Passo dopo passo

di Sergio Pastena

Non è il viso di chi ha sofferto molto…

In realtà Rotterdam sarebbe stato il torneo delle sorprese, anche se la vittoria finale di Tomas Berdych tutto può essere definita salvo che tale. A guardar bene, però, trovare tra i semifinalisti Gulbis e, soprattutto, l’olandese Sijsling non era qualcosa che ci si aspettava alla vigilia.

In un torneo quasi orfano di italiani (Seppi caduto proprio contro Berdych al primo turno) i due principali favoriti, Juan Martin del Potro e Andy Murray, si sono fatti sorprendere ai quarti rispettivamente da Gulbis e Cilic, mentre la wild card Sijsling, dopo aver fatto fuori Youzhny, è stato bravo ad approfittare della caduta di Gasquet e quasi faceva lo scherzetto anche a Cilic.

Alla fine il croato ha fatto quello che ha potuto contro Berdych, ma per lui solo note liete: la condizione è buona. Altri spunti degni di nota? Beh, di certo Thiem che batte Nieminen e strappa un set a Murray e un Janowicz che, seppur perdente, cresce ed è stato l’unico a strappare un set a Murray.

Fabio fa un altro passo…

Alla fine il trofeo lo ha alzato lui…

Superare i propri limiti: si può, ma va fatto un passo alla volta.

Ad esempio Fabio Fognini non aveva mai superato Tommy Robredo sulla terra e stavolta ce l’ha fatta, sudando e in tre set. La finale di Buenos Aires, persa contro l’altro tabu David Ferrer, porta solo spunti positivi: persino se guardiamo alla classifica che non si muove, c’è la consapevolezza che nei “Non Countable” entrano 150 punti ottimi per attutire eventuali botte quando arriveranno le cambiali grandi.

Per il resto Volandri ha testato il giovane Garin prima di cedere a Ramos e di sorprese ce ne sono state ben poche: in semifinale le prime quattro teste di serie con Almagro che, ovviamente, non ha fatto nessuno sgarbo a Ferrer.

Tutto oKei

Mica male il trofeo…

Difesa con successo, ma non ce ne voglia nessuno se diciamo che il tabellone capitato a Kei Nishikori a Memphis non era certo terrificante: Benjamin Becker, Bogomolov, Russell in semifinale e all’atto conclusivo Karlovic, che sarà sempre temibile ma non è Djokovic.

E allora due parole dedichiamole proprio a Russell, che va per i 36 e piazza una semifinale giustiziando Lleyton Hewitt. E magari a Bogomolov, che elimina Querrey e Harrison e strappa un set a Nishikori dando segnali di risveglio.

Italiani? A Memphis? Ma dai…

Avete presente Rafa?

La difficoltà si alza per Fabio. Se in Cile era la prima testa di serie e in Argentina la seconda, l’Atp 500 di Rio de Janeiro lo vede al terzo posto perché a fare la parte del leone c’è un signore che si chiama Rafael Nadal.

Il ligure, fortunatamente, è finito dall’altra parte del tabellone: quella dove c’è Ferrer, che pure non è un agnellino ma decisamente meglio. Presente anche Filo Volandri, che ha un primo turno non impossibile contro il qualificato Lajovic. Sgfide da segnalare: Almagro-Dolgopolov per gli amanti del bel tennis e Giraldo-Bellucci per i masochisti.

Largo ai giovani

Dietro quei due, tanto spazio. A Marsiglia Gasquet e Tsonga, come prevedibile, monopolizzano i favori del pronostico, ma per il resto il tabellone sembra fatto da outsider a partire dalla terza testa di serie, un Gulbis in fase di rilancio. Il quarto posto vede il nostro Seppi mentre, per il resto, c’è una bella sfilata di francesi.

Interessanti le wild card, insolitamente non nazionalistiche: c’è il francese Olivetti, ma anche l’inglese Edmund e l’australiano Kokkinakis. Curiosa sfida tra stili totalmente differenti tra Mahut e De Schepper, mentre le qualificazioni vedono arrivare allo step decisivo gli inglesi Ward e Evans: fosse che in Gran Bretagna qualcuno si stia svegliando oltre che Murray?

Tunz! Tunz! Tunz!

Delray Beach, o come dicevan tutti “Scansatevi che piovono proiettili”. A ritmo di dance, se qualcuno ricorda.

In effetti Isner, Cilic, Nishikori, Pospisil e Anderson danno garanzie di grinta ed agonismo ma non certo di stile e grazia. A rimediare ci pensano Haas e Lopez, che però sono dalla stessa parte ed in rotta di collisione. Wild card per Baghdatis, che ci prova al primo turno col giovane Vesely, mentre le qualificazioni non prevedono nomi di spicco.

Italiani? A Delray Beach? E dai…

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