La Valutazione Motoria Specifica


di Lorenzo Falco (Preparatore Fisico Fit di II Grado)
Cari appassionati lettori di Spazio tennis, nell’ultimo articolo dedicato alla preparazione fisica specifica nel tennis si è posta l’attenzione sulle differenti tipologie di allenamento.
Si è finalmente evidenziata la corretta distinzione tra esercitazioni di carattere generale e contenuti speciali. Si è inoltre rimarcata l’importanza, nel corso della programmazione, della corretta concatenazione dei mezzi di allenamento.
Questa settimana si prenderà in esame una categoria rilevante della preparazione fisica specifica: la valutazione.
Le finalità della valutazione in ambito sportivo
La scelta dell’intensità e della quantità del carico di lavoro deve essere fatta dopo che si è svolta una verifica tecnico – fisica degli atleti.
La mera valutazione tecnica può essere effettuata dal tecnico in campo mediante lo svolgimento di esercitazioni specifiche e di partite non complete (un set, un tie – break, etc.).
Sono importanti anche i test che consentono di stimare le qualità tecnico – coordinative, soprattutto se si tratta di atleti in età giovanile, e quelli che consentono di valutare le capacità condizionali.
Ogni preparatore fisico propone differenti tipologie di prove atletiche. Non c’è infatti una risposta univoca e precisa alla questione relativa alla scelta dei test più adatti alle differenti categorie (età, livello di gioco, sesso) degli atleti da controllare.
La letteratura specializzata ne ha proposti molti, alcuni dei quali necessitano di un’attrezzatura specifica che non tutti gli allenatori hanno a disposizione.
La valutazione: le caratteristiche di un test
Attraverso i test motori possiamo misurare il livello di differenti capacità motorie.
Poichè risulta impossibile misurare, se non astrattamente, gli aspetti essenziali delle qualità motorie dell’atleta, si impiegano gli indicatori. Questi elementi sono correlati alle singole capacità dell’atleta, in accordo con quanto stabilito dalle teoria dell’allenamento.
I test impiegati non sono onnicomprensivi. Si costruisce infatti una batteria di test motori, per indagare separatamente le qualità individuali.
La valutazione deve basarsi su prove strutturate, con corrette modalità di somministrazione e di misurazione.
In accordo con la teoria dell’allenamento, i test motori devono contenere questi essenziali presupposti: standardizzazione, validità, oggettività, attendibilità e selettività.
La caratteristica di un test: la standardizzazione
Per garantire una corretta comparazione dei risultati di un test, tra gruppi e tra componenti di un gruppo, le modalità di spiegazione, di esecuzione e di misurazione della prova devono essere uniformi e costanti per tutti i rilevamenti.
La standardizzazione deve riguardare:
 i materiali impiegati per l’esecuzione e per la misurazione della prova
 le modalità di preparazione alla prova. Deve essere eseguita una corretta e standardizzata attivazione muscolare specifica per la prova da eseguire
 la spiegazione del corretto protocollo esecutivo della prova
 il controllo del protocollo esecutivo
 le modalità di misurazione
Le caratteristiche di un test: la validità
Un test è valido quando è in grado di misurare concretamente un’abilità, una qualità o un parametro che si desidera realmente indagare.
Il test non è altro che un indicatore del parametro che vogliamo misurare ed in tal senso è importante che l’indicatore sia valido e pertinente al parametro a cui si riferisce.
La validità di un test viene in genere stabilita da un gruppo di esperti sulla base di uno studio sull’indicatore e sulla sua relazione rispetto alla teoria dell’allenamento (validità di contenuto).
Riferendosi non ad un test singolo ma ad una batteria di test, un controllo di validità strutturale viene effettuato attraverso elaborazioni statistiche quali l’analisi fattoriale, o valutazioni sulla matrice delle correlazioni tra i vari test. Ciò può indicare quali test si assomigliano troppo e quali giungono a conclusioni simili.
Per validazione concorrente si intende il confronto con altro test a misurazione scientifica, calcolando su una popolazione sperimentale il coefficiente di correlazione fra le due prove.Si usa in genere per convalidare i test da campo, confrontandoli con misurazioni da laboratorio.
Le caratteristiche di un test: l’oggettività
L’oggettività di un test è riferita al grado di concordanza e uniformità con cui diversi osservatori attribuiscono un valore ad una prova.
L’oggettività dipende strettamente dall’applicazione del corretto protocollo esecutivo da parte di chi somministra la prova.
Per valutare l’oggettività di un test si usa in genere un coefficiente – correlazione lineare (r) di Bravais-Pearson) – per cui i differenti somministratori misurano separatamente le prove dello stesso gruppo di soggetti.
Molti autori concordano nel ritenere l’oggettività di un test accettabile per r > 0.70 e molto buona per r > 0.80.
Le caratteristiche di un test: l’attendibilità
Un test è tanto più attendibile quanto più lo stesso soggetto, in uguali condizioni, esprime la stessa prestazione: a parità di tali condizioni, la misurazione rimane costante.
I difetti di attendibilità riguardano in genere l’aspetto esecutivo della prova e per questo i fattori che la producono possono essere innumerevoli, solitamente i test che misurano le capacità di coordinazione motoria e le abilità motorie presentano livelli di attendibilità inferiori a quelli che misurano aspetti fisiologici e muscolari della motricità.
Gli aspetti coordinativi del movimento sono solitamente più instabili di quelli condizionali.
L’esigenza di garantirci che l’indicatore scelto sia attendibile è primaria.
Tale condizione tuttavia non è soddisfatta neppure per le variabili più comunemente indagate, come ad esempio altezza e peso.
Il coefficiente di attendibilità di un test può essere rilevato attraverso il cosiddetto retest, cioè una ripetizione della prova, oppure dalla comparazione fra le varie prove dello stesso test nel caso che questo venga eseguito su più tentativi.
Purtroppo molti test non possono essere eseguiti su più prove e l’intervallo di tempo che intercorre può avere un effetto assai influente sul risultato, per i processi di apprendimento e/o adattamento fisiologico che si sono nel frattempo sviluppati.
Le caratteristiche di un test: la selettività
Un indicatore è selettivo quanto più riesce a discriminare il livello di capacità dei vari soggetti componenti il gruppo.
Tale capacità discriminante dipende in massima parte dall’approssimazione più o meno accentuata della misurazione (ad esempio cronometrare al centesimo di secondo anziché al
decimo) ma è facile cadere in errori di misurazione quando il livello di discriminazione è troppo spinto in relazione agli strumenti utilizzati.
Tipologie di un test: generale o specifico
I test generali rappresentano indicatori di capacità condizionali, coordinative e abilità motorie che hanno una valenza trasversale rispetto a diversi ambiti di discipline sportive.
Tali test vengono generalmente somministrati a tutti i soggetti sia in ambito sportivo sia in ambito scolastico.
I test specifici si definiscono tali in relazione alla loro specificità nei confronti di una disciplina sportiva e solitamente sono indicatori di aspetti delle abilità specifiche dello sport analizzato.
Tali test vengono generalmente svolti soltanto dai centri sportivi delle singole F.s.n. e, in molti casi, dai comitati regionali, in occasione di raduni tecnici per le differenti categorie di età.

La valutazione: istruzioni per l’uso
Alla luