Viktorija Golubic, una guerriera nella terra di Federer e Wawrinka


Tra le sorprese del circuito femminile quest’anno è impossibile non citare il nome di Viktorija Golubic, aggiudicatasi nel 2016 il primo titolo in carriera a livello Wta tra le “mura amiche di Gstaad” e recente finalista a Linz, sebbene l’esito non sia stato quello sperato vista la sconfitta maturata contro Dominika Cibulkova. L’attuale numero 54 del ranking nasce a Zurigo il 16 ottobre 1992, mentre la sua carriera nei tornei ITF comincia nel 2008 in Ungheria, quando si presenta a Budapest superando appena due round. Avrà sicuramente modo di rifarsi, considerato che nel circuito ITF si aggiudica nel complesso tredici titoli, di cui cinque in singolare e otto in doppio. Il suo esordio in un appuntamento Wta avviene nel 2010, anche se il ricordo non è fortunato: si ferma, infatti, nei turni di qualificazione sia al Budapest Grand Prix sia al Gastein Ladies.
Dopo qualche tappa in Italia per racimolare punti preziosi in ambito ITF, tra cui spiccano le partecipazioni a Casale e Bassano Del Grappa, condite tuttavia da altrettante eliminazioni, la svizzera deve aspettare quasi un anno prima di poter ritentare l’accesso nell’èlite del tennis professionistico, e la sorte vuole che sia ancora una volta Budapest la sede di questo assalto al main draw. Gli sforzi profusi si rivelano però insufficienti anche in questa circostanza, con le aspettative della vigilia vanificate da una pesantissima disfatta nel primo turno delle qualificazioni contro la non irresistibile ucraina Kichenok. Come spesso accade in questi casi, la pazienza si rivela una qualità determinante mista alla capacità di comprendere l’esigenza di non forzare troppo i tempi e aspettare il momento idoneo per esplodere.
Nel 2013 arriva infatti una nuova delusione a Strasburgo, a cui si aggiunge la terribile beffa di essersi arresa nel match decisivo delle qualificazioni del Wta di Palermo, sconfitta per opera dell’azzurra Giulia Gatto-Monticone. Si capisce che è soltanto questione di tempo, e non a caso l’occasione propizia giunge poco dopo a Bad Gastein dove accede al tabellone principale; ma la sorpresa più grande è rappresentata dalla splendida vittoria conseguita al primo turno contro la quinta testa di serie Kiki Bertens. Viktorija, come comprensibile, non recupera benissimo dal successo inaspettato e nel round successivo cede il passo alla ben più abbordabile Hlavackova pur strappandole un set. A fine anno si prospetta anche la possibilità di partecipare al primo Slam della carriera, chance vanificata però dalla disfatta subita nelle qualificazioni contro la statunitense Min. Viktorija comincia il 2014 allo Shenzhen Open dove riesce a superare agevolmente le qualificazioni senza perdere neanche un set rispettivamente contro Duan e Pironkova, preludio ad una vittoria sofferta ottenuta primo turno del tabellone principale opposta alla canadese Wozniak. La fatica si fa sentire complice anche le tante battaglie giocate in precedenza, ed infatti agli ottavi l’elvetica è costretta a cedere il passo alla più esperta teutonica Beck, alla quale strappa comunque un parziale per poi cedere nettamente al terzo.
A questo indubbio passo avanti ne segue purtroppo uno indietro poco tempo dopo, poiché Golubic esce mestamente di scena nelle qualificazioni del primo slam stagionale in Australia per opera della non irresistibile belga Mestach.
La restante parte della stagione non le regala grandi gioie soprattutto a livello Slam, dove non riesce mai ad accede al main draw nonostante la costanza negli allenamenti unita ad un profilo sempre piuttosto basso sotto il profilo mediatico, e dunque gli ottavi raggiunti a Katowice restano il risultato migliore che fanno da preludio al 2015. Quest’ultima rappresenta forse l’annata più importante della sua carriera, sebbene paradossalmente non partecipi ad alcun torneo a livello Wta, ma si nota l’intento di affilare ancora le armi nel circuito ITF prima di rituffarsi nel tennis che conta finalmente pronta al grande salto. La rossocrociata migliora in tutti i fondamentali, a partire dalla solidità da fondocampo, affina la tecnica del servizio oltre a lavorare su una mobilità fino ad allora abbastanza scadente, e non a caso ad inizio 2016 le prospettive cambiano radicalmente. Anche in questa circostanza, infatti, la determinazione e il duro lavoro sono le chiavi di una nuova rinascita, tant’è che in occasione della sfida di Fed Cup contro la Repubblica Ceca si fa notare grazie a due trionfi inaspettati conseguiti ai danni di ottime giocatrici quali Barbora Strycova e Karolina Pliskova. In primavera giunge anche un’altra soddisfazione, quella di aver passato per la prima volta un turno in un torneo Major battendo in tre set Alison Riske al Roland Garros. La cavalcata si ferma al secondo turno contro l’undicesima testa di serie Safarova; tuttavia il nome della Golubic comincia a circolare sempre più insistentemente quando nel mese successivo la giocatrice classe 92’ sfodera un’ottima prestazione nei quarti del Wta di ‘S-Hertogenbosch, costringendo la favorita del seeding Belinda Bencic a ricorrere a due tiebreak per aver la meglio su un’avversaria davvero scatenata e in fiducia come mai in precedenza.
La cavalcata della tennista originaria di Zurigo subisce un’altra battuta d’arresto a Wimbledon dove si ferma al secondo turno delle qualificazione, preludio tuttavia alla prima grande gioia della sua carriera. Nel Wta di Gstaad a metà luglio, infatti, Viktorija incamera una serie di partite davvero sorprendenti per costanza e voglia di non mollare, a partire dal round inaugurale in cui rimonta un set di svantaggio alla favorita Barthel imponendosi al fotofinish nella terza frazione. È la classica vittoria da cui scaturisce una fiducia che perdura fino al termine del torneo, tant’è che Golubic non lascia per strada alcun senza nel cammino che la conduce sino alla finale opposta alla terza favorita del seeding Kiki Bertens. Il parziale di apertura se lo aggiudica la più esperta olandese, ma ancora una volta l’elvetica ha il merito enorme di non darsi per vinta e grazie ad un break per set compie l’imprese di festeggiare il suo primo titolo a livello Wta davanti al pubblico di casa.
Il resto è storia recente, con l’ultimo atto raggiunto la settimana scorsa a Linz ma senza il lieto fine sperato complice una prestazione sontuosa della slovacca Cibulkova. Le mille peripezie della coraggiosa rossocrociata hanno il merito di insegnarci, oltre che la Svizzera non è soltanto Federer e Wawrinka, quando la determinazione quotidiana di rialzarsi in seguito alle sconfitte possa alimentare le speranze di una giocatrice non certamente partita con le stigmate della predestinata.

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