La favola di Sara Marcionni, “pro” a 27 anni

L’età media del tennis mondiale si sta alzando, ma capita comunque molto raramente che i giocatori si affaccino al circuito professionistico dopo i 18 anni. Non è il caso di Sara Marcionni, 27 anni da Piateda (provincia di Sondrio, Valtellina), che ha scelto di lanciarsi a livello internazionale poco più di un anno fa, dopo varie stagioni al Tennis Rozzano, prima da giocatrice e poi da insegnante. Una crescita costante di livello di gioco e di motivazioni l’ha spinta a provarci, e i risultati del primo anno da “pro” sono andati ben oltre le aspettative. In doppio soprattutto, vincendo addirittura due titoli internazionali in poco più di un mese e riuscendo ad arrivare fra le prime 700 della classifica di specialità. Inoltre ha appena coronato il sogno di farcela anche in singolare, entrando nel ranking Wta alla posizione 1.251. Un traguardo vicino già da settembre e diventato realtà lunedì 5 dicembre, quando le è stato assegnato il punto conquistato due settimane prima ad Hammamet (Tunisia), terzo risultato necessario per conquistare la classifica. “Fino a qualche anno fa – racconta Sara – il mio sogno era arrivare in seconda categoria. Non mi sentivo all’altezza delle 2.8, mentre ora ho un posto nella classifica Wta. Le cose sono un tantino cambiate (ride, ndr)”. Ma nulla avviene per caso, e i traguardi recenti non sono altro che il frutto di una dedizione incredibile, che la accompagna da sempre. “Il primo anno che si allenava con noi – ricorda la sua coach Amanda Gesualdi – veniva a Rozzano tre volte la settimana, alzandosi alle 5 del mattino e cambiando una serie infinita di autobus e treni, per essere al club intorno alle 10. Ricordo che una volta nevicava, e nessuno di noi uscì di casa. Alle 9 del mattino mi chiamò: ‘dove siete tutti? Oggi non ci si allena?’. Era già arrivata al circolo, e c’era solamente lei. Quando ha un obiettivo, nulla la può fermare”.

Un carro armato che da quel 2007, quando a 18 anni era appena dentro alla terza categoria e quando si infortunava spesso, ha fatto un sacco di strada, sposando pienamente i percorsi proposti da Tennis Olistico. Così è diventata una tennista completa tecnicamente e fisicamente. “Il nostro metodo di lavoro – spiega – è diverso da qualsiasi altro, ed è stato fondamentale. Le altre giocatrici si concentrano solo su tecnica e tattica, mentre noi abbiamo un panorama molto più ampio”. All’interno del quale rientrano coaching, meditazione, alimentazione consapevole e tanto altro. “Abbiamo investito tantissimo – prosegue la Gesualdi – su un percorso di crescita psicologica, non perché Sara fosse debole, ma perché aveva un tennis molto istintivo e fisico, e faticava a incanalare l’energia nella giusta direzione. Oggi invece la parte mentale è uno dei suoi punti di forza”. Lo si è visto nei 16 tornei disputati a livello Itf, fra Italia, Francia, Portogallo, Svizzera, Serbia e Tunisia. “E diventeranno ancora di più il prossimo anno. Obiettivi? Semplice: riuscire a dare tutta me stessa. Sogno le prime 300 in doppio e le prime 500 in singolare. Magari un posto nelle pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia. Quest’anno l’ho sfiorato, l’anno prossimo voglio prendermelo”. E quando Sara si mette in testa una cosa…

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