La copia di mille riassunti

di Marco Mazzoni

Inutile girarci intorno, il 33esimo match Roger vs Rafa è stata una delusione. Totale. E non parlo minimamente dell’esito dell’incontro visto che il pronostico era molto sbilanciato sullo spagnolo (Roger non lo batte in uno Slam dal 2007, vorrà dire qualcosa…), ma per come si è svolta la partita. In sede di presentazione in tanti, io compreso, avevamo studiato il match, l’andamento dei due campioni nel corso del torneo e dall’inizio dell’anno. Se ero sicuro che Nadal avrebbe aumentato notevolmente i giri-motore del suo tennis, tornando quella macchina infernale vista contro Kokkinakis e Monfils, dall’altro lato c’era la speranza di assistere ad un Federer non tanto vincente ma propositivo, diverso. Sia contro Tsonga che contro Murray si erano viste novità interessanti. Non solo il numero importante di discese a rete, ben 66 contro lo scozzese premiate da 49 punti (un eccezionale 74%), ma un atteggiamento mai attendista. Come se Roger finalmente avesse materializzato dentro di sé che a 33 anni non è possibile reggere gli scambi continui, lunghi e durissimi imposti dal Nadal o Djokovic di turno e mantenere sulla lunga distanza la lucidità e reattività necessaria a produrre un tennis difficile come il suo. Meglio cambiare rotta e attaccare. Non proprio all’arma bianca, ma muovere subito il gioco, tagliare il campo con diagonali strette, anticipare di brutto e rischiare tantissimo già dalla risposta. Provarci, sempre e comunque, perché tanto finire nella palude dello scambio in top vuol dire annegare.

Si sperava che Federer potesse provare per una volta a cambiare le carte in tavola, tentare di assaltare la diligenza chiamata Nadal con estremo coraggio. Il tutto restando fermo per l’intero match o per la maggior parte del tempo possibile a questo nuovo piano tattico, e vederne i reali effetti sulla lunga distanza e contro l’avversario tecnicamente più complicato.

Purtroppo è accaduto solo in minima parte. A rete c’è andato abbastanza spesso, ottenendo anche appena più del 50% dei punti, ma sono stati attacchi sporadici, scelte del momento e non dettate ad un game plan diverso.

Chiaro che abbattere questo Nadal è impresa quasi impossibile, perché Rafa è sempre veloce, cattivo sportivamente, aggressivo. L’iberico è stato eccellente per come ha via via intensificato la potenza della spinta, trovando palle molto lunghe e continue, e rarissimi errori non forzati. Il suo terrificante top spin volava altissimo, per le grafiche di ESPN ben 7 inches più alto della media nel torneo a pizzicare il rovescio di Roger. In pratica Nadal ha fatto quello che ci si aspettava, e l’ha fatto come di consueto benissimo. Una macchina sportiva quasi perfetta per le condizioni di gioco attuali.

La delusione deriva invece dalla condotta di gara di Federer, che fin dai primissimi game, quando era fresco e reattivo al massimo, non ha mai provato non tanto a scendere a rete a ma tenere al massimo l’aggressività, cercando in ogni punto di togliere il tempo a Nadal, anche a rischio di sbagliare. Si è fatto quasi subito irretire nello scambio, provando quindi a muovere il gioco “nello scambio”. Come altre volte. E come altre volte ne è uscito sconfitto nettamente, perché solo con il Roger qualche anno fa, quando era al massimo dell’efficienza fisico atletica, oppure con condizioni di gioco ancor più rapide, ha delle chance di dominare il rivale nello scambio.

Si sperava di vedere un Federer diverso, pronto a rischiare il tutto per tutto vista la ritrovata buona forma atletica. Pronto anche rischiare di prendersi decine di passati in faccia o traccianti in risposta ai suoi attacchi angolati, pur di testare queste novità “edberghiane”. Non è accaduto niente di tutto ciò ed è andato in scena “la copia di mille riassunti” per rubare un bel verso a Samuele Bersani. Da questo viene la delusione, non dalla sconfitta ampiamente meritata.

Nadal domenica vincerà quest’Australian Open, difficile pensare il contrario visto che l’ottimo Wawrinka sta giocando il miglior tennis della carriera ma non ha mai vinto nemmeno un set contro Rafael in 12 partite.

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