Wimbledon 2022 in pillole (Day 3) – In questo mondo di eroi, nessuno vuole essere Casper

Vi siete accorti anche voi, che in questo mondo di eroi. Nessuno vuole essere Casper? All’indomani del concerto di Cremonini allo Stadio Olimpico, re indiscusso delle storie Instagram di Roma e dintorni, ho trovato la dimensione perfetta per Casper Ruud proprio all’interno delle canzoni di “Re Cesare”. In Italia come all’estero ha destato perplessità vedere il norvegese come terza testa di serie, ma classifica e vicissitudini varie parlano chiaro. Il seeding maschile a Wimbledon d’altronde non ha mai messo tutti d’accordo, la campagna di protesta partì dall’abolizione del comitato di selezione nel 2002 e ha poi mandato in pensione la formula matematica studiata ad hoc. I Championships sono ora allineati a tutti gli altri tornei del globo, ma le polemiche non si sono placate. Intanto tra i pochi quasi specialisti Hurkacz e Auger-Aliassime hanno salutato Londra, mentre Ruud le attenzioni erano sul capo espiatorio Ruud.

Chiusa la polemica tra tra me e il sottoscritto, ecco a voi le pillole del day 3 di Wimbledon:

  • “There are no matches in play currently”, semplicemente una buona scusa per pranzare a mezzogiorno.
  • Raducanu cede prematuramente anche sull’erba di casa, lo fa contro una discreta Garcia. Continuo a rimanere dell’idea che la britannica possa essere una giocatrice vera, perché il tennis giocato a New York è frutto di due settimane a mente libera, ma non della casualità, specialmente per le tante variazioni viste. La faccenda coach resta tragica sia dal punto della comunicazione che da quello pratico. Bocciato anche l’eccellente Torben Beltz, a questo punto non è tanto una questione di nomi più o meno altisonanti. Per questo anche Riccardo Piatti, sogno di primavera, al momento difficilmente sarebbe la soluzione ideale. Il maestro è di valore assoluto ma vuole essere seguito in tutto e per tutto, Emma al contrario non vuole ancora essere discepola di nessuno. 
  • Novak Djokovic a Wimbledon è come un KitchenAid, funziona a dieci velocità e le alterna egregiamente.
  • Stregati e traditi. Ci fa sentire così Anett Kontaveit, che ho ammirato recentemente dal vivo a Roma contro Petra Martic in una delle prestazioni individuali peggiori dell’intero torneo. La numero tre del mondo è in crisi di risultati nel 2022 ed in generale negli slam, negli ultimi sette giocati non è mai andata oltre il terzo turno. Passa così in sordina la vittoria della tedesca Jule Niemeier, che effettivamente non ha dovuto fare niente di speciale per far maturare il 6-4 6-0 finale.
  • Jannik Sinner vince, convince e lascia qualcosa per strada. Le soluzioni che sta implementando su erba gli danno una marcia in più. Ymer è un mostro di discontinuità, ma questo non intacca la prova dell’altoatesino. Il coraggio nell’andare fuori dai soliti binari è da apprezzare, in particolar modo per come ha inserito il drop shot nel suo gioco ed oggi anche per le discese a rete, sia quando è lui a costruirle che quando è l’avversario a chiamarlo. Alla stretta di mano è la classica partita che sarebbe potuta durare un mezz’ora in meno, ma i segnali sono più incoraggianti di ciò che dice il punteggio. Jannik sui prati ci può giocare bene e lo farà sempre meglio, il terzo turno contro il vincente di Murray-Isner sarà a prescindere la prova fondamentale per capire quanto lo possa fare nel breve termine.
  • Conosco tanti “Kyrgios” che vorrebbero essere Federer, ma dovrebbero ambire ad essere Ruud. L’approccio alla carriera e l’approccio all’erba del norvegese è ammirabile. Giocatore che non ti fa saltare sul divano, già in grado però di andare oltre ad ogni aspettativa di carriera crescendo anche sul cemento provando ad adattarsi senza snaturare le sue migliori qualità. Le vicissitudini lo hanno portato ad essere la tanto criticata terza testa di serie e contro Ugo Humbert, uno dei migliori interpreti dei prati tra le non teste di serie, vince un set rallentando lo scambio, provando a far giocare palle all’avversario e facendo tutto ciò che non si dovrebbe fare. Casper lotta e cede in quattro set, ma lo fa mettendosi in discussione e provando a trovare una soluzione per coniugare l’erba ed il suo tennis. Poco male la sua eliminazione, adesso avrà tempo per confermare i punti delle vittorie tanto criticate a Bastad, Gstaad e Kitzbuhel. Che c’è di male? Tutti liberi di provarci. D’altronde lo stesso Fognini ci ha fatto gioire confermando spesso lì la propria top 20. 
  • “Non centrerebbe l’acqua dal ponte di una nave amici”, Dan Peterson commenterebbe così un gratuito di Garbine Muguruza
  • Zhang-Kostyuk? No comment. Più di qualche addetto del settore ha notato un flusso esagerato di giocate sulla vittoria della cinese, circa il 95% del totale. Non entro nel merito della questione non avendo avuto modo di approfondire, qualcuno sicuramente lo farà, tenendo in considerazione che si tratta di torneo senza punti in palio
  • Alcaraz bravo, forte e furbo. Dopo aver sofferto la pressione di Parigi nel primo slam giocato dichiaratamente da favorito, è riuscito subito a scaricarsi di ogni responsabilità a Wimbledon. Curioso di vederlo più avanti. 

 

 

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