Diario di Bordo dal Roland Garros (2)

Andrea Arnaboldi
(Andrea Arnaboldi firma autografi all’uscita del campo 7)

da Parigi, Alessandro Nizegorodcew

Il risveglio mattutino, finalmente alle ore 10 (meritato riposo dopo 3 settimane full-time), è sotto una copiosa pioggia parigina. Sicuramente non si inizierà a giocare prima delle 13/13.30 e mi metto con calma a lavorare ad alcuni articoli in sospeso.

Mi presento al Roland Garros mentre Potito Starace è avanti 6-4 4-1 sul giapponese Sugita. Non vedo la finale del match perché mi reco sul campo 16 dove Burnett e Zheng stanno lottando nel terzo set. Mi siedo nell’angolo di «Asia» con il coach, mamma Burnett e anche Lorenzo Giustino e Roberto Fabbiano (il fratello di Tommy). Purtroppo la Zheng è una tennista molto completa, sa giocare in top spin e in back e se la cava anche nei pressi della rete; anche il servizio non è male. La Burnett soffre di questo problema al gomito che la limita moltissimo nel diritto, mentre con il rovescio, grazie all’aiuto della mano sinistra, riesce a giocarla come sempre. Sul 5-4 Zheng si gioca un punto molto lungo, con la cinese a rete e Asia che ha due passanti (il primo di rovescio, più semplice, il secondo di diritto) da chiudere ma la Zheng fa un miracolo e si salva. Sul match point grande slice da destra e match portato a casa dalla cinese 6-1 5-7 6-4. Parlo qualche minuto con mamma Burnett. La situazione non è semplice, speriamo si risolva per il meglio.

Campo 7 Roland GarrosE’ iniziato il match di Andrea Arnaboldi sul campo 7 (nella foto a sinistra), definito da Cristian Sonzogni (che mi raggiunge a seguire l’incontro) «il centrale delle qualificazioni». Arna è opposto al giovane francese di colore Johan Sebastien Tatlot, classe 1996 e numero 538 Atp. Il primo set va via piuttosto agevolmente per Andrea (6-3), seguito in tribuna da coach Fabrizio Albani. Nel secondo Tatlot inizia a spingere maggiormente con entrambi i fondamentali e anche il servizio funziona bene. Il ragazzo ha stoffa, ma fa ancora un po’ di «casino» in campo. Scelte tattiche a volte discutibili, ma la potenza è notevole. Straordinario un passante che porta il francese al break, in corsa di diritto su uno smash dell’azzurro. «Anche se Lokoli mi pare più forte in prospettiva» – sentenzia Sonzogni. Il secondo set è una vera battaglia, vinta alla fine da Arnaboldi che strappa il servizio a Tatlot sul 6-5. A fine match miliari di autografi per Arnaboldi che, non abituato a gestire una situazione del genere, viene travolto a sorpresa dalla folla.

In tutto ciò avrei visto volentieri una parte del match di Paolino Lorenzi, ma in pochi minuti ha asfaltato 6-1 6-1 Safwat e non ho fatto in tempo. Ricomincia a piovere mentre Krajinovic e Couacoud sono 6-6 al terzo (vincerà l’ex enfant prodige serbo, prossimo avversario di Giustino) e me ne torno a casa. Domani non ci sarà il sole, ma la pioggia (sicuramente presente) non dovrebbe disturbare troppo il programma.

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