Mattia Bellucci, il sorriso ritrovato al Roland Garros: “Oggi mi sono divertito, era un po’ che non succedeva”

L’ingresso diretto nel tabellone principale del Roland Garros non è stato solo un passaggio importante, ma una piccola svolta per Mattia Bellucci. Arrivava da settimane complicate, fatte di poche vittorie e sensazioni incerte. Ma il campo, il contesto e l’atmosfera gli hanno restituito qualcosa. Contro Jack Draper, uno dei giocatori più in forma in questa prima metà di 2025, ha perso 3-6, 6-1, 6-4, 6-2, ma il punteggio racconta solo una parte di quella che è stata un’ottima partita da parte del tennista italiano.

Nel primo set, Mattia ha giocato un tennis ispirato, istintivo, libero. Ha messo in mostra colpi estrosi, smorzate perfette e persino una battuta da sotto sul set point che ha strappato un sorriso al Suzanne Lenglen. “Non era una scelta strategica, è stato puro istinto. L’ho visto lontano, ero un po’ in confusione in quel game, e ho seguito quella sensazione. So che qualcuno la trova irrispettosa, ma per me non lo è affatto. Fa parte di come sono”.

Un tennis che nasce dall’emozione, ma che deve convivere con la consapevolezza di crescere, maturare, diventare più continuo. “L’obiettivo è riuscire a esprimermi anche un po’ meno bene, ma in modo più costante. Il primo set è stato di alto livello, ma conta saperlo portare avanti. Ci stiamo lavorando quotidianamente con il mio team”.

Nonostante la sconfitta, il sorriso è tornato, ed è questo quello che conta per tornare a fare bene. “Sì, sono più soddisfatto rispetto alle ultime due partite, anche se un po’ di rabbia rimane. Ho gestito bene il primo set, ma alla fine mi sono un po’ stressato mentalmente, e l’ho pagata nel secondo. Draper è abituato a questi livelli, resta sempre dentro la partita, anche fisicamente. Io ho fatto più fatica. Però oggi mi sono proprio divertito, e non succedeva da un po’”.

A fare la differenza è il lavoro, e la dedizione a ciò che conta davvero. “Mi sono ricordato quanto conti lavorare con costanza. È quello che mi aveva fatto finire bene il 2023, e che avevo un po’ perso. Ora voglio ripartire da lì, giorno dopo giorno, con serenità”.

Un altro segno di quanto ci tenesse, è arrivato appena ha letto il programma del giorno: “Speravo di giocare proprio sul Suzanne Lenglen. Vederlo scritto è stata un’emozione. È un campo che mi piaceva e su cui sognavo di poter giocare, e poterci entrare per affrontare un giocatore come Jack è stato speciale”.

La serenità, quella vera e quella che mancava, la si ritrova e la si costruisce anche fuori dal campo. Mattia lo sa bene, e intorno a sé ha scelto persone che gli vogliono bene e che lo seguono ogni giorno con attenzione e dedizione. “Mi sento fortunato ad avere accanto persone che tengono davvero a me”, racconta. “Fabio Chiappini mi allena da quattro anni e mezzo, è un punto fermo. C’è Tommaso Piccolo, il mio preparatore atletico, Gabrio Castrichella che è un tecnico della Federazione, Marco Colombo che è il mio manager, e tutti quelli che mi supportano anche fuori dal campo”.

E se è vero che dentro il campo Mattia si muove con estro e leggerezza, fuori è un ragazzo curioso, riflessivo, pieno di passioni. “Mi piace leggere, guardo tanti film, sono appassionato di storia. Leggere mi ha sempre fatto bene. Ho letto Dostoevskij, Murakami. La mia ragazza mi ha regalato diversi libri, li ho lì pronti, anche se, ultimamente, tra un po’ di stanchezza e un po’ di pigrizia, sto leggendo meno del solito”.

Per Draper, testa di serie numero 5 e protagonista di una stagione in costante ascesa, quello contro Bellucci è stato anche il debutto in uno Slam da testa di serie a una sola cifra. A fine match, ha commentato così: “È stata una performance abbastanza solida nel complesso. Il primo set è stato difficile. Avevo già giocato contro di lui a Tokyo l’anno scorso, in una delle mie migliori partite dell’anno; quindi, sapevo che poteva uscire con colpi difficili da gestire. Ho commesso qualche doppio fallo, e lui è stato bravo ad approfittarne. Poi sono riuscito a stabilirmi e a crescere col passare dei set. Sono molto contento della mia prestazione di oggi”.

L’inglese adesso attende Gael Monfils, andando alla ricerca del miglior tennis per fare bene anche in questo torneo sul rosso dopo la finale a Madrid e i quarti di finale a Roma.

Parigi, forse, per Mattia non era il posto ideale per tornare subito alla vittoria, soprattutto con quel sorteggio. Ma potrebbe essere il luogo giusto da cui ripartire. Ora arriva la stagione sull’erba, e chissà che non porti con sé qualche sorpresa. E magari, anche qualche bel risultato.

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