Finale di Coppa Davis: Murray contro tutti

jamie murray
di Fabio Ferro

Parliamo di favole, di quelle che nel tennis si vedono solo in Davis, dove saltano schemi, classifiche e gerarchie, dove conta solo l’agonismo e l’apporto individuale al servizio della squadra, della propria nazione. La favola stavolta è, da un lato, quella di Andy Murray, campione sfortunato, ma dalle qualità indiscusse, mentre dall’altro c’è il Belgio. Ebbene, da un lato abbiamo un tennista, dall’altro una squadra intera, composta da Goffin, Darcis e Bemelmans.

Può sembrare riduttivo che l’intera Gran Bretagna del tennis venga individuata in un solo atleta, ma è così. Murray rappresenta non solo l’unica speranza di vittoria, ma è anche l’unico tennista britannico nella top 100. Jamie Murray, James Ward e Daniel Evans sono tennisti dal cuore grande, ma poco possono David Goffin e Steve Darcis, rispettivamente no. 15 e 59 delle classifiche mondiali. James Ward è stato anche protagonista di una vittoria in Davis contro John Isner, match lottatissimo, finito al 15-13 al quinto set. Tuttavia, anche senza il suo apporto, la Gran Bretagna avrebbe vinto l’incontro e passato il turno.

La domanda che vale una Davis è: “possono Darcis e Goffin impensierire Andy Murray?

La risposta è “”. Partiamo da David Goffin. Completo, reattivo e con un tennis che toglie tempo agli avversari. A Miami è quasi riuscito a battere il n.1 del mondo, Novak Djokovic, che poi ha ripreso la partita. Goffin tira forte, piatto e veloce, un gioco che normalmente potrebbe essere comodo per Murray, se non fosse interpretato all’anticipo come fa esattamente il belga. È innegabile che Murray abbia una cilindrata superiore, ma Goffin è in ascesa ed è stabilmente nelle prime 20 posizioni mondiali, ormai, da più di un anno. È un tennista che non si batte da solo, che difficilmente ha una giornata di calo, piuttosto riesce sempre ad esprimere il suo livello di tennis. Da questa analisi è chiaro che molto dipende dal livello che Murray riuscirà ad esprimere. Rispetto, poi, agli altri due singolaristi britannici, Ward ed Evans, David è maggiormente quotato e vincente.

Steve Darcis è, forse, l’arma segreta del Belgio per la vittoria finale. Steve è dotato di un tennis molto divertente ed è un avversario molto ostico da affrontare per chiunque. Darcis è stato il primo carnefice di Nadal a Wimbledon 2013. Nessuno avrebbe scommesso un euro sulla sua vittoria sul maiorchino, eppure vinse. È un giocatore molto imprevedibile, che sa scendere a rete, servendo bene soprattutto in maniera complessa piuttosto che veloce.  Dotato di un back davvero fastidioso, tende a rompere il ritmo degli avversari, nell’attesa di entrare in chiusura con diritto. A rete è a suo agio e gioca molto bene anche di fino. Possiamo definirlo un braccino d’oro, un Federer in miniatura. Se in un torneo arriva spesso stanco già al terzo o quarto turno, sulla partita singola fa emergere la sua carica agonistica ed è davvero impronosticabile. Potrebbe impallare Murray, con il back lento e con poco ritmo, ma lo scozzese ha parecchie soluzioni per contrastare il suo tennis e sulla distanza dei 3 set su 5, Il belga dovrà trovare anche la forza giusta per resistere ad uno stacanovista come Andy. Rispetto a Ward e Evans la storia è diversa, ha il vantaggio della classifica e del momento di fiducia, ma la distanza non è affatto abissale. Se contro Evans il pronostico è dalla sua parte, contro Ward si prevede una bella battaglia tra due che hanno cuore e gambe, due che la Davis la onorano sempre e comunque. Il match tra i due sarà il punto di non ritorno della finale di Davis, soprattutto se ci sarà il primo giorno.

Andy Murray, però non è l’unico uomo da battere. Jamie Murray, infatti, è il secondo grande punto fermo della Gran Bretagna. Ha dimostrato, ancora una volta di essere un doppista di livello, qualora ve ne fosse stato bisogno. Insieme al fratello, infatti, si è reso protagonista di un doppio davvero ben giocato contro gli australiani Groth e Hewitt, due che il doppio lo masticano e come. Molti pensavano che fosse Andy il trascinatore, ma si sbagliavano. Jamie ha fatto sfoggio di una capacità di conduzione del gioco, di recupero e di schemi che hanno sostenuto il doppio britannico. Andy si affida a lui, si fida di lui e si lascia guidare punto dopo punto.

Proprio il doppio è ciò che ha tradito il Belgio lungo il cammino verso la finale. I titolari sarebbero Darcis e Bemelmans, ma l’unica volta che hanno giocato insieme, durante Belgio-Argentina, hanno dovuto cedere a Berlocq-Mayer, non proprio due doppisti specialisti. Eppure Bemelmans-Darcis è una coppia di tutto rispetto, da non sottovalutare. Se il primo è giovane e forse meno esperto, Steve Darcis è uno che di doppio se ne intende e sa interpretarlo. Olivier Rochus ha fatto coppia con lui per una carriera ed erano una compagine davvero dura da scardinare. Molto dipenderà dall’affiatamento del nuovo duo, che sicuramente proverà molto in vista della finale.

Stando ai numeri e alle classifiche, quindi, la Gran Bretagna può vincere in maniera facile, ma tutto ciò che riguarda la Gran Bretagna del tennis è di marca scozzese. È incredibile che una nazione come l’Inghilterra, con la sua tradizione tennistica, non abbia un solo atleta in top 100 e nemmeno molto altro all’orizzonte, che possa rendere un futuro agonistico meno tragico per il post-Murray. Ad ogni modo, è proprio questa mancanza di altri talenti britannici che apre la sfida e che rende tutto meno scontato.

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