Signori, ci sono ancora!

Tsonga

di Sergio Pastena

Indovinare stavolta era molto difficile: già, perché vai a prevedere che Jo-Wilfried Tsonga, nel bel mezzo di una delle stagioni per lui più complicate negli ultimi anni, si andava ad inventare il torneo perfetto sbattendo fuori in sequenza Djokovic, Murray, Dimitrov e Federer per andarsi a prendere il secondo Atp 1000 della carriera.

Difficile da pronosticare, ma tant’è: il francese sbanca Toronto e rientra con un sol balzo nella Top Ten, stampando a fuoco il marchio “Danger” per gli accoppiamenti negli ottavi di finale degli Us Open. Già la partita con Djokovic aveva mostrato uno Tsonga molto diverso dal solito: 6-2 6-2 e serbo a casa, un dominio assoluto. Nel match precedente, tuttavia, RoboNole aveva penato contro Monfils e il giudizio non poteva essere definitivo, tant’è che Tsonga ha poi penato contro un buon Murray prevalendo solo al terzo.

In semifinale Jo-Wilfried ha demolito un Dimitrov stanco dalla maratona contro un Anderson sciupone, mentre in finale è stato a dir poco cinico contro King Roger, che seppur con qualche patema d’animo si era fatto strada nella parte bassa del draw. Primo set: Tsonga non ottiene una palla break fino a quando Federer non si ritrova a servire sotto 5-6, dopo aver portato un paio di volte il francese ai vantaggio. Cassius Jo, tuttavia, alla prima centra il set e mette un’ipoteca sul match. Ipoteca che si concretizza al tie-break del secondo parziale, chiuso a quattro.

Altre note sparse sul torneo: Lopez torna Deliciano ed arriva in semifinale sbattendo fuori Berdych e Raonic, due che sul cemento si dice si trovino abbastanza bene. Male Wawrinka, che soffre tantissimo contro Paire e poi va fuori contro Anderson. Malissimo gli americani, che pure non è che fossero presenti in massa: nemmeno uno agli ottavi di finale.

Capitolo Italia: Fognini cede ad Anderson dopo aver battuto Youzhny, ma ci può stare visto come ha giocato il sudafricano prima di tiltare contro Dimitrov. Seppi fa il suo, mandando a casa Schnur e poi tirandosela fino al terzo set con Ivan Dodig, che al primo turno aveva mandato a casa John Isner. Niente infamia, ma dalle lodi siamo ben lontani.

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