Raonic con Ljubo: La Svolta?

di Marco Mazzoni

Non ci sono ancora notizie ufficiali, diramate dai diretti interessati, ma pare proprio che l’ex campione croato Ivan Ljubicic (attualmente anche commentatore di Sky Sport Italia) stia iniziando una collaborazione con il gigante canadese Milos Raonic. I due sono stati visti allenarsi insieme sui campi del Roland Garros, Slam che scatterà domenica prossima, e al quale il canadese è arrivato da solo dopo il divorzio dal suo storico coach Galo Blanco. Non è dato a sapere se la partnership sia solo occasionale, limitata al grande appuntamento parigino, oppure se potrà continuare in futuro. Probabilmente i due hanno iniziato qualche sessione di allenamento per testare la situazione, conoscersi meglio e verificare la compatibilità dei programmi ed il feeling umano, condizione fondamentale per portare buoni risultati in campo. Però la faccenda è di quelle importanti, per vari motivi.

Ljubicic è una persona molto stimata nell’ambiente. Ragazzo sereno, pacato, intelligente, ha saputo trarre il meglio dal suo talento, arrivando al n.3 del ranking Atp con 10 titoli vinti (tra cui il Master 1000 di Indian Wells), battagliando alla grande con campioni come Federer e Nadal, e vincendo anche una Coppa Davis per il suo paese nel 2005. Per le sue capacità umane ha ricoperto per anni cariche in seno all’Atp, tanto che addirittura si vocifera di una sua possibile candidatura (forse prematura) come Presidente dell’associazione giocatori dopo la tragica scomparsa di Brad Drewett lo scorso 3 maggio. Ivan è molto vicino all’Italia, paese che l’ha adottato anni fa quando ancora ragazzino scappò letteralmente dalla guerra dei Balcani, trovando casa a Moncalieri presso le Pleiadi, club da sempre ottimamente gestito dalla famiglia Bucciero e che trainò tutto il nostro tennis per anni. Qua Ivan iniziò la sua crescita personale e la scalata verso il tennis che conta. Fin da quei tempi era molto convinto dei suoi mezzi, e dell’obiettivo da raggiungere: i vertici della classifica mondiale. Ha sempre lavorato con pazienza, in modo produttivo e progressivo, guardando lontano, proprio dove è arrivato. In Italia ha instaurato l’incredibile rapporto con Riccardo Piatti, che è durato tutta la sua carriera e che l’ha portato a soddisfazioni importanti. Ljubicic pare avere tutti i requisiti per diventare un grande coach: visione, intelligenza, pazienza, conoscenza del gioco, lucidità tattica.

Perché Ljubicic potrebbe dare una marcia in più a Raonic? Perché Milos dopo alcuni anni di totale stasi nella sua crescita ha assolutamente bisogno di dare una scossa, di svoltare. Provare cose nuove, dare un diverso e migliore indirizzo al suo tennis. Questo perché il suo tennis (e il suo potenziale) è fermo. Dopo i primi exploit di oltre due anni fa, Milos ha ottenuto alcuni buoni risultati, ma senza apprezzabili migliorie tecnico tattiche e “prendendole” regolarmente dai big player nei big tournament. Resta sempre aggrappato al suo formidabile servizio, alle bordate di dritto, ma al crescere della classifica non si sono viste nette migliorie nelle tante lacune del suo tennis. E qua la mano di Ljubicic potrebbe essere determinante, poiché Ivan negli anni è riuscito con il lavoro a migliorare terribilmente il suo tennis, aggiungendo ad un grande servizio ed uno splendido rovescio tutto il resto. Tutto quello che serviva a diventare un top5.

Molti parlano di Raonic come di un possibile top5, come di un vincitore di Slam, ma ancora la strada da fare è tanta, e parecchio in salita. Il suo rovescio è un colpo assolutamente da rinforzare, come la connessione tra il gioco da fondo e quello a rete, forse il vero punto debole di Milos e che proprio Ljubicic ha sottolineato in telecronaca come lacuna grave. La mobilità, vista la stazza, non potrà mai essere quella di uno scattista, ma siamo ancora molto molto indietro per permettergli di arrivare ai vertici. Nemmeno Ivan era un velocista, ma è riuscito nel tempo a muoversi molto bene in campo, migliorando anche la lettura dello scambio. Raonic deve crescere nella gestione dei momenti della partita, nella lucidità di fare scelte percentualmente meno rischiose, senza l’unico salvagente dell’ace per salvarsi nei momenti difficili e tornare in carreggiata; oppure al contrario riuscendo a ribaltare gli scambi in cui cade in difesa senza annegare nei pressi dei teloni… Deve migliorare anche nelle fase intermedie dello scambio, acquisendo la sicurezza necessaria a farlo girare in suo favore con un big shot ma anche con una palla velenosa, magari con un back di rovescio che oggi non gioca quasi mai o un cross stretto di dritto ad aprire il campo. E in questo Ljubicic è stato spesso monumentale. Nelle fasi di contenimento Raonic diventa troppo difensivo, e in generale si avverte nel suo tennis un atteggiamento troppo conservativo (ecco le accuse a Blanco…), una posizione troppo arretrata ed un attendismo che fa a schiaffi con i suoi punti di forza, la capacità di creare velocità alla palla e trovare il winner. Ljubicic è stato un maestro per come riusciva a giocare sull’uno – due ma anche reggere in difesa (ricordiamo la sua semifinale al Roland Garros, anche se dava il meglio sui campi rapidi).

Ljubicic avrà di fronte un lavoro (se questo rapporto diventerà stabile) mica facile, le aspettative su Raonic non sono poche. Però non c’è un’alternativa al lavoro per crescere e spiccare il volo verso i grandi tornei. Pochi meglio di Ljubicic potrebbero guidarlo in questo percorso difficile, spogliare il suo tennis di orpelli inutili e indirizzarlo verso un gioco più offensivo, razionale, esaltando i punti di forza e cercando di mascherare quelli di debolezza. E soprattutto indirizzare la testa di un ragazzo tranquillo come il canadese a credere nel lavoro, credere nelle proprie potenzialità, isolarsi dalle pressioni e avere pazienza. La pazienza è la virtù dei forti, proprio quello che Ivan ha dimostrato nella sua carriera.

 

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