Sarita abbatte la Muraglia

Sara Errani

di Giovanni Cola

Ha sbriciolato, un mattone dopo l’altro, la fortezza cinese. Tatticamente non ha sbagliato nulla, è riuscita ad indurre più volte la sua avversaria all’errore, l’ha costretta sempre a giocare un colpo in più del dovuto. Sono queste alcune delle ragioni che hanno portato al trionfo di Sara Errani (6-3 4-6 6-2) contro Na Li nel loro quarto di finale agli Internazionali d’Italia. Una sfida che la nostra portacolori non aveva mai vinto prima, un successo che acquisisce ancora maggior gusto perchè si tratta del primo in assoluto contro una Top 3. “Il suo miglior match della carriera”, ha voluto sbilanciarsi così il coach di Sarita, Pablo Lozano. In effetti l’azzurra è stata implacabile, non permettendo alla sua avversaria di giocare con il tradizionale anticipo e neutralizzando in special modo il letale lungolinea di rovescio. Bisogna ammettere comunque che la vincitrice degli Australian Open non era nella sua giornata migliore. Un disastro sotto rete, una marea gli errori gratuiti (alla fine ne sono stati contati ben 51). Molti tuttavia sono indubbiamente stati indotti dalla sapienza della romagnola che ha ripetutamente messo pressione alla tennista asiatica nei momenti veramente importanti. In particolare nel set decisivo, quando dal 2-2 in avanti, Sarita non ha più praticamente sbagliato nulla. Si tratta della sua seconda semifinale consecutiva al Foro Italico, un traguardo prestigiosissimo che la Errani ha voluto dedicare al pubblico che non ha mai smesso di credere che l’impresa fosse possibile. E così è stato. La sua avventura a Roma non finisce qui. Domani c’è un’altra pagina di storia da scrivere, contro Jelena Jankovic.

Qualcuno dice addirittura che potrei arrivare fino in fondo – ha rivelato Sarita in conferenza stampa – ma a me non piace questa filosofia. Ho sempre focalizzato la mia attenzione su una partita alla volta e continuerò a farlo. Nella mia personale classifica questo match è da ricordare forse come quello con la Stosur a Parigi. Sono stata brava a non disunirmi e scoraggiarmi dopo aver perso il secondo set. Quello è stato il vero segreto. Era fondamentale interrompere la sua striscia di quasi 10 vincenti di fila. Ora in semifinale servirà una prestazione perfetta. Anche il nuovo movimento al servizio, forse poco bello da vedere, sta però cominciando a dare i suoi frutti. I tifosi sono stati straordinari comunque, anche nel match di doppio vinto con Roberta. E’ sicuramente un’arma in più quando gli incontri sono così tirati”.

“Ho avuto problemi di stomaco poco prima dell’inizio dell’incontro – ha dichiarato Na Li in conferenza stampa – credo fossero dovuti ad una pasta al sugo diversa dal solito che ho mangiato al Players Restaurant. La nausea non mi ha abbandonato neppure durante la partita e così non sono riuscita ad esprimermi al meglio. Penso di non averla digerita bene, però una cosa del genere non mi era mai successa. Non posso lamentarmi in ogni caso del mio percorso di avvicinamento al Roland Garros quest’anno. Ora ho una decina di giorni di tempo per ricaricare completamente le batterie”.

Vittoria dopo un andamento di gara sulle montagne russe per Ana Ivanovic che ha estromesso (6-4 3-6 6-4) dal tabellone la spagnola Carla Suarez Navarro, insidiosa specialista sul rosso. La serba non è stata brillante come nel match di ieri contro Maria Sharapova ma è stata in grado di staccare un biglietto per la semifinale grazie ad un maggior temperamento nei punti di svolta della partita. Ha cercato spesso di bucare la sua avversaria nel suo punto di forza, sulla diagonale di rovescio ottenendo alterne fortune. L’allungo decisivo della giocatrice balcanica nel terzo set è arrivato sul 4-4, nel momento in cui l’iberica ha forse pagato l’inesperienza nel saper gestire una situazione così delicata in un torneo di primissimo piano.

Si conferma invece un’assoluta padrona di casa sui campi del Foro Italico Jelena Jankovic che si è imposta (6-4 6-4) su Agnieszka Radwanska grazie ad una performance molto paziente che ha mandato in tilt i meccanismi della polacca. Aga è stata troppo poco mobile con i piedi negli scambi da fondo e la serba ha dato l’impressione di arrivare più lucida sulla palla. Micidiale il rovescio bimane di Jelena, ma la Radwanska quest’oggi si capiva che non era al top della forma anche dal suo body language eccessivamente remissivo.

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