Garbine Muguruza: «La mia vittoria più grande»

Garbine Muguruza
(Garbine Muguruza – Foto Ray Giubilo)

di Giovanni Cola

La vittoria contro Serena Williams al Roland Garros, per le modalità con cui è maturata, ha davvero tutti i crismi per diventare la tanto attesa svolta nella carriera di Garbine Muguruza. Una prestazione tecnica da sogno, una straordinaria dimostrazione di solidità mentale e la convinzione di aver solamente iniziato la scalata verso l’Olimpo. Battere 6-2 6-2 in uno Slam forse la più grande dominatrice di tutti i tempi del circuito Wta è qualcosa da raccontare ai nipotini.

Cosa ti ha detto Serena al momento della stretta di mano?
“Mi ha sussurrato che se continuo a giocare così, vincerò il torneo. Le ho risposto che farò di tutto per provarci…”

Come ci si sente a compiere un ‘impresa del genere?
“Avevo tutto molto chiaro in testa. Ero molto concentrata e sapevo esattamente cosa dovevo fare in campo. Credo che questo aspetto abbia giocato un ruolo decisivo”

Quando hai capito che potevi realmente farcela?
“Sul 4-1 del secondo set ho sentito tutto il peso della responsabilità. Ero molto nervosa anche se non lo davo a vedere. Ma mi convincevo dentro me stessa che lo fosse anche lei e sono stata brava a cogliere la chance al momento giusto”

Garbine MuguruzaAvrai guardato il tabellone e saprai che al prossimo turno giochi contro un’altra emergente come la Schmiedlova…
“Penso che tutte le top 100 siano negli ultimi anni diventate molto più competitive. La concorrenza è spietata e non sono ammessi cali di tensione. Il ricambio è comunque sempre positivo. Credo che le sorprese in questo torneo possano non finire qui”

E’ vero che oggi hai battuto la tua giocatrice preferita?
“Vedevo giocare in tv Serena fin da quando ero piccola. Studiavo i suoi movimenti soprattutto su servizio e dritto e credo di aver guardato i suoi video centinaia di volte. Non è stato facile dominare l’emozione ma mi sono voluta convincere che fosse soltanto una giocatrice qualunque dall’altra parte della rete.

Qual è la tattica che hai seguito nello specifico?
“Sapevo che dovevo colpire la palla il più forte e profondo possibile, non darle l’opportunità di accelerare, mantenendomi molto aggressiva. Dovevo per forza evitare che mi potesse costringere sempre ad inseguire e a difendere. Sono stata brava ad essere cattiva soprattutto nei momenti importanti”

Ti ha sorpreso il fatto di aver disputato un match di così alto livello?
“Mi galvanizzava anche il supporto del pubblico. Non sono abituata a calcare palcoscenici così prestigiosi ed ero stupita del fatto che in tanti facessero il tifo anche per me”

Come hai iniziato a giocare a tennis e a chi ti sei ispirata oltre a Serena?
“Ho preso in mano le prime racchette quando ero ancora in Venezuela perché anche i miei fratelli più grandi erano molto appassionati. Ho fatto tantissimi sacrifici per arrivare dove sono ora. Stimavo molto anche Martina Hingis, nonostante il suo stile sia quasi diametralmente opposto al mio”

Ti trovi meglio a competere sulla terra piuttosto che sui campi veloci?
“Sono cresciuta su questa superficie quindi la conosco molto bene. Però mi alleno la maggior parte dell’anno sul cemento quindi ho adattato il mio gioco anche sul rapido. Diciamo che non ho una preferenza specifica. Spero di poter far bene anche sull’erba”.

E’ il giorno più bello della tua carriera tennistica?
“E’ la vittoria più importante ma questo sport è fatto di tante emozioni, infinite battaglie ed anche tante sconfitte che in ogni caso non ti lasciano mai indifferente”

Sei diventata famosa? Quanti autografi devi firmare? Riesci ad andare in discoteca tranquillamente?
“Non sono così popolare, ma non mi dispiace. Anche se non si direbbe, ho un carattere piuttosto timido…”

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