La forza di Wawrinka, i dubbi di Nadal

Nadal IBI15 addio

da Roma, Alessandro Mastroluca

Si contano sulle dita di due mani i punti che bastano a raccontare lo spettacolo che un Centrale stracolmo fino a mezzanotte ha vissuto. Stan Wawrinka, in versione molto poco beckettiana, tramortisce Nadal 7-6 6-2. Ma non è l’entità del punteggio a stupire, è il modo che è ancor più autoritario di quanto potrebbe sembrare. Lo svizzero è in modalità Stanimal, e i quattro set point cancellati dal 2-6 nel tiebreak del primo set sono più di una dichiarazione di intenti. Sono un grido di battaglia, un guanto di sfida aperta a chi già preconizzava la semifinale “Fedal”.

Certo, i conti si faranno come sempre a Parigi, perché il Roland Garros è sempre il Roland Garros, e giocare tre set su cinque è un altro sport, soprattutto contro un avversario come il maiorchino che drena energie mentali, prima ancora che fisiche, già dal palleggio di riscaldamento. Tuttavia, stavolta ci arriva senza aver vinto nemmeno un torneo di preparazione sul rosso in Europa, come non gli capitava dal 2004, e con cinque sconfitte in stagione sulla sua superficie preferita.

Questa, poi, pesa di più, perché arriva contro l’avversario che l’anno scorso gli ha tolto l’Australian Open e che oggi ha giocato “alla Nadal”. Dal 2-6 nel tiebreak è cambiato lo spirito, è cambiato l’equilibrio psicologico della partita. Wawrinka ha accorciato scambi e spazi, ha reso il campo di Rafa molto più largo e più lungo, con la collaborazione del maiorchino che in risposta parte già più vicino ai giudici di linea che alla riga di fondo.

Ha provato a rialzarsi, ha provato a combattere, ha avuto anche cinque palle break nel secondo set. Ma su tutte, Wawrinka ha piazzato una prima pesante e ha chiuso col secondo colpo. Non è operazione facile, ma diventa decisiva per aprire crepe, per seminare dubbi, per raccontarsi che anche sulla terra rossa Rafa è battibile, per togliergli un pezzo di quell’aura che due anni fa ha contribuito alla caduta di Djokovic sulla rete dopo uno smash tanto elementare quanto clamorosamente pesante per le possibili implicazioni.

Wawrinka ha giocato la partita perfetta, di dritto e di rovescio, ha giocato sulle righe e le ha trovate, ha stretto le traiettorie e comandato il gioco, sempre e comunque, costi quel che costi. Parigi, adesso, val ben più di una messa. E Nadal non avrà sconti né privilegi, sarà testa di serie numero 7 se ci sarà Raonic, altrimenti numero 6. Nella Francia che ha fatto della grandeur lo spirito nazionale, la storia non conta, perché nessuno la può cambiare e nessuno la può inventare. Ma non è la storia che scende in campo, è il presente con la sua nuvola di dubbi e quell’aura di dominatore che a Parigi è ancora più forte degli stormi di uccelli neri come esuli pensieri nella notte di Roma.

Così le teste di serie al Roland Garros

#1 Djokovic
#2 Federer
#3 Murray
#4 Berdych
#5 Nishikori
#6 Raonic
#7 Nadal
#8 Ferrer
#9 Wawrinka
 

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