Claudio Pistolesi: “Ecco la situazione alla vigilia di New York”

Per conoscere al meglio la situazione dei top-players del circuito Atp, degli outsider, degli azzurri, senza dimenticare ovviamente il suo allievo Michael Berrer, quale persona migliore di Claudio Pistolesi, presente in America ormai da alcune settimane? Abbiamo chiesto a “Sex Pistols” di farci una disamina a 360° sulla situazione pre-New York…
Claudio Pistolesi e Michael Berrer
(Claudio Pistolesi e Michael Berrer – Foto Nizegorodcew)
di Alessandro Nizegorodcew
Allora Claudio, iniziamo dal tuo allievo Michael Berrer, attualmente al numero 48 Atp. Miki è stato sfortunato nell’infortunarsi prima della stagione sull’erba. L’impressione è che a livello fisico abbia fatto fatica a ritrovare la giusta fiducia e confidenza. Cosa ne pensi?
“Dipende cosa intendi per “giusta fiducia”.. se dopo 5 settimane di completa inattività e una sola di allenamento avesse vinto sia a Stoccarda che ad Amburgo sulla terra (di gran lunga la sua peggiore superficie) non avresti dovuto parlare di giusta fiducia ma di metamorfosi. E poi comunque ha avuto chance nei tie break contro Greul e Seppi. Fisicamente è comunque oggi al 90%.”

Sul cemento sono tornati risultati e fiducia..
“Appena toccato il cemento ha battuto facilmente Karol Beck, un signor giocatore, e ha giocato un match stratosferico contro Verdasco con due match points nel secondo set e perdendo 8-6 il tie break del terzo. Una botta pazzesca al morale che solo un match simile contro Robredo, con risultato finale opposto (ovviamente) avrebbe potuto cancellare. Ed è successo sul serio a Cincinnati! Ha battuto Robredo 11-9 al tie break con due match ball contro, di cui uno annullato sulla risposta andando a rete con due voleé e uno smash! Poi con Malisse a Toronto, che veniva dalla semi di Washington, ha sofferto il caldo soffocante oltre che l’avversario che giocava benissimo e che ha meritatamente vinto.”
Quali sono i vostri obiettivi per la fine del 2010? Sul veloce indoor Miki credo possa fare benissimo…
“Prima di rispondere a questa domanda è d’obbligo ricordare che io e Michael abbiamo gia’ vinto. L’obiettivo di top 50 è stato raggiunto e ci è rimasto sei mesi circa e ora dovrebbe pure entrarci di nuovo. Per noi gli esami sono finiti, non è sempre vero che non finiscono mai. Promossi con lode dai risultati e non dalle chiacchiere. Ciò non toglie che proveremo a toccare i top 40. Ora ci si diverte a vedere che succede. Intanto a Cincinnati ci siamo tolti una grande soddisfazione. Per il finale di stagione basta continuare con questo gioco d’attacco e poi si vedra’. Credo che qualche altra soddisfazione ce la potremo togliere e non mettiamo limiti alla provvidenza.”
Tra Toronto e Cincinnati sono cambiate molto le prestazioni di alcuni top-players- Le condizioni di gioco sono molto diverse? Come vedi questi giocatori in vista di New York? E quelli di “seconda fascia”?
“Si a Cincinnati il campo e le palle erano velocissimi. E le condizioni contano eccome. Chi conosce i dietro le quinte sa chi organizza il torneo e chi gli piacerebbe lo vincesse… Rafa ha dominato meritatamente il 2010 in maniera impressionante in Europa e questo fatto negli Usa agli sponsor non è che sia piaciuto un granché per la loro mentalità da venditori di pop corn. Gli serve uno che appartenga al mondo anglosassone, se proprio non ce la fanno a tirare su un americano da “vendere” al pubblico. E Rafa poi sul cemeto non ha le idee chiare per adesso, soprattutto dalla parte del rovescio. Non gli ho mai visto giocare cosi’ tanti back spin. Secondo me a Roger non è che sia andato tanto giù il risultato di Wimbledon e l’ho visto molto determinato a riprendersi il trono. Djoko ha ancora problemi enormi col servizio, e sembra una stupidaggine ma a forza di imitare gli altri si e’ perso il suo… ma per il resto del gioco va come un treno. Se impara nuovamente a servire bene, per quei livelli, va numero uno.
Murray si impegna tantissimo e ha un grande preparatore atletico, Jazz Green, mio grande amico. A lui il coach serve tanto soprattutto per le situazioni a lui non congeniali, e per ora gira senza. Per “Gli altri”, la seconda fascia come la chiami tu, se la giocano Berdich, Soderling e Fish, che hanno più mezzi degli altri outsiders, e la vecchia guardia come Roddick, Nalbandian, Davidenko, che qualche zampata la possono sempre dare ma mi sembra difficile agli Us Open. In attesa di Juancho del Potro… Aggiungo che Gulbis è predestinato a essere tra i primi 5 del mondo un giorno e solo lui può far del male a se stesso non arrivandoci.”

