Dino Marcan: “Più challenger e via i 10 mila”

dino marcan

di Daniele Sforza

Dino Marcan è un tennista croato, nato a Rijeka nel 1991. Dopo una buona carriera junior, in cui ha vinto il Roland Garros nel doppio con Marin Draganja, e dopo aver raggiunto il best ranking al numero 289 nel 2012 ha faticato negli ultimi due anni e si trova questa settimana al numero 573 del ranking Atp.

Come hai iniziato a giocare a tennis?

Sono cresciuto guardando i miei zii giocare a tennis ed è proprio così che ho cominciato. Ottenendo buoni risultati a livello nazionale, ho deciso spostarmi da Rijeka a Zagabria poiché c’erano condizioni migliori.

Hai iniziato a giocare junior ottenendo ottimi risultati, su tutti la vittoria in doppio con Draganja a Parigi. Hai giocato molto spesso con Marin, che quest’anno è arrivato in semifinale al Roland Garros junior. Come è stato quel trionfo insieme? E come mai non hai continuato questa collaborazione con lui? Cosa puoi dire di lui in campo e fuori dal campo?

Vincere il Roland Garros junior è stata un’esperienza importante e una ulteriore spinta morale. Non abbiamo continuato a giocare il doppio perché lui voleva proseguire con la carriera di doppio mentre io volevo continuare a concentrarmi sul singolare, arrivando al numero 289 e vicino a giocare le qualificazioni agli Us Open. Quando ho cominciato a perdere posizioni in singolare non ho potuto continuare a giocare il doppio in competizioni di livello più altro. Marin è un giocatore con un grandissimo talento e da quando ha iniziato a lavorare sodo ( più o meno a 21 anni, un po’ tardi) ha ottenuto notevoli risultati. Fuori dal campo è una persona molto interessante con una forte personalità e ho sempre amato viaggiare e passare del tempo con lui. Sfortunatamente, ultimamente non ci siamo visti molti ma siamo sempre in contatto.

Hai raggiunto il tuo best ranking in singolare e in doppio nel 2012, cosa ti ha portato a raggiungere questo obiettivo e cosa invece è successo dopo? 

Ho lavorato molto e volevo vincere, tuttavia con il passare del tempo ho perso questa passione. All’inizio dell’anno ho cambiato coach e tutto il mio staff intorno a me e credo che tutto questo abbia dato i suoi frutti. Ho vinto un futures in Croazia a maggio, poi ho provato qualche qualificazione in Challenger e ATP 250 in estate.

Su cosa stai lavorando con il tuo coach?

Il mio coach è Marko Toic. Si lavora soprattutto sull’aspetto mentale dentro e fuori dal campo, sicuramente è un grande motivatore.

Parlando invece del tuo stile di gioco, cosa puoi dirmi?

Sono un giocatore a tutto tondo che basa il suo gioco sull’aspetto fisico e sul “footwork”. Penso che il mio colpo migliore sia il dritto.

Se dovessi ricordare i momenti più importanti della tua carriera fino ad ora, cosa metteresti tra i tuoi ricordi

Sicuramente la vittoria con Bolelli nell’Atp di Umago del 2011, la vittoria alla Winter Cup e alla Summer Cup nello stesso anno con il team croato e i successi con Marin (Draganja, ndr.)

Viaggiando molto nel circuito hai sicuramente vissuto situazioni difficili, ne ricordi una in particolare?

Ci sono state diverse situazioni abbastanza difficili e perderei troppo tempo ad elencarle tutte. Basta andare in Uzbekistan on in Nigeria per avere esempi di esse.

Un tema sempre presente ultimamente, è quello dei montepremi nei tornei minori. Cosa pensi a riguardo?

Penso ci sia bisogno di un cambiamento. I 10.000 non dovrebbero esserci ma si dovrebbe partire dai 15.000 e tutti i tornei dovrebbero avere l’ospitalità e ci dovrebbero essere più eventi challenger.

Ricordi una situazione divertente avvenuta in campo?

Una volta un cane ha interrotto il gioco entrando in campo, mentre un’altra il mio avversario ha colpito la palla con la gamba sul match point poiché non poteva fare il vincente.

Se dovessimo descrivere Dino Marcan fuori dal campo con una sola parola, quale potremmo usare?

È difficile descriversi con una sola parola, forse quella che mi si addice di più è: “originale”.

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