di Giampaolo Mauti
Ciao a tutti, sollecitato da Alessandro ho pensato di dire la mia sulla crisi del tennis Usa, vista da chi vive e lavora negli Stati Uniti. Avete pienamente ragione a notare come il movimento maschile del tennis Usa sia molto in difficoltà. Nel femminile invece diaciamo che va abbastanza bene anche se considero Serena Williams una giocatrice che fa parte della vecchia generazione. Il problema nel maschile è la mancanza di ricambi: i vari Harrison, Kudla, Sock, sono buoni giocatori ma non dello spessore dei vari Sampras, Agassi, Courier, Chang.
La Usta è anche una delle federazioni più ricche e non fanno mancare di certo sostegno economico o aiuti ai ragazzi. La federazione statunitense può anche vantare la presenza di coach di altissimo profilo come Josè Higueras, Jay Berger, Tom Gullikson e molti altri. Per non parlare del centro di cui dispongono a Boca Raton…
Detto ciò il ragionamento più logico che mi permetto di fare riguarda i giocatori. Parlo spesso con Leonardo Caperchi, trasferitosi in pianta stabile qui in Florida, e notavamo come il problema principale sia proprio nella mentalità della maggior parte dei ragazzi/bambini, talvolta molle e non dedita ad un lavoro adeguato per diventare campioni. Va sottolineato alresì che i giovani qui inegli States hanno molta scelta per quanto riguarda lo sport, dal football al golf, dal basket al baseball. Tutti sport molto popolari, anche se credo che sia più una scusa che altro perché le accademie di tenns come Bollettieri, Rick Macci, Evert e altre sono pienissime di ragazzi che giocano a tennis.
I genitori delle nuove generazioni sono molto protettivi nei confronti dei figli, che purtroppo vengono viziati e in campo diventano poi “uncoachable players”. Vediamo e viviamo quotidianamente episodi nei quali i ragazzi non fanno praticamente niente autonomamente e la stessa cosa poi si rispecchia anche in campo. Rick Macci mi racconta sempre di Richard Williams che gli chiedeva di organizzare matches per Serena e Venus con ragazzi o ragazze che odiavano le sue figlie e faceva questo di proposito per abituare Serena e Venus a giocare sempre sotto pressione sin da piccole. Ora queste cose non esistono perché i ragazzi non affrontantano le difficoltà ma cercano di sfuggire da queste situazioni. Sentiamo spesso commenti del tipo: “non voglio giocare match con quella persona perché è più giovane di me, oppure tira solamente moon balls, ecc, ecc…” Purtroppo molti genitori invece di censurare questi ragionamenti assolutamente sbagliati dei propri figli, li affiancano e danno loro sempre ragione.
E’ per questo motivo che purtroppo qui negl Stati Uniti, anche se si hanno tutte le possibilità per creare miriadi di campioni, purtroppo al momento non c’è un top 10. Anche i giocatori Top-100 attuali, anche se giocano bene, sono mentalmente molto soft. Insieme a Leonardo Caperchi, che da questa estate è entrato a far parte dello staff della Rick Macci Tennis Academy a Boca Raton cerchiamo di parlare il più possibile con i genitori e tentiamo di avere colloqui costruttivi, cercando di spiegare e programmare la crescita tecnica, mentale, fisica dei ragazzi ma non abbiamo riscontri positivi (purtroppo) da molti genitori.