Alejandra Ruffini, spazio alla classe 2000

Alejandra Ruffini

di Salvatore Greco

Nel mondo del tennis WTA si sente dire spesso, e con un tono significativamente serio, che Petra Kvitova è la prima campionessa slam ad essere nata nel decennio 1990-1999 (per la precisione esattamente l’8 marzo 1990). Dato significativo, certo, e foriero di un fatto semplice e chiaro: a dominare attualmente il tennis femminile sono ancora giocatrici nate negli anni tra il 1980 e il 1989 mentre quelle del decennio successivo – Kvitova a parte – sono ancora un po’ in secondo piano anche se tra queste ci sono la dirompente Simona Halep (1991), la stellina Eugenie Bouchard (1994) o la predestinata Belinda Bencic (1997).

Tuttavia, se il tennis senior fatica ancora (per poco?) ad assimilare le atlete nate dopo il 1990, quello juniores già mette in luce ragazze nate addirittura nel nuovo millennio. Approfittando del fatto che è alle porte l’importantissimo torneo giovanile Eddie Herr siamo andati a rintracciare proprio una classe 2000 di casa nostra nonché unica rappresentante azzurra nei tabelloni principali del torneo (nello specifico per la categoria under-14), la promettente Alejandra Ruffini.

Come il nome generosamente suggerisce, Alejandra è figlia di una coppia italo-spagnola, nata appunto nel 2000 e cresciuta a Milano dove la famiglia tuttora risiede. Dallo scorso agosto, però, la ragazza ha deciso di dare una sterzata importante alle sue prospettive tennistiche trasferendosi a Bradenton, in Florida, per allenarsi e studiare nella prestigiosa IMG Academy, ovvero la storica, ormai, academy di Nick Bollettieri.

Appena ho avuto la possibilità di entrare alla IMG ho detto subito di sì, penso sia una possibilità unica e che andasse sfruttata” ci racconta Alejandra “la conoscevo perché mio zio (German Lopez Montoya, tennista spagnolo attivo negli anni ’90, best ranking n.61 ATP, nda) ci lavora come coach, ovviamente è stato un fattore importante nel prendere la decisione ed è stato utile anche per ambientarmi”.

Una scelta certamente coraggiosa per una ragazzina di 14 anni, ma Alejandra dimostra di avere la testa sulle spalle e un piano di crescita concreto: “Per me adesso è importante sviluppare il mio gioco, vedere come va partita dopo partita e migliorarmi via via. Naturalmente avere l’opportunità di giocare l’Eddie Herr e direttamente dal tabellone principale è importante, infatti sono abbastanza emozionata, ma credo di poter fare bene. E poi sono contenta di giocare rappresentando la IMG e anche l’Italia, soprattutto perché sono l’unica ragazza italiana in tabellone. Ma, ripeto, voglio fare bene senza fissare degli obiettivi”.

Alejandra infatti è l’unica ragazza italiana a essere entrata direttamente in un main draw, under-14 femminile, e pure con la lusinghiera posizione in entry list di numero sette. Gioca a tennis da quando aveva sei anni anche se non con totale continuità, ha all’attivo qualche torneo Tennis Europe (e un ranking Tennis Europe under-14 di 573 non particolarmente indicativo) e, da agosto, anche alcuni tornei USTA in qualità di allieva dell’IMG Academy.

Dopo l’Eddie Herr Alejandra è già iscritta anche al secondo appuntamento fondamentale dell’inverno juniores, l’Orange Bowl dove però partirà dalle qualificazioni. In ogni caso, in merito alle sue preferenze la giovane Ruffini ha già le idee piuttosto chiare: “Mi alleno sempre sul cemento qui, la mia preferenza è certamente per le superfici veloci. Quanto ai colpi, sento abbastanza naturali sia il diritto che il rovescio”. E a proposito dei suoi modelli sul campo risponde così: “Mi piacciono molto Nadal e Ferrer perché sono degli hard workers”.

Una simile cultura del lavoro a quell’età è un segnale più che positivo per la crescita di Alejandra, cosa che naturalmente fa ben sperare per il proseguo della sua vita tennistica. Vedremo, alla prova dei fatti, come supererà i due appuntamenti del dicembre di fuoco della Florida e ci auguriamo che la sua presenza su importanti palcoscenici del tennis internazionale sia solo agli inizi.

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