Tristan Lamasine: sorprendere in silenzio

Tristane Lamasine
di Fabio Valente

Immaginate un ragazzotto ben piazzato, transalpino e di carnagione scura, muoversi timido, racchetta in mano, tra un campo da tennis e l’altro in occasione degli annuali tornei francesi riservati alle giovani promesse della nazione. Non molto differente doveva apparire Tristan Lamasine, classe ’93 e nativo del ridente paesino gotico di Thiais, Ile-de-France, sino a pochi anni fa, quando ancora si destreggiava tra tornei open e prime presenze nel circuito Future. Stupisce perciò in molti leggere proprio il nome del talentuoso giovane d’oltralpe nell’elenco dei vincitori di un torneo a livello Challenger, Tampere per la precisione, già nel 2015.

Non è infatti assai improbabile vedere un vincitore così giovane in un torneo già di una certa importanza: nel tennis odierno la precocità è divenuta uno dei fattori caratterizzanti di numerose future promesse, basti pensare ai nomi di nuovi talenti quali Kyrgios, Coric, Zverev, alle nuove sorprese Kokkinakis, Chung e al vastissimo elenco di giovani non ancora diciottenni ma già sotto gli occhi dei riflettori da mesi grazie a stupefacenti prestazioni e vittorie e agli altissimi margini di miglioramento. Si resta a bocca aperta perciò nel trovare vincitore a Tampere, dopo una lunga e trionfale cavalcata turno dopo turno, un giovane di quelli “venuti dal nulla” o quasi, capace di vincere, prima della trasferta finlandese della scorsa settimana, solamente un solo torneo a livello Future, nella terra natìa francese.

La storia di Tristan Lamasine è particolare, certo più di quelle di altri giovani tennisti, coetanei e non, francesi o no. Semplicemente, al contrario delle numerose meteore pronte ad esplodere da un momento all’altro sin dai quattordici anni a malapena compiuti, Tristan è il prototipo di giovane sconosciuto, emerso dalla fucina di talenti francese che ha sfornato anche giovani del calibro di Lucas Pouille, Pierre Hugues Herbert, Mathias Bourgue, Calvin Hemery, Maxime Hamou o Enzo Couacaud, ma cresciuto nel silenzio. Gli americani sono soliti dire, nelle competizioni automobilistiche, la sbalordita esclamazione “he came out of nowhere!” ad indicare un pilota emerso vincitore a sorpresa proprio negli ultimi giri di gara.

Pare che la definizione made in USA sia perfetta per Lamasine, il cui nome è stato finora da molti ignorato, a torto, nell’elenco dei giovani talenti da tenere d’occhio per il prossimo futuro in ambito tennistico. La carriera di Tristan è stata effettivamente, durante i primi anni, un continuo ma forse lento e insoddisfacente progresso, tanto come risultati quanto come posizione nel ranking mondiale. Terminati gli anni di gavetta fra i tornei Open, Lamasine ha esordito a livello Future nel 2010, vincendo in Francia il suo primo match. Nel 2011 è stato il turno della prima vittoria a livello Challenger, nelle non improbe qualificazioni di St. Brieuc, Francia.

Il 2012 porta con sé, insieme al ventesimo compleanno di Tristan, come migliore risultato una magra semi-finale a livello Future, questa volta nel vicino Belgio. L’anno successivo è il momento delle prime finali in carriera, due ed entrambe perse, nei Future in terra francese e turca, e della prima entrata in un Main Draw a livello Challenger (Tangert, Marocco). Si tratta di piccole, vane soddisfazioni e non certo di traguardi degni del nuovo eroe nazionale francese a livello tennistico, eppure il progresso di Lamasine non si ferma: nel 2014 giungono assieme l’esordio nel circuito ATP, una semi-finale a livello Challenger ad Alphen, Paesi Bassi e la prima vittoria nel circuito Future, ancora in Francia.

Il 2015 non inizia nel migliore dei modi per il nativo di Thiais e pochi sono i risultati di rilievo, almeno sino alla metà di Agosto, quando da semplice comparsa a malapena entro i primi 300 al mondo, Lamasine si reca a Tampere per giocarsi la propria chance nel tabellone principale del Challenger finlandese. La resa del francese sulla terra rossa è fenomenale e sotto i colpi dell’incredulo giovane cadono nell’ordine l’esperto Jurgen Melzer, un coriaceo Pedja Krstin, il ceco Jan Satral, l’idolo di casa e veterano del circuito Jarkko Nieminen e, in finale, il temibile brasiliano Andrè Ghem. Il trionfo baltico è insperato ma meritato e gli si accompagna anche la vittoria nel tabellone del doppio, ottenuta in coppia con lo stesso Ghem, a consacrare una settimana magica per il piccolo tennista francese.

Le emozioni vissute in Finlandia sono solo il trampolino di lancio per il giovane transalpino: grazie agli 80 punti ATP, frutto della recente affermazione a Tampere, è notevole il balzo in avanti nel ranking, che porta Tristan dritto tra i primi 200 tennisti al mondo, in 182esima posizione. Lamasine scavalca in un sol colpo gran parte dei suoi giovani connazionali sopracitati, acclamati e onorati quali paladini del futuro avvenire francese. Probabilmente Tristan non se ne cura in questo momento, chiuso nella propria concentrazione. Il prossimo torneo si avvicina a grandi passi e questa volta il nome di Tristan Lamasine risuonerà più interessante che mai: d’altronde, il biglietto da visita è divenuto importante per davvero, adesso.

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