Bolelli e Fognini si prendono l’Australian Open

Fabio Fognini e Simone Bolelli
di Andrea Martina

Non era mai successo in era Open, mai due italiani avevano raggiunto il tetto di uno torneo Slam nel doppio maschile. Ma alla fine arriva la coppia che non ti aspetti: Simone Bolelli, talento che ha attraversato anni durissimi tra infortuni e crisi di risultati e Fabio Fognini, il classico esempio di genio e sregolatezza applicato allo sport.
In finale hanno regolato con un doppio 6/4 la coppia francese Mahut/Herbert, arrivata alla finale del torneo dopo aver battuto due coppie di tutto rispetto: i connazionali Benneteau/Roger-Vasselin e l’affiatato duo Dodig/Melo, entrambe presenti alle Finals di Londra del 2014.

L’impresa è ancora più importante se pensiamo che gli azzurri non partono come doppisti, dato che hanno come primo obiettivo i tornei del singolare. Ma per chi segue i loro risultati da qualche anno questa vittoria era già nell’aria. Come per uno strano gioco statistico, gli anni dispari portano particolarmente fortuna a questa coppia: nel 2011 raggiungono a sorpresa le semifinali degli US Open e vincono il torneo di Umago, il 2013 li vede semifinalisti all’Australian Open e vittoriosi in quel di Buenos Aires e questo 2015 si è aperto con il botto. Il filo conduttore di questi grandi risultati è stata sicuramente la Coppa Davis, infatti quando in doppio ci sono stati Bolelli/Fognini la nostra nazionale ha vinto 4 volte su 5. Questa vittoria riscatta sicuramente il tennis maschile che veniva spesso bersagliato dagli appassionati, soprattutto se confrontato agli splendidi risultati ottenuti dalle ragazze negli ultimi anni. E invece ci ritroviamo a fine Australian Open con Seppi giustiziere di Federer e una coppia tutta italiana che ha vinto il torneo di doppio, impossibile immaginare di più.

Tra i quattro finalisti il giovane Herbert è stato sicuramente l’anello debole del match, deficit equilibrato però dal suo stesso compagno Mahut, che oltre a vantare una finale al Roland Garros nel 2013 era l’unico vero doppista in campo. La coppia azzurra, invece, ha avuto il pregio di saper adattare il doppio a quello che è diventato il tennis moderno: grande pressione da fondo campo, servizi vari e una difesa coraggiosa ed impeccabile.

L’inizio è stato tutt’altro che favorevole, i francesi sono partiti subito molto aggressivi arrivando a condurre per 3-1, ma nel game successivo due deliziosi lob di rovescio di Fognini segnavano i punti del contro-break. Così, tra le divertenti dichiarazioni di Panatta che sembrava non vedere un doppio dagli anni ’90 (“mi sembra un singolare giocato in 4”) e un violentissimo servizio di Mahut che colpisce il compagno Herbert in testa, il primo set arriva sul 4-4 con non poche tensioni: doppio fallo di Fognini, racchetta lanciata a terra e puntuale intervento di Bolelli che prende in mano la situazione e difende bene a rete. Il momento chiave si ha quando Herbert va a commettere due doppi falli che portano Bolelli a servire per il primo set. Il suo servizio, oggi solidissimo, fa il resto.

Nel secondo parziale la musica non cambia fino al 4-3 per Mahut/Herbert e Fognini a servire. L’ “anello debole” Herbert scompiglia la situazione trovando due colpi fulminanti da fondo campo che mandano lui e il suo compagno a due palle break che, tradotte, potrebbe portare virtualmente il match al terzo set. Gli azzurri escono alla grande da questa situazione e riescono a riportare il punteggio in parità giocando in maniera semplice e intelligente.

Serve Mahut che fino a quel momento ha concesso davvero poco. Ma arrivati a quel punto il francese, famoso alle cronache per quell’epico match contro Isner sui prati di Wimbledon, mette in campo tre servizi consecutivi e si vede arrivare tre passanti brucianti e tutti di rovescio: due di Bolelli ed uno di Fognini. I punti più belli del match.

Sul 5-4 Simone fa esattamente quello che è giusto: mettere 4 prime (di cui un ace decisivo sul 30-30) e lanciare la racchetta a terra per abbracciare il suo compagno.

Questa vittoria arriva nel momento opposto a come era iniziato questo percorso. Nel 2011 Bolelli era in una fase altalenante della sua carriera, costretto a giocare i challenger per tenere il treno dei primi 100, mentre Fognini iniziava a far vedere i primi numeri da futuro top 20. Oggi la situazione vede un Bolelli lanciatissimo per migliorare il suo best ranking (e in questo torneo aveva già fatto soffrire Federer in singolare) e Fognini alle prese con un momento di crisi di risultati.
Ma si sa, vincere aiuta a vincere e la medicina del doppio che tanto ha fatto bene a Bolelli nella sua risalita può sicuramente aiutare Fognini in un pronto riscatto.

Oggi hanno vinto i “ragazzi”, con Barazzutti che sicuramente si starà sfregando le mani in vista di una edizione di Davis che può vederci ancora come protagonisti, e questo successo è allo stesso tempo punto d’arrivo per il gran bel percorso che tutti e due hanno scelto con coraggio e punto di partenza per un 2015 da protagonisti.

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