Pietro Licciardi racconta il Banana Bowl


(Spencer Papa e Pietro Licciardi)

di Alessandro Nizegorodcew

Ancora un ottimo risultato in questo inizio 2012 per Pietro Licciardi. Mancino, classe 1994 e numero 88 delle ultime classifiche Itf under 18 (ma salirà molto in classifica), ha raggiunto una splendida finale al Banana Bowl (Grade 1). Bellissima in particolare la vittoria al secondo turno su Thiago Monteiro, numero 3 under 18 e 650 Atp. In finale Licciardi è stato sconfitto 63 62 da Spencer Papa, abile ad eliminare anche l’altro azzurro Gianluigi Quinzi.

“Al Banana Bowl ho giocato il primo match contro l’inglese Evan Hoyt” – racconta Licciardi – “un giocatore piuttosto scomodo ma sono riuscito a vincere 64 62. Al secondo turno ho sfidato il forte Thiago Monteiro, brasiliano numero 3 del mondo; ho vinto in tre set 26 64 63 in un match che ho sempre pensato di poter vincere e alla fine è stato così. Se la partita di ottavi contro Pedraza è stato abbastanza semplice, credo di aver vinto un match molto duro contro il cileno Christian Garin, giocata in realtà male sotto il profilo prettamente tennistico ma vinta con il cuore. Il contrario di quanto accaduto in semifinale contro l’argentino Martinez, partita nella quale ho espresso un ottimo tennis condito da tantissimi vincenti di diritto. La finale purtroppo è andata come è andata, peccato…”

Una finale che arriva da lontano: una grande preparazione invernale, migliorie tecniche importanti e qualche bella vittoria (qualificazione agli Australian Open e quarti a Mendoza tra gli altri). “Devo dare il merito dei miei successi soprattutto a Renzo Furlan, Daniele Ceraudo ed Edoardo Infantino. Vorrei citare anche i preparatori Michelangelo Manganello, Roberto Petrignani e Pino Carnovale. Ho lavorato moltissimo con tutti loro questo inverno e sono molto contento.”

Buon risultato nel torneo brasiliano anche per Federico Maccari, giunto sino ai quarti di finale. Fuori agli ottavi invece Gianluigi Quinzi, che si è consolato vincendo il torneo di doppio insieme al cileno Garin. “Con Federico il rapporto è ottimo, è uno di famiglia per me” – spiega Pietro in conclusione – “mentre con Quinzi non c’è un grandissimo rapporto, avendo lui un coach private e stando più sulle sue.”

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