Claudio Pistolesi, ex numero 71 ATP, leader mondiale a livello giovanile e coach di fama internazionale (ha allenato Bolelli, Soderling, Sanguinetti e tanti altri), si è raccontato a Spazio Tennis toccando molti argomenti, tra cui la separazione tra Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero e l’eventuale ascesa di un terzo in comodo nel dominio tennistico dello spagnolo e di Jannik Sinner.
Sulla decisione di Alcaraz di interrompere il rapporto con il suo storico coach dice: “È una notizia shock, qualche segnale c’era stato ma dopo tutti i loro successi pensavo continuassero: siamo davanti a risultati che passeranno alla storia”. Pistolesi sostiene che, oltre ogni risultato sportivo, bisogna sempre considerare i rapporti umani e la crescita personale: “Nel corso degli anni le persone cambiano, forse è giusto così. Non importa i risultati che ottieni, ma a un certo punto la condizione emotiva e l’empatia si modificano e sorge la necessità di cambiare, pur mantenendo il massimo del rispetto reciproco”.
L’allenatore italiano conosce molto bene le dinamiche di un cambiamento di tale portata e mette in chiaro il fattore rischio: “Alcaraz forse ha bisogno di più libertà, ma sa che è un grosso rischio: non è detto che funzioni fin da subito”. Al tempo stesso, questa rivoluzione può diventare un grande stimolo per il nativo di Murcia: “Dimostrare di saper vincere anche senza Ferrero è una sfida con sé stesso: se sente che la scelta è giusta ha fatto bene”.
Sul duello tra Alcaraz e Sinner, Pistolesi dice la sua con grande ironia: “Ad oggi l’unico modo per infastidirli è citofonare e poi scappare!”. Poi prosegue con una lucida analisi dei potenziali avversarsi: “Pensavo che Rune avesse più sfrontatezza: li ha già battuti entrambi, ma bisogna vedere come starà al rientro dall’infortunio. Shelton ha bisogno di più consistenza da fondo, forse Auger-Aliassime è quello che si è più avvicinato al loro livello. Allo US Open ha davvero messo in difficoltà Jannik”. Sui ragazzi in forte ascesa predica calma: “Bisogna dare tempo di crescere a Fonseca e Mensik”.
L’analisi si allarga anche agli altri italiani: “Musetti ha armi importanti, ma è ancora una categoria sotto rispetto ai primi due al mondo. Anche Cobolli fa cose incredibili, come in Coppa Davis, ma lui stesso sa che è un po’ indietro. Berrettini se tornasse ai livelli del 2019 potrebbe dire la sua sull’erba”.
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