Donati mi piace…

di Mario Polidori

Controcanto

Donati mi piace.

Donati mi piace perché lo ricordo quando aveva 8 anni, che sotto gli occhi lucidi del suo maestro Marchegiani, in quel di Alessandria, si infilava in tutti i campi liberi o occupati a far impazzire i vecchietti, orgogliosi del suo talento.

Donati mi piace perché mangiava pane e tennis, si aggirava come un condor per i campi con la sua racchettina sempre pronta.

Donati mi piace perché ha carattere, ha la stoffa del campione, sta in campo per vincere dando fondo soprattutto al suo talento, piuttosto che agli allenamenti alla Ivan Drago che sono tanto di moda in questi anni e che hanno distrutto le carriere di molti.

Donati mi piace perché contro Viktor Galovic, al challenger di Bergamo, e nel primo turno di qualificazioni, ha perso al terzo set dopo una partita in cui ha giocato senza paura, convinto dei suoi mezzi, senza nessuna incertezza.

Donati mi piace perché Galovic è approdato in semifinale e ha 5 anni più di lui.

Donati mi piace perché sbuffa, impreca, ma non perde mai di vista il match, un umano in campo, capace di fare spettacolo.

Donati mi piace perché ha 17 anni, non è ancora appesantito dall’usura, e conserva grandi margini.

Donati mi piace perché il suo estro lo fa rendere sempre almeno un 20% in più delle sue reali possibilità, perché dispone di una tecnica che gli permette di giocare qualsiasi colpo e in qualsiasi situazione.

Donati mi piace perché non ha scoperto per caso di poter essere forte in questo sport, se n’è innamorato prima, ha quella patologia tipica dei campioni.

Sì, ha tutto quello che serve, ci vorranno soltanto i giusti incontri, le giuste scelte e un pizzico di fortuna.

Mario Polidori

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