Su quali italiani si può puntare a New York?
“Sta cosa di “puntare” su uno piuttosto che su un altro, sinceramente, non l’ho mai capita. Si punta su tutti gli italiani, al massimo si può dire che si hanno delle aspettative più alte da qualcuno in base a ciò che si osserva. E’ evidente che Fabio Fognini ha scelto la programmazione piu’ “pensando in grande” degli altri ma ognuno ha la sua storia ed è difficile fare paragoni. Posso aggiungere che se Fabio fosse rimasto a fare tornei più piccoli e qualche challenger di certo sarebbe 20 o 30 posti più avanti in classifica, ma ha capito che non gli cambia la vita essere 50 o 80, ma gliela cambia provare a fare tornei dove può provare ad andare a 20 del mondo. Questo accade solo se vai a competere in TUTTI i Masters 1000 e gli Slam. Qualificazioni o tabellone che sia…”
Seppi è in un grande momento di forma. Lo hai visto allenarsi con Miki proprio ieri. Quali sono state le tue impressioni su Seppio?
“Seppi deve picchiare i colpi con coraggio, come Max Sartori gli ripete da una vita, e allora fa male a tanti avversari su qualunque superficie. Ma a dirlo sembra facile. E’ necessaria una serenità e un equilibrio notevole per giocare aggressivi a sti livelli e ormai è evidente che per un tennista italiano che non si stacca da problemi federali (davis e risparmiamoci per una volta di ripetere la descrizione dello scenario sqiallido del tennis nazionale e dei suoi ormai noti responsabili) ciò è complicatissimo. Seppi ci sta riuscendo perché ha avuto la forza e l’intelligenza di staccarsi dalla fit per scelta (non per polemica) e ora non gli resta che continuare su questa strada. Spero che i giovani e i loro genitori capiscano che questa è la strada migliore. Simone Bolelli l’aveva presa questa decisione quando lo allenavo io (anche noi per scelta e non per polemica) e i risultati si vedevano.”
Chiudiamo con la “tua” Roma, che ha perso la Supercoppa con l’Inter. Che stagione ti aspetti?
“Ultimamente ho conociuto di persona persone straordinarie e campioni assoluti del calcio, oggi dirigenti e allenatori, come Carlo Ancelotti, Bruno Conti e Evaristo Beccalossi e per poco non ho conosciuto sir Alex Ferguson, spero di farlo presto. Inoltre sto seguendo l’evoluzione del “soccer” negli Stati Uniti e in Canada, che sta crescendo tanto… sul serio stavolta. Quindi sempre di più mi sto appassionando al calcio. Abbiamo perso 3-1 dall’Inter e qualche problemino in difesa l’ho visto. Spero che arrivi Burdisso ora, anche se il fratello, mi dicono i tennisti argentini, pare sia molto forte. Primo non prenderle. Un pensiero va a Ranieri, Totti e De Rossi, tre romani doc che sanno benissimo ciò che serve per vincere lo scudetto e la Champions League. Mi fido di loro sul fatto che se non lo vinciamo è proprio perché non ce la facciamo, per ora, a star dietro alle altre grandi economicamente parlando. Mo basta senno’ non mi fermo piu’ a parlare di calcio…”

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