo di inseguitori nella Top Ten è più agguerrito che mai, con Berdych finalista a Montecarlo e dal tennis più completo, con Andy Murray che è sempre un tennista da battere e David Ferrer, che ha toccato con mano la Finale Slam, ma senza mai davvero un’opportunità di farla sua. Senza considerare Fabio Fognini, che può giocare il ruolo del Soderling e aprire una parte di tabellone, che sarebbe praticamente scritta almeno fino ai quarti di finale.

Lo Slam è uno sport leggermente diverso dal solito tennis, entrano in campo emozioni e situazioni che sono ben al di sopra delle singole capacità e dei ranking, senza contare che il Roland Garros è il più usurante dal punto di vista fisico. Può essere questa la chiave del Roland Garros per Kei Nishikori. Dal punto di vista tennistico c’è, mentalmente è pronto e sembra più tranquillo che mai, ma sarà il suo fisico a condannarlo ad essere eterna promessa o ad erigerlo a campione maturo.

 

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