Fed Cup, la Repubblica Ceca ipoteca la vittoria

repubblica ceca finale fed cup 2014

di Salvatore Petrillo

A Praga, la Repubblica Ceca vola sul 2-0 e mette una seria ipoteca sulla terza Fed Cup in quattro anni.

Petra Kvitova d. Andrea Petkovic 6-2 6-4

Nel match di apertura di questa finale a spuntarla è la padrona di casa Petra Kvitova in un incontro praticamente a senso unico. Punteggio, infatti, che rispecchia perfettamente l’andamento della partita, con la ceca, praticamente sempre in controllo, che ha avuto un piccolo calo di rendimento al servizio tra primo e secondo set, del quale la tedesca non è riuscita ad approfittare.

Nei primi games è subito chiaro il canovaccio del match, con la Kvitova che cerca di accorciare il più possibile gli scambi, rischiando anche qualche errore non forzato, ma tenendo sempre in mano il pallino del gioco. La Petkovic comincia subito con qualche problema al servizio, la sua seconda è facilmente attaccabile, e la ceca va in un batter d’occhio sul 3-0 e poi 5-1. La Kvitova non chiude subito nonostante due set point, ma strappa ancora il servizio alla tedesca per il 6-2, in 35 minuti.

Il secondo parziale si apre subito con il break della Petkovic, che però non riesce ad allungare e lo restituisce nel game successivo. Da qui in poi si seguono i servizi fino al 5-4 Kvitova: una sola palla break in questi 7 games, annullata dalla Petkovic, ma l’impressione è che sia sempre la tedesca ad essere in apnea nei suoi turni di battuta, mentre in risposta appare stanca, in ritardo, con un timing imperfetto, probabile sintomo delle scorie post Sofia. Sul 5-4 si concretizza la superiorità della Kvitova, che chiude al primo match point grazie a un dritto lungo della Petkovic.

Emblematico, dunque, questo primo match riguardante queste due giocatrici: Kvitova che se in giornata diventa quasi incontenibile, Petkovic affaticata dopo la lunga risalita stagionale e il finale di stagione nel “Masterino”, ed ecco che la presenza della Lisicki nel secondo singolare di domani diventa molto più di una possibilità.

Lucie Safarova d. Angelique Kerber 6-4 6-4

Completamente diverso, come prevedibile, il copione del secondo match di giornata, quello tra la Safarova e la Kerber. Scambi prolungati e molto duri da fondo, attacchi davvero limitati, tutto ciò dovuto anche alla pesantezza del punto in gioco.

A partire meglio è la Kerber: molto aggressiva nei turni di servizio dell’avversaria e autoritaria quando è lei alla battuta, tanto da procurarsi subito palle break nel terzo gioco, annullate dalla Safarova. Ma l’inevitabile break arriva nel quinto game, break confermato nel gioco seguente: 4-2 Kerber. Da qui in poi, la Safarova sale di livello, si fa più aggressiva, recupera il break con alcuni dritti sontuosi, fino a quando la Kerber va a servire sul 4-5. Qui, in un game lottatissimo, quello che succede ha dell’incredibile: sul set point Safarova, Kerber manovra benissimo col dritto facendo fare il classico “tergicristalli” alla ceca, ma su un lungolinea da lei ritenuto (chissà perché) vincente, esulta, facendosi chiamare palla disturbata dalla Asderaki e consegnando il set alla Safarova.

Ciò che accade alla fine del set non sembra però scuotere troppo la tedesca, che ritorna a farsi aggressiva, breakka l’avversaria nel primo game e allunga sul 2-0. La Safarova non molla, rientra sul 2-2 ma cede immediatamente dopo il servizio a 15. Si va al cambio campo sul 4-3 Kerber, ma qui, ancora una volta, la tedesca si inceppa: alla prima palla break si fa strappare il servizio dalla ceca, non sfrutta la palla che l’avrebbe mandata a servire per il set e, anzi, va subito 0-40 nel decimo gioco.

Annulla le prime due palle match, ma alla terza è costretta a capitolare. La Safarova vince con un doppio 6-4, in un match molto nervoso (anche la Rittner è apparsa molto tesa) grazie ad una Kerber che è mancata al servizio nei momenti chiave.

Domani sarà proprio la Kerber ad aprire il programma, contro la numero 4 del mondo Kvitova, ma l’impresa si presenta quasi impossibile, visto che mai nessuna nazione è riuscita a recuperare uno svantaggio di 0-2.

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