Alla scoperta di… Gianluca Di Nicola

di Giorgia Giambenedetti

In seguito al Challenger di Bergamo ha suscitato molta curiosità il giovane Gianluca Di Nicola che, dopo aver superato il primo turno contro il ben più esperto Agazzi, ha perso 6-4 6-4 contro il semifinalista Galovic. Gianluca, nato il 7/12/1995, é classificato 2.4 in Italia ed è numero 1571 del ranking ATP.

Avendo avuto il piacere di conoscerlo di persona quando era ancora under 10 (ma già forte!), appena letto il suo nome, mi é venuta voglia di scambiarci due chiacchiere…

Ciao Gianluca! In seguito al Challenger di Bergamo si è fatto più volte il tuo nome su questo sito. Che impressioni hai avuto del torneo? Sei soddisfatto della tua prestazione?

Prima di tutto grazie per l’interesse. L’esperienza di Bergamo è stata molto interessante e non solo dal punto di vista tennistico, visto che ho avuto modo di visitare questa bellissima città. Per quanto riguarda il match con Galovic, mi ha fatto capire che devo cercare di aumentare il ritmo di gioco e che, con giocatori più esperti, vanno sfruttate anche le più piccole opportunità. In ogni caso, sono molto soddisfatto della prestazione, anche perché ho perso solo per un break al primo ed uno al secondo set.

Riguardo il primo match di qualificazioni contro Agazzi, Marta Polidori, nel suo diario di bordo, ha scritto: “Quello che colpisce? Ha giocato contro un trentaduenne esperto che giocava solo serve and volley e scendeva anche con la risposta, ma lui non ha battuto ciglio ed è andato avanti per la sua strada riuscendo a sgretolarlo. Gioco poco appariscente, ma molto efficace, e gran rovescio lungo linea.”. Vuoi commentare?

No, perché dovrei commentare?! Se lei ha avuto questa impressione… La partita non era affatto facile poiché era un giocatore molto esperto e ostico. Poi, come tutti sappiamo, nel tennis ogni match ha la sua storia.

Per chi non ti ha mai visto giocare, vuoi descriverti in poche parole come tennista?

In poche parole, posso dire che mi piace attaccare e chiudere gli scambi dopo due o tre colpi, non perdo quasi mai la calma, cerco di riflettere per capire dove posso migliorare. Penso che non sia facile fare un’autovalutazione, per questo è importante lo sguardo attento delle persone che mi circondano.

A proposito di quest’ultime: quando, dove e con chi hai cominciato a giocare? Dove e con chi ti alleni?

Ho cominciato a giocare quando avevo quattro anni con mio padre (Italo Di Nicola) nel circolo dove sono cresciuto, il CT Avezzano, e dove mi alleno tutt’ora.

Parliamone un po’: com’è il rapporto con tuo padre? Riuscite a separare il ruolo di papà-allenatore e papà-padre? È lui che ti segue anche ai tornei?

Il rapporto tra di noi è molto bello e sincero anche perché ci crediamo entrambi. È lui che mi segue durante i tornei. Per noi è abbastanza facile separare i due ruoli, anche se a volte, come è normale che sia, ci sono delle incomprensioni che si sono sempre risolte nel migliore dei modi.

Descrivici la tua giornata tipo. Riesci a conciliare gli impegni scolastici, quelli tennistici e quelli di un semplice ragazzo di 17anni?

La mia giornata tipo è come quella di tutti i ragazzi della mia età: vado a scuola, mi alleno, esco con gli amici, studio (anche se con qualche difficoltà), ma non mi faccio mancare niente.

Quante ore ti alleni al giorni e quante ore dedichi alla preparazione atletica?

In media mi alleno due ore e mezza al giorno, anche se, ovviamente, a ridosso dei tornei devo intensificare di più il lavoro. Faccio atletica praticamente tutti i giorni, prima o dopo l’allenamento, ma senza esagerare, perché penso che sia più importante la qualità e non la quantità.

Curi anche la parte mentale con delle sedute specifiche o ti alleni solo tecnicamente e fisicamente?

Fino ad oggi ho affrontato le cose con la tranquillità e la serenità che mi caratterizzano, per cui mi alleno solo fisicamente e tecnicamente.

Quali sono i risultati migliori che hai raggiunto e/o il match che ricordi con più piacere?

Sicuramente il primo punto ATP ad Appiano ad Agosto e poi ci sono stati tanti momenti emozionanti che penso sia difficile elencare e descrivere. Non posso certamente dimenticare il mio primo torneo vinto quando avevo sette anni. Spero che questi momenti durino ancora per molto.

E per questo 2013 che programmi hai? Che tipo di tornei hai intenzione di fare, hai degli obiettivi a livello di classifica?

Il 2013 sarà un anno molto intenso, mi concentrerò sui tornei Futures e Challenger e inoltre disputerò il campionato a squadre A2 con il CT L’Aquila. Gli obiettivi non possono essere definiti e precisi, però lo scopo è quello di migliorare e di mantenere, o scalare posizioni nella classifica mondiale. Anche la classifica italiana è importante, ma sicuramente ha un ruolo secondario.

Oltre a giocare a tennis, segui anche il tennis in tv? Hai un giocatore a cui ti ispiri o uno che ti piace particolarmente?

Si, lo seguo, ma senza esagerare. Il mio giocatore preferito è Roger Federer.

E per concludere con una bella domanda banale: hai un sogno nel cassetto?

Per il momento il cassetto è chiuso, spero di poterlo aprire un giorno e di poterti dire cosa c’è dentro….

Grazie Gianluca per il tempo che mi hai dedicato e in bocca al lupo!

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