Ciclone Petko su Parigi

Andrea Petkovic

di Giovanni Cola

Un dominio assoluto in ogni fondamentale, un’interpretazione della partita praticamente impeccabile da parte di Andrea Petkovic che ha spezzato (6-2 6-2) il sogno della nostra Sara Errani di raggiungere nuovamente la semifinale al Roland Garros. La tedesca, dopo un lungo ritardo nella programmazione dovuto alla pioggia che è caduta su Parigi per tutto il primo pomeriggio, non ha lasciato scampo alla tennista romagnola soprattutto tatticamente. Ha infierito su una seconda di servizio dell’azzurra veramente troppo tenera, è stata capace di ottenere punti decisivi con il dritto incrociato, sempre molto profondo, e, in particolare, non ha perdonato in più occasioni con il micidiale rovescio lungolinea. Inspiegabile in questo senso la scelta di Sarita di insistere sulla metà di sinistra del campo della Petkovic.

Standing ovation tuttavia del pubblico francese dopo l’ultimo punto della trionfatrice, una giocatrice falcidiata dagli infortuni nelle ultime due stagioni che ha avuto il merito non perdere la motivazione, resistendo alla tentazione di appendere la racchetta al chiodo. Pare infatti ora essere tornata più competitiva di prima. In questo torneo, nei giorni scorsi, è stata inoltre capace di sconfiggere anche un fastidioso virus intestinale.

Per la nostra portacolori resta il rimpianto di non aver saputo sfruttare un tabellone tutt’altro che ostico. Il match di oggi comunque non è praticamente mai stato in equilibrio. Dopo essere stata avanti 2-0 nel primo set, alla Errani si è totalmente spenta la luce. Forse non è stata troppo a suo agio neppure a causa delle condizioni climatiche: pioggerellina sottile durante la prima frazione e ripetute folate di vento che hanno caratterizzato tutta la sfida. Non bisogna però cercare alibi, Andrea ha decisamente meritato l’accesso alla sua prima semifinale Slam. Impressionante la differenza di pesantezza di palla tra le due atlete in campo. Per la tedesca è il coronamento di tanti sforzi che evidentemente non sono stati compiuti invano.

“Confesso di non aver mai baciato la racchetta prima di questo successo – ha dichiarato divertita la Petkovic in conferenza stampa – mi sono però fatta sopraffare dall’emozione, qualcosa di indescrivibile, e così, non avendo un ragazzo da baciare, l’ho fatto con la racchetta. A parte gli scherzi, devo dare molti meriti anche al mio coach. Avevamo studiato nei minimi dettagli un piano di gioco predefinito ed ha funzionato tutto alla perfezione”.

“Ero proprio scarica fisicamente – ha ammesso candidamente Sarita ai giornalisti – già avevo avuto un pericoloso campanello d’allarme con la Jankovic dove avevo dato veramente tutto. Finora mi avevano sostenuto i nervi, oggi sono crollata anche sotto quell’aspetto e purtroppo non c’è stata partita”.

Poco combattuto pure l’altro quarto di finale di giornata in cui Simona Halep si è assicurata la permanenza in tabellone (6-2 6-2) su una Svetlana Kuznetsova menomata da un infortunio alla coscia che ne ha sensibilmente limitato gli spostamenti dalla fine del primo parziale in poi. La rumena, anche lei alla prima semifinale Slam della carriera, è in ogni caso sembrata quasi sempre in controllo del gioco e di conseguenza del punteggio. Qualche scambio di pregevole fattura si è potuto ammirare solamente in avvio di match. A seguire la cavalcata di Simona verso il traguardo più prestigioso da quando è diventata professionista si è rivelata senza alcun tipo di intoppi.

“Acquisisco fiducia sfida dopo sfida e questo mi  dà un’ulteriore forza – ha detto la Halep a fine match – è stato decisivo pure riuscire a chiudere la pratica rapidamente. Un ruolo importante lo ha avuto, non da ultimo, anche il pubblico che oggi è stato quasi tutto con me. Evidentemente ci sono tanti rumeni anche qui in Francia…”

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