Davis: l’Italia in Siberia per difendere il World Group

Seppi Davis Astana

di Lorenzo Andreoli

Messo da parte l’ultimo Slam della stagione, per gli azzurri di capitan Barazzutti è di nuovo tempo di Coppa Davis. Il 18 settembre, infatti, Seppi e compagni, voleranno in Russia con l’obiettivo di tenersi stretto il World Group e restare nelle prime sedici del mondo anche nella prossima stagione.

Già a fine luglio, si era parlato di sorteggio “agro-dolce”, con ottimismo moderato e la consapevolezza di dovere affrontare tutte le insidie del caso.

In primis, quella del fattore campo. Dopo aver “ospitato” gli spagnoli nella ridente cittadina di Vladivostok, in prossimità del confine con la Cina e la Corea del Nord, i buoni uffici della Federtennis russa hanno evitato nuovamente una città principale, per tenere la squadra lontana dalle pressioni di stampa e televisione; teatro della contesa, questa volta, sarà il veloce (velocissimo) indoor della Bajkal Arena di Irkutsk, nel deserto della Siberia (oltre 5000 km da Mosca), catino infuocato utilizzato dalla squadra locale di hockey sul ghiaccio, superficie che poco si adatta alle caratteristiche tecniche dei nostri giocatori.

C’è poi da fare i conti con un gruppo, quello russo, che sebbene privo di un top player e molto lontano da quello di due decadi fa, è giovane, pieno di entusiasmo e che ha già dimostrato (come testimoniano le vittorie nel turno precedente di Donskoy e Rublev sugli spagnoli Robredo e Andujar) di sapersi esaltare davanti al proprio pubblico. Per l’occasione, il capitano russo Shamil Tarpsichev ha selezionato: Teymuraz Gabashvili (n.53 e n.1 di Russia, nuovamente convocato dopo la sua ultima apparizione nel mese di gennaio), Evgeny Donskoy (n.139), Konstantin Kravchuk (n.155) e l’astro nascente, classe 1997, Andrey Rublev (n.198). Restano a casa, questa volta, due giocatori di livello internazionale come Andrey Kuznetsov (n.90) ed il veterano Mikahil Youznhy (n.93). Non sorprendono le scelte di Tarpsichev, che sembra davvero avere in mano una carta da giocatore per ogni evenienza, passando dalla potenza di Gabashvili, all’estro del “pianista” Donskoy, fino alla sana sfrontatezza del teenager Rublev. Dubbi sul doppio, dato che sebbene la coppia Donskoy-Kravchuk abbia già evidenziato un discreto affiatamento, non sarà facile tenere fuori uno come “Gaba”.

E noi? I ragazzi di Corrado Barrazzutti, pronto ad infondere fiducia subito dopo aver pescato Madre Russia, (“è un sorteggio duro, ma faremo attenzione e arriveremo preparati al meglio”, ha dichiarato il capitano) giungono a questa sfida dopo una stagione sul cemento americano tutto sommato positiva. Anche qui, nessuna sorpresa tra i convocati. A dar battaglia ci penseranno Andreas Seppi (n.25), Fabio Fognini (n.32, ma proiettato a salire al n.28 grazie alla vittoria su Nadal e all’ottavo di finale newyorchese), Simone Bolelli (n.62) ed il sempiterno Paolo Lorenzi (n.83), oltre al giovane Matteo Donati (n.169) aggregato come quinto uomo. Scelte quasi obbligate per il nostro selezionatore, pronto ancora una volta a combattere la freschezza dei nostri avversari con il giusto di mix di talento e grande esperienza dei nostri giocatori. Seppi e Fognini (provando ad anticipare le scelte del tecnico) hanno tutte le carte in regola per portare a casa i punti del singolare, che potrebbero essere legittimati anche in doppio se il ligure, in coppia con Bolelli, ritrovassero carica ed affiatamento che gli hanno già garantito gli Open d’Australia e un posto al Master di fine anno.

Sarà l’Italia, dunque, a partire con i favori del pronostico contro la Russia che ha vinto due trofei (nel 2002 e nel 2006) ed in altre tre occasioni è arrivata in finale. Come detto, però, l’avversario è di quelli tosti e sarebbe imperdonabile commettere l’errore di sottovalutarlo. Serviranno testa e cuore per evitare amare sorprese e conservare un posto fondamentale nella massima serie.

Anche i precedenti (4–1) sono dalla nostra parte. Il primo incontrò si disputò a Firenze, nel 1962, con un Nicola Pietrangeli sugli scudi, protagonista anche delle vittorie di Bologna (1966) e Reggio Emilia (1968). La sfida più recente, invece, è quella del 1996, quando al Foro Italico gli azzurri si imposero per 3-2 grazie al punto decisivo di Furlan contro Chesnokov.

 
 

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