Dal Dilettante al Professionista… (2)

di Marta Polidori

Visto il successo conseguito dalla prima puntata sull’era del dilettantismo, mi è sorto spontaneo ricercare la medesima questione tingendola di rosa.

Ovviamente scrivere questo articolo sulle donne è molto più complicato, perché si sa che non vengono seguite al pari degli uomini. I motivi sono palesi, perciò con mio sommo rammarico (giudizio di parte, certo) dubito che la gente potrà mai seguirle alla stessa maniera. Ciò nonostante si devono tenere in considerazione fattori determinanti l’equità di un montepremi, ad esempio che sebbene la statistica possa provare che vengano venduti più biglietti per la partita di un uomo (eccezioni a parte), gli ostacoli siano gli stessi.

Conosciamo tutti Billie Jean King? Ex tennista statunitense che si batté per i diritti delle donne e fu la prima atleta a fare outing. Durante la sua carriera vincitrice di dodici titoli singolari, sedici di doppio e undici di doppio misto del Grande Slam, Billie Jean King negli anni Settanta sfidò e sconfisse Bobby Riggs, ex campione di Wimbledon, nella celebre ‘Battaglia dei sessi’; sostenitrice, quindi, della lotta contro il sessismo nello sport e nella società. La partita si giocò all’Astrodome di Houston il 20 settembre 1973.
È ricollegabile al passaggio dal dilettantismo al professionismo poiché questa temeraria sfida aveva lo scopo di rendere il montepremi delle donne al pari di quello maschile e difatti quest’ultimo crebbe notevolmente negli anni successivi.

Senonché le donne cominciarono a nutrire una sorta di speranza nel futuro, e a richiedere ciò che desideravano da tempo, ma che non era mai stato concesso di presentare, a parlare ed esporsi di più.
La sfida, che presentava tre set su cinque, non arrivò nemmeno al quarto: vinse 6-4,6-3,6-3. Al buon vecchio Riggs, noto esibizionista, restò solo da prendere la sua boutades che “Il tennis giocato dalle donne è ridicolo, le migliori non possono nemmeno battere un vecchio con un piede nella tomba!” e infilarsela in… posti ameni, inusuali e (come disse la Marchesini) che il Signore ci ha fornito per ben altri scopi.

Una vittoria storica per il movimento del tennis femminile, come affermò lei stessa: “Se avessi perso anch’io come Margaret Court fece a San Diego, la gran massa dell’opinione pubblica ne sarebbe rimasta influenzata assai negativamente. Non era formata da esperti di tennis. Così invece il boom di popolarità e… dei montepremi, che cominciò negli anni immediatamente successivi”.

E invece grazie alla vittoria da lei conseguita il popolo femminile ha tuttora da renderle onore.

Che sia stato precisamente questo a determinare un cambiamento?

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