Diario di bordo da Brescia – giovedì: Knapp, Haas e Celik vincono e convincono

Karin Knapp

di Michele Galoppini
foto Maffeis

Terza giornata di tabellone principale agli Internazionali Femminili di Tennis di Brescia, torneo ITF da $50.000 di montepremi in corso sui campi del circolo ‘Forza e Costanza’, dalla caratteristica probabilmente unica di essere locato nel fossato  della fortezza medievale a protezione della città posta sul piccolo Colle Cidneo, che sovrasta la Leonessa d’Italia.

Giornata di sole e di match molto interessanti quella che ci si aspetta. Saranno i secondi turni del singolare ed i quarti di finale del doppio a prendere il via dalle 11 del mattino. A farmi compagnia, sfruttando la giornata di festa per la celebrazione del 70° anniversario della Repubblica Italiana, anche mia madre e mia sorella (quest’ultima a dir la verità c’è dall’inizio del torneo, ed assiste divertita ai vari drammi e disagi che ogni giorno non mancano nel tennis femminile in generale e quindi anche a Brescia).

Il primo match di giornata, e certamente quello più atteso dal pubblico, che oggi era davvero numeroso e che ha riempito tutti gli spazi del circolo sui vari campi, è stato quello programmato sul centrale tra Karin Knapp e Sofia Shapatava. Il match ci ha messo un po’ a decollare, così come Karin, che è apparsa un po’ in difficoltà soprattutto col dritto, col quale più volte ha perso le misure del campo. È infatti subito un break della Shapatava a muovere il punteggio, ma pur giocando peggio dei suoi standard la Knapp ha presto ripristinato le gerarchie e schiacciato la tignosa georgiana, dotata di un gioco abbastanza aggressivo e di una velocità di gambe molto apprezzabile. La Shapatava ha avuto anche qualche chance nel secondo parziale, restato in equilibrio fino al 3-3, quando poi una reazione d’orgoglio della Knapp ha ricoperto di vincenti e prime vincenti la georgiana. Match finito e 6-2 6-3 definitivo. Con l’azzurra abbiamo fatto anche qualche parola più in là durante la giornata, che verrà pubblicata domani.

Nel frattempo, due letterali maratone andavano in scena sul campo 1 e sul campo 3, ex Grandstand. Romina Oprandi, dopo il 7-6 6-7 7-6 di ieri a scapito di Claudia Giovine, oggi ha superato la Pella con un combattuto 6-4 3-6 6-4 di oltre due ore; sicuramente, fisicamente l’ex azzurra sta bene, visto quante ore ha già passato sui campi di Brescia. Prosegue la sua corsa, dalle qualificazioni, anche Viktoriya Tomova che supera in tre ore di gioco e davanti ad un folto pubblico la semifinalista dello scorso anno, Sara Sorribes Tormo (6-7 7-5 6-4).

Dopo una veloce pausa pranzo, in cui mi sono goduto un piattone di prosciutto crudo con mozzarelline di bufala, è toccato al secondo match in programma sul centrale, Barbara Haas contro Cristina Dinu, probabilmente il miglior match che ho finora visto nel torneo per qualità espressa. Due grandi combattenti, dotate di colpi discretamente potenti ed abbastanza piatti, bilanciate nei fondamentali e dotate di un servizio non prorompente. Le caratteristiche sostanzialmente equivalenti hanno dato vita ad uno scontro su tutti i fronti, ricco di spettacolari scambi e di ottimi vincenti. Di cattiveria e di cuore ne è uscita vincente l’austriaca Haas con il punteggio di 4-6 6-4 6-4, recuperando da 1-4 sotto nel parziale decisivo. È dispiaciuto vedere la Dinu così abbattuta, per aver perso un match così ben giocato ed un’occasione così ghiotta in un $50.000.

Con la Haas siamo anche riusciti a scambiare qualche parola: “Sono molto contenta oggi, anche perché con oggi ho vinto due partite molto lunghe e molto dure [ieri aveva vinto 7-6 al terzo contro la Ferrando]. Oggi comunque ho avuto qualche difficoltà, soprattutto nel primo set, quando non riuscivo a giocare il tennis che volevo. Una volta aggiustato qualche particolare, ho giocato molto bene e penso di essermi meritata la vittoria. Le condizioni dei campi sono molto difficili, dopotutto avendo piovuto così tanto sono molto bagnati e quindi lenti; fortuna che il sole di oggi li ha già resi un po’ più veloci, visto che io preferisco una terra più veloce.” Poi, sul suo prossimo futuro e sugli obiettivi: “Sull’erba penso giocherò solo Wimbledon, dalle qualificazioni, visto che mi sto trovando bene su terra al momento. Non ho particolari obiettivi al momento, la mia classifica per ora mi soddisfa e spero quantomeno di mantenerla tale per giocare tutti gli slam dalle quali.

