Dopo due anni di assenza, Karolina Pliskova è pronta a tornare in Australia. A 33 anni, con alle spalle una lunga sequenza di infortuni e operazioni chirurgiche, l’ex numero uno del mondo affronta l’inizio della nuova stagione senza obiettivi dichiarati e con molte domande ancora senza risposta. Brisbane, Adelaide e poi l’Australian Open: un mese che potrebbe rappresentare tanto un nuovo inizio quanto un ultimo giro nel circuito.
L’ultimo stop serio risale allo US Open 2024, quando la ceca si procurò una grave distorsione alla caviglia sinistra nel match contro Jasmine Paolini, infortunio che rese necessario un intervento chirurgico. A maggio è seguita un’altra operazione, che ha ulteriormente rallentato il suo rientro. Il tentativo di tornare in campo in autunno, nei tornei minori in Portogallo e Turchia, si è rivelato invece prematuro.
“Mi chiedevo se avesse ancora senso”, ha raccontato Pliskova prima della partenza per Melbourne. “Ho pensato che forse non sarei più tornata nei tornei dello Slam. Era davvero difficile: non mi faceva male solo la gamba, ma anche la schiena e il braccio. Mi faceva male tutto. Mi chiedevo: ha ancora senso?”
Dopo qualche settimana, però, qualcosa è cambiato. “Ho iniziato a sentire dentro di me che forse aveva senso” ha spiegato. Pliskova ha rallentato, modificato il lavoro fisico e deciso di concedersi ancora una possibilità, senza forzature.
Il lungo stop l’ha fatta precipitare nel ranking WTA, tanto che oggi è fuori dalle prime mille, ma potrà usufruire della classifica protetta per entrare nei tabelloni principali. In Australia sarà accompagnata dal marito Michal Hrdlička e giocherà il suo dodicesimo Australian Open.
“Sono ancora più entusiasta perché l’anno scorso non sono stata in Australia”, ha detto. “Suppongo che questa possa essere l’ultima volta in carriera. Non ho grandi aspettative”.
La preparazione, almeno nelle ultime settimane, è stata incoraggiante. “In autunno ho iniziato troppo presto. La gamba non era pronta, né il corpo. Anche la schiena ha sofferto”, ha ammesso. “Adesso però ho giocato tutto dicembre senza grandi problemi. Le partite vere sono un’altra cosa, e queste mi mancano tantissimo”.
Nessuna illusione, dunque, ma nemmeno una resa anticipata. “Vedremo come risponderà il corpo. Però penso di essere pronta”, ha concluso Pliskova. L’Australia, per lei, sarà soprattutto un banco di prova: per il fisico, per la motivazione e forse per capire se il tennis professionistico ha ancora un capitolo da scrivere nel suo futuro.