Jannik Sinner si è raccontato ai microfoni di Sky Sport in un’intervista – “In pista con Jannik” – condotta da Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato di Formula 1. Un dialogo che ha attraversato mondi solo in apparenza lontani, mettendo in relazione tennis e motorsport attraverso temi comuni come sacrificio, rivalità e lavoro quotidiano.
L’IMPORTANZA DELLA RIVALITÀ
Parlando delle somiglianze tra tennis e Formula 1, Sinner è partito da un aspetto che considera centrale nella vita di ogni atleta: il sacrificio. Da lì il discorso si è naturalmente spostato su quello che, secondo il numero due del mondo, rappresenta uno degli elementi più affascinanti dello sport, sia per chi lo pratica sia per chi lo guarda.
“La cosa più bella, credo, sia per noi sportivi ma anche per gli spettatori, è la rivalità. In Formula 1 oggi ce n’è tanta: molti piloti possono fare bene e hanno le capacità per stravolgere le singole gare o addirittura l’intero campionato”.
Per Jannik, la rivalità non è solo spettacolo, ma soprattutto uno strumento di crescita: “Le rivalità sono fondamentali. Gli avversari con cui perdi o con cui ti scontri più spesso diventano i punti di riferimento più importanti per migliorare e continuare a lavorare, per arrivare a batterli o trovare il modo di fare sempre qualcosa di diverso. Più rivalità ci sono, più per gli spettatori è divertente e avvincente seguire lo sport”.
“È fondamentale avere un team onesto”
Nel corso dell’intervista, Sinner ha poi ribadito un concetto che torna spesso nelle sue parole: l’importanza del team. Un tema che sente particolarmente vicino, anche guardando a realtà complesse come quella della Formula 1.
“È fondamentale avere sempre tutto il team dietro: persone oneste, che ti dicano quando vai bene ma anche quando le cose le fai meno bene o devi cambiare. Sono ancora giovane e tengo tantissimo a circondarmi di persone con valori umani forti, come quelle con cui lavoro e come la mia famiglia”.
IL LEGAME CON L’ITALIA
Non è mancato un passaggio sentito sul legame con l’Italia e sul peso positivo che il sostegno del pubblico può avere nei momenti chiave di una carriera. “Sono orgoglioso di essere italiano. Anche quando vivi momenti difficili, sai che non giochi mai da solo: hai una nazione, un popolo che ti supporta. In Italia c’è una passione enorme per lo sport, non solo per il tennis ma anche per la Formula 1 e il calcio. Bisogna essere orgogliosi di questo e andare sempre avanti”.
IL LAVORO QUOTIDIANO
Guardando invece al percorso sportivo, Sinner ha sottolineato quanto il miglioramento continuo sia ormai imprescindibile, soprattutto nel tennis moderno. “Il livello è sempre più alto e il miglioramento è una parte fondamentale. Se l’anno successivo vuoi mantenere lo stesso ranking o migliorarlo, devi continuare a lavorare e spingere il tuo corpo a fare sempre qualcosa in più”.
LA PASSIONE PER I MOTORI E L’AMICIZIA CON KIMI ANTONELLI
La conversazione si è poi chiusa su una delle grandi passioni extra-campo del tennista azzurro: i motori. Un interesse coltivato da tempo e vissuto in prima persona al Gran Premio di Abu Dhabi. “I motori sono una mia grande passione: adoro le macchine, adoro la velocità”.
Durante il pre-gara dell’ultimo Gran Premio ad Abu Dhabi l’altoatesino ha fatto l’hot lap con Kimi Antonelli. “Siamo molto amici, ci piace parlare un po’ di tutto. Vederlo così calmo e rilassato prima di una gara così importante è incredibile ed è anche una grande fonte di ispirazione”.
Ripensando all’esperienza in pista, Sinner ha descritto le sensazioni vissute a bordo dell’auto e l’ammirazione per le capacità dei piloti:
“Fare il giro veloce è stato pazzesco. È incredibile come riescano ad avere il controllo di queste macchine con apparente semplicità. Per loro guidarle è quasi naturale, un po’ come per me fare il mini-tennis. Mi affascina quanto siano veloci a pensare: quando hanno macchine vicine, quando devono superare, scegliere la strategia migliore, tutto a velocità incredibili. È qualcosa che mi appassiona davvero tanto”.
Con queste parole, Sinner ha chiuso l’intervista, racchiudendo in pochi concetti la sua visione dello sport basata su lavoro quotidiano, crescita costante e la bellezza della rivalità.