Nel frattempo, è durato solo mezzora il match tra Beatriz Haddad Maia e Cindy Burger, poiché la brasiliana, sotto 1-3, ha alzato bandiera bianca per una pubalgia, che già nei giorni scorsi l’aveva infastidita. Oggi, anche confermato dal fisioterapista, non era possibile continuare a giocare con quel fastidio.

Dopo Haas e Dinu è subito stato il momento di un altro match molto interessante, in cui ho scoperto una giocatrice con cui avevo già parlato in passato ma che non avevo mai avuto il piacere di vedere, Susanne Celik. La svedese ha superato in tre set la messicana Rodriguez (6-4 4-6 6-1), ma ha mostrato un gioco davvero completo e piacevole da vedere. Dritto spaventoso, rovescio molto solido e colpi violenti, il tutto condito da una buona velocità e soprattutto un’ottima mano, soprattutto per le palle corte.

Per completezza, gli altri singolari hanno visto trionfare la ceca Maleckova (6-3 6-4 a Badosa Gibert) e Maryna Zanevska (4-6 6-4 6-3 a Kaia Kanepi).

Ultimo match di giornata che ho visto è stato quello di doppio: Deborah Chiesa e Martina Colmegna contro Daniela Seguel e Catalina Pella. Match molto divertente e molto combattuto, reso ancora più simpatico dalla mia vicinanza ad Alice Matteucci ed all’allenatore-compagno di Martina Colmegna, che mi hanno intrattenuto con una colorita cronaca, che più di una volta mi ha strappato una risata. Non sembravano solo addetti ai lavori, ma anche coinvolti ed agguerriti tifosi. A spuntarla sono state per fortuna le due azzurre, per 6-4 2-6 10-7, col match che è girato in pratica su una rovinosa caduta della Chiesa nel supertiebreak, che in scivolata ha subito una presa del piede che l’ha catapultata in terra (e nemmeno troppo lontana dal muretto), lasciandole un grossa botta sulla gamba: invece di bloccarla, la caduta l’ha ‘svegliata’, rendendola un’arma di distruzione di massa nel supertiebreak finale.

Prima di salutarci e darci l’appuntamento a domani, qualche cavolata e/o curiosità a margine della giornata. Madre ha eletto la giocatrice dal miglior look, considerato pettinatura, scarpe ed outfit: vince a mani basse Susanne Celik. Sempre madre se ne è andata delusa dal circolo, poiché la Dinu non ha concretizzato con una vittoria tutto il tifo lei fatto dagli spalti. Tempo anche di gossip, perché a seguire la girlfriend Nastassja Burnett c’era Francesco Baldi.

Infine, un appunto sull’allenamento di Karin Knapp a cui ho assistito a fine giornata, molto rilassato e ricco anche di sorrisi da parte sia di Karin che di Francesco Piccari. Anche un cagnolone si è reso protagonista: mentre assisteva da fuori campo, il giovane cucciolone non riusciva più a contenersi nel vedere quelle colorate palline muoversi repentinamente di qua e di là sul campo. Per sua gioia, e dopo numerose ‘insistenze’ del migliore amico dell’uomo, Piccari gli ha regalato una pallina, diventata il miglior regalo mai ricevuto.

Ottavi di finale singolare

Knapp(1) d. Shapatava 6-2 6-3
Tomova(Q) d. Sorribes Tormo(7) 6-7 7-5 6-4

Oprandi(3) d. Pella 6-3 4-6 6-3
Celik d. Rodriguez 6-4 4-6 6-1

Haas(5) d. Dinu 4-6 6-4 6-4
Zanevska(4) d. Kanepi 4-6 6-4 6-3

Burger(6) d. Haddad Maia(Q) 3-1 ret.
Maleckova d. Badosa Gibert 6-3 6-4

Quarti di finale doppio

Gorgodze/Shapatava(1) d. Burnett/Ferrando 6-2 7-6
Chiesa/Colmegna d. Pella/Seguel(4) 6-4 2-6 10-7

Eraydin/Matteucci(3) d. Haddad Maia/Tomova w/o
Burget/Vogt(2) d. Klasen/Klemenschits 6-3 2-6 10-6

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