Analisi su Thomas Fabbiano

di Roberto Commentucci

Al challenger romano del Garden, sullo stesso campo dove 3 anni fa Fabio Fognini aveva compiuto una sensazionale rimonta contro Lokas Dlouhy, un altro giovane azzurro, Thomas Fabbiano, ha tentato la sorte contro un giocatore ben più solido ed esperto, lo statunitense Hugo Armando. Thomas ha ceduto abbastanza nettamente, con un rapido 63 61 ad un avversario troppo più potente di lui.

Il pugliese era andato avanti di un break nel primo set, ma la reazione dell’americano è stata veemente: con una serie di rabbiose accelerazioni di diritto si è aggiudicato 4 giochi consecutivi portandosi sul 5 a 2, per poi chiudere 63. Poca storia nella seconda partita, anche se va detto che Fabbiano ci ha provato fino all’ultimo.

Rispetto allo scorso anno Tommy è sembrato decisamente progredito nel diritto, un colpo con il quale può comandare lo scambio, e ha confermato in alcuni frangenti le sue ottime doti di tocco e nel gioco al volo. Le note dolenti della prestazione odierna sono due: il servizio e la risposta, in particolare di rovescio. Tommy ha messo in campo pochissime prime palle, e quindi è stato costretto ad affidarsi eccessivamente alla seconda, un colpo abbastanza profondo, su cui si vede che ha lavorato molto, ma che è ancora discontinuo. Armando è riuscito raramente ad entrare con la risposta, ma Tommy per tenerlo lontano ha commesso una decina di doppi falli. Troppi.

In risposta, Thomas non è mai riuscito a trovare il tempo sul pesante kick dell’avversario. Il suo rovescio bimane in risposta risultava quasi sempre troppo corto, permettendo ad Armando di chiudere facilmente con il colpo successivo.

Data la scarsa efficacia dei suoi colpi di inizio gioco, quindi, Tommy è stato sempre in difficoltà e non è quasi mai riuscito a far valere nello scambio il suo buon bagaglio tecnico, anche se un paio di palle corte, due ottime volee e alcune buone geometrie si sono viste. Inoltre, il ragazzo ha mostrato un atteggiamento in campo molto maturo, senza le tristi scenette alle quali i nostri junior ci avevano abituato nel passato ed è stato nel match con la testa fino alla fine, dimostrando serietà e determinazione.

Resto del parere che Fabbiano, per quanto possa potenziarsi fisicamente, non sarà mai un giocatore da terra rossa. Le sue doti di anticipo e di tocco sono meglio valorizzate dai campi veloci. Ma bisogna migliorare il servizio. Buon lavoro, Tommy.

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