Diario di bordo, day 3 Roland Garros 2018: la Chiesa si sveglia in tempo, che match Klizan!

Doverosa premessa: oggi il primo pensiero deve andare ad Arianna Rossetto, giovane e appassionata tennista diciassettenne, morta a causa di un tragico incidente stradale. Da Tathiana Garbin, capitano di Fed Cup, sino a tutti i giocatori italiani, a Parigi quest’oggi si è parlato molto di Arianna (e di suo padre, coinvolto nello stesso incidente) e della sua drammatica vicenda, che ha scosso il mondo del tennis italiano. Tutta la redazione di Sportface si stringe sentitamente attorno alla famiglia Rossetto.

da Parigi, Alessandro Nizegorodcew

(Foto https://twitter.com/Carretero77)

Anche oggi (e questa volta non c’entrano i motivi professionali, devo ancora recuperare dalle fatiche del Foro Italico) arrivo tardi al Roland Garros. Giungo sul campo 13, dove è impegnata Deborah Chiesa, intorno alle 11.30. Il fido Stefano Berlincioni mi comunica che l’azzurra ha giocato, contro la talentuosa australiana Priscilla Hon, un primo set da terza categoria. Punti fatti: 8. Punteggio: 0-6. Nel secondo invece Deborah si riprende e, limitando gli errori e allungando gli scambi, chiude 6-2. Arrivo sul 13 sul punteggio di 2-2 nel terzo set, quando la Chiesa realizza il break dopo un game infinito. La Hon gioca davvero bene a tennis, la palla esce benissimo dalle corde e palese un’ottima sensibilità. Il suo tennis è però un po’ ‘randomico’. Come direbbe Fognini “gioca a caso”. La Chiesa invece si esprime pian piano sempre meglio chiudendo 0-6 6-2 6-4. Sul 5-4 e servizio ripenso a quando, qualche mese fa in Australia, non era riuscita a chiudere un match praticamente vinto contro la Lottner, rimandando sino a Parigi la prima vittoria in ‘quali’ Slam. Stavolta invece Debby è perfetta e tiene la battuta a zero. La gioia alla fine del match è meritata e ed emozionante (trovate qui l’intervista alla Chiesa), così come l’abbraccio a coach Francesco Piccari.

Mentre Francesca Schiavone chiude in tre set il match interrotto ieri per pioggia contro Carol Zhao, mi reco in sala stampa per scrivere alcuni pezzi e seguire, tramite la tv, un po’ tutti i campi. Noto che sta per iniziare il match di Francesca Di Lorenzo (foto a destra), statunitense che a breve dovrebbe ottenere il passaporto italiano (qui trovate tutta la sua storia, scritta in prima persona dall’italo-americana). A dare uno sguardo al match ci sono anche Tathiana Garbin e Francesco Piccari, nonché Paul Haarhuis, capitano di Fed Cup olandese al seguito di Quirine Lemoine. La Di Lorenzo ha una grinta pazzesca e non molla di un centimetro. Mancina, classe 1997, Francesca vanta un bel rovescio bimane, mentre il dritto può e deve essere migliorato molto. I piedi si muovono molto durante il colpo e l’anticipo dell’anca è troppo esasperato. Mi sposto sul 13 per l’inizio di Paolini-Diatchenko ma continuo a seguire la Di Lorenzo sul livescore e scopro con grande piacere che rimonta e vince 2-6 7-6 6-4.

Il match tra Jasmine Paolini e l’ex top-80 Vitalia Diatchenko, sin dai primissimi punti, lancia un messaggio chiarissimo agli spettatori: il livello è altissimo e la sfida vale, come minimo, un primo turno di main draw Slam. Purtroppo Jasmine non riesce a sfruttare alcune ottime occasioni nel primo set. Prima sul 4-3 15-40 e poi sul 5-4, quando ottiene, ma non converte, due importanti set point. I vincenti fioccano, da una parte e dall’altra. Stefano Berlincioni, detto ‘il Berli’, arriva regalandomi un non precisato dolce con la Nutella, che provoca l’invidia di tutti gli astanti, in particolar modo di Deborah Chiesa, appena giunta in tribuna. La sfida scivola via sino al 4-5, quando Jasmine perde la battuta, e il match, a causa di un doppio fallo sul 15-40.

Subito dopo è il turno di Lorenzo Sonego contro il coreano, noto per essere completamente sordo, Duck-Hee Lee (foto a sinistra). Sono molto curioso di scoprire questo ragazzo, classe 1998, di cui si dice un gran bene. Arrivano coach Gipo Arbino, allenatore di Sonego, Umberto Rianna e anche Federico Torresi. ‘Torre’ mi racconta di Lee e delle sue qualità, raccontandomi di un giocatore molto abile soprattutto sulle superfici veloci ma che ha un grande timing sulla palla. In effetti il timing è eccellente e di dritto, oggi, è devastante. Sonego, dal canto suo, non entra quasi mai in partita. Nel primo set perde subito la battuta e non sfrutta un importante 15-40 per rientrare, mentre nel secondo Lee è sostanzialmente perfetto. Un Sonego troppo difensivo e decisamente in giornata ‘no’ non riesce a far girare un match tosto ma alla portata del piemontese. Nel frattempo ‘potere polacco’ Hurkacz, alle nostre spalle, vince un grande match contro Hanfmann e gioisco dell’accaduto.

Gli italiani hanno giocato tutti, ma vi sono altri match interessanti da seguire. Ecco un breve riassunto di quanto visto:

  • Martin Klizan perde il primo set al tiebreak contro il giovanissimo Miomir Kecmanovic (classe 1999 ed ex numero 1 under 18). Nel secondo scioglie, come accaduto anche al primo turno contro Nagal, e va sotto di due break (7-6 4-1 40-0 per il serbo). Poi decide di tirare tutto, prendo sempre il campo, e si porta nuovamente al tiebreak, stavolta vinto in maniera convincente. È il match più bello, tra quelli che mi è capitato di vedere, di questi primi tre giorni di qualificazioni. Nel terzo set Klizan fa i buchi per terra da tutte le parti, alcuni tifosi francesi si fomentano e iniziano a tifarlo, anche se il sospetto (piuttosto fondato) è che il più rumoroso di loro si sia giocato casa sul buon Martin. Kecmanovic non molla, lotta, tira fuori alcuni rovesci lungolinea da urlo, ma deve cedere a causa di un break a metà parziale. Io e ‘Berli’ abbiamo visto Klizan ridere, ve lo giuriamo. Anzi, lo testimoniamo tramite fotografia di Stefano. L’abbraccio col suo tifoso è stato pazzesco.

  • Ho provato a dare un’occhiata anche ad Akira Santillan, altro nextgen molto interessante, ma arrivato sul bellissimo e nuovo campo 18 ho capito subito l’andazzo. Non c’è più storia, il francese Muller chiude 6-0 al terzo.
  • Sul campo 7 stanno giocando il terzo set Carlos Taberner, giovane spagnolo classe 1997, e il veterano Jurgen Melzer, semifinalista in questo torneo nel lontanissimo 2010. Taberner, miglioratissimo di rovescio e seguito in tribuna da Pablo Lozano e Sara Errani, strappa il servizio all’austriaco a metà set e chiude senza troppi patemi. Bellissimo il post partita dell’iberico, sommerso dall’affetto di tanti piccoli tifosi con i quali ha scattato circa 853 selfie.

  • Abbiamo visto Benoit Paire biondo…

La giornata si chiude qui. Domani tanti italiani in campo. Io e ‘Berli’ siamo pronti…

 

 

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