Staccare la spina per ripartire

Stefano Travaglia e Maria Pia Martellini
di Stefano Travaglia (con la collaborazione di Maria Paola Martellini)

E’ passato circa un mese dal primo infortunio eppure le sorprese non sono finite. Sicuramente se qualcuno mi avesse detto che il mio inizio di stagione sarebbe stato coronato da due stop forzati, non avrei trovato la forza di reagire. Tuttavia il tennis non è uno sport che da via libera alle debolezze e solo grazie alla mia grande passione sono riuscito ad affrontare quest’ennesima difficoltà. Inizialmente ho avuto un sovraccarico al tallone che in realtà da quanto emerso dagli studi medici era iniziato già da novembre 2014 proprio durante un challenger in India che mi costrinse al ritiro non potendo nemmeno appoggiare il piede destro. Trascorsi 32 giorni senza poter correre sono tornato carico e pieno di voglia sui campi di Villa Candida a Foligno dove attualmente mi alleno.

Stefano Travaglia
Stefano Travaglia durante una sessione di allenamento alla Tennis Training School di Foligno

Sembrava che il dolore al tallone fosse ormai un lontano ricordo quando invece a causa di una caduta imprevista e banale in allenamento, ho lesionato quattro tendini e lo scafoide della mano sinistra. Questa la risposta medica dopo una lastra ed un’ accurata ecografia, entrambe effettuate subito dopo l’incidente avvenuto in campo. Ovviamente non posso affermare di essermi sentito l’uomo più fortunato della terra, tanti sforzi, tempo e ottimismo sembravano non essere serviti a molto. In questi momenti ciò che fa la differenza è di poter contare sulla propria famiglia, una sicurezza e forse potrei aggiungere un lusso che non sempre ho potuto avere a causa della mia lontananza da casa. Il risultato di tutte le visite è stato univoco: gesso e una pausa di 21 giorni.

Stefano Travaglia con il gesso
Stefano con il braccio ingessato la sera stessa dell’infortunio, nella sua casa ad Ascoli Piceno, con spirito positivo

 

Ogni settimana sembrava essere più lunga: tanta voglia di ricominciare ma allo stesso tempo sentire di non poter far nulla se non aspettare. Per questo motivo ho deciso di prendermi un break dai miei pensieri e svuotare la mente per poter sentirmi sereno e pronto ad affrontare al 100% una stagione non ancora iniziata. La montagna mi è sembrata l’idea più giusta e per la prima volta sono partito non per lavoro ma per una vacanza. Viaggiare per tornei infatti a differenza di quanto si creda, non è assolutamente semplice e il più delle volte non si riesce neanche a vedere la città ma solo il campo.

Stefano Travaglia sulle nevi del Trentino
Stefano sul monte Seceda a 2510 metri, in Trentino Alto-Adige

 

Ora invece sento di potermi ricaricare di energia positiva grazie anche alla mia ragazza che è sempre pronta a starmi vicino. Chiusa questa lunga parentesi, voglio affrontare al meglio i futuri tornei in programma e spero vivamente di poter partecipare al Master 1000 di Roma dato che l’anno scorso mi ha dato grandi soddisfazioni ed è proprio da quei risultati che vorrei ripartire. Sono convinto che la passione, la tenacia ed il coraggio mi consentiranno di raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato.

 

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