Venus Williams: tutti i numeri della Venere Nera del tennis WTA


Gli ultimi anni di tennis femminile sono stati caratterizzati dallo strapotere di Serena Williams che non ha mai trovato un vera antagonista, aiutata da un ricambio generazionale deludente con tenniste ai vertici del ranking che non sono state in grado di raccogliere realmente l’eredità lasciatagli dalle giocatrici che insieme alle sorelle Williams avevano monopolizzato la scena nella prima metà del nuovo millennio. E la finale raggiunta da Venus Williams nel primo slam dell’anno non può far altro che scaturire una girandola di emozioni che si dividono tra il cinismo e la nostalgia, il fatto che l’americana abbia raggiunto l’atto conclusivo in Australia nonostante le trentasei primavere che si porta dietro può essere considerato un brutto segnale per un circuito WTA sempre meno entusiasmante e con giocatrici di punta che spesso faticano ad arrivare alla seconda settimana negli slam e che solo a sprazzi riescono a tenere testa alla regina incontrastata del tour. Ma nel momento in cui ci si rende conto che Venus scende in campo contro la sorella ed ha l’opportunità di aggiungere un altro titolo dello slam in bacheca dopo i problemi avuti nel 2011 (Sindrome di Sjögren) e uno strepitoso comeback fatto negli anni successivi a dispetto di tutti coloro che l’avevano data tennisticamente morta non si può restare indifferenti e all’improvviso diventa veramente facile capire perché ancora oggi quello tra le sorelle Williams sia l’incontro che a livello femminile ha il maggior appeal a livello mediatico e sia in grado di accendere l’interesse di appassionati ed addetti ai lavori.
Non poteva iniziare meglio il ventitreesimo anno nel circuito maggiore per la 36enne di Lynwood che debuttò nel 1994 a soli quattordici anni nel torneo di Oakland (California) dove ottenne una wild card. In quell’occasione a fare scalpore non fu tanto la vittoria nel primo turno contro la connazionale Stafford ma la sconfitta maturata solamente al terzo set il giorno successivo contro la Sanchez Vicario numero due del ranking (reduce in quell’anno dai successi al Roland Garros e agli U.S Open).
Da lì in poi un’escalation di traguardi raggiunti in un tempi spaventosamente brevi, nel 1997 il debutto in un torneo dello slam a Parigi seguito pochi mesi dopo dalla finale a Flushing Meadows dove viene fermata dalla elvetica Martina Hingis. Nel 1998 due successi nel doppio misto insieme a Justin Gimelstob agli Australian Open e al Roland Garros, il primo successo in un torneo del world tour in singolare a Oklahoma e l’ingresso per la prima volta nella top ten. Nel 1999 insieme alla sorella Serena conquista due slam in doppio (Roland Garros e U.S Open) ed infine nel 2000 la consacrazione con le vittorie nel singolare sull’erba di Wimbledon e sul cemento di Flushing Meadows, in entrambe le occasioni è arrivato il trionfo nell’atto conclusivo ai danni di Lindsay Davenport. L’anno della californiana viene addolcito ulteriormente dalla doppietta olimpica a Sydney.
Ad oggi Venus con i suoi 49 tornei conquistati in singolare (su 81 finali giocate) è la settima giocatrice di sempre con più titoli nel circuito WTA (la seconda in attività), a questi successi vanno aggiunti anche i 22 sigilli ottenuti in doppio e 5 medaglie olimpiche (4 ori e 1 argento). 15 sono le finali giocate in singolare nei tornei dello slam dove in 7 occasioni è riuscita a trionfare (5 Wimbledon e 2 U.S. Open), sorprendente il bilancio in doppio dove insieme a Serena ha portato a casa tutte le 14 finali giocate e infine 3 le finali giocate in doppio misto di cui due vinte.
In carriera Venus vanta ben 130 successi contro giocatrici nella top 10 e in 14 occasioni è riuscita ad avere la meglio su una giocatrice in cima al ranking WTA (in cima a questa speciale classifica c’è Martina Navratilova a 18 seguita a ruota da Serena a 16).
Inoltre la sua carriera è stata inevitabilmente caratterizzata dalla forzata rivalità con Serena. I confronti tra le due giocatrici sono 27 e al momento conduce la più piccola delle sorelle per 16-11, il primo incontro tra le due fu al secondo turno degli Australian Open del 1998 in quell’occasione ebbe la meglio Venus col punteggio di 7-6 6-1. Serena detiene il vantaggio negli scontri diretti su ogni superficie (cemento 10-8, terra 2-1, erba 4-1, sintetico 1-0), inoltre il bilancio in favore della sorella Michigan è di 10-5 negli slam, 7-2 nelle finali slam e 9-3 nelle finali. Magra consolazione il successo in doppio misto al Roland Garros 1998 dove Venus insieme a Gimelstob ebbe la meglio sulla coppia formata da Luis Lobo e Serena.
Ingrato con lei il sistema del ranking che l’ha vista raggiungere la prima posizione sia in singolo (2002) che in doppio (2010), anche se in tutta la carriera è stata al vertice delle classifiche mondiali per un totale di undici settimane (tutte nel 2002), non ha mai chiuso la stagione da numero uno e Wimbledon 2002 è l’unico slam giocato da lei come prima testa di serie.
Venus inoltre è terza nella classifica all-time dei prize money del tennis femminile con $35.785.743 guadagnati con i tornei in carriera (davanti a lei solo Serena e Maria Sharapova), è la vincitrice di Wimbledon con il ranking più basso della storia, nel 2007 trionfo da numero 31 del ranking (23esima testa di serie), dal 2007 al 2014 ha detenuto il record per il servizio più veloce (207,6 Km/h) prima che la teutonica Lisicki facesse registrare il nuovo record (210,8 Km/h) nel torneo di Stanford e infine con il successo nel torneo di Taiwan nella scorsa stagione è la quinta giocatrice più anziana ad aver vinto un titolo WTA all’età di  35 anni, 7 mesi, 28 giorni (davanti a lei in ordine Billie Jean King, Kimiko Date-Krumm, Martina Navratilova e Francesca Schiavone).
Con la finale raggiunta a Melbourne Venus è tornata a ridosso della top ten (11°posizione) e se dovesse confermare lo stato di forma messo in mostra nelle due settimane australiane non ci sono motivi per cui la questi numeri non possano essere ulteriormente aggiustati magari tentando di rimediare all’incolmabile gap con la sorella che è stata la giocatrice che ha messo in ombra buona parte dei suoi successi.

Leggi anche:

    None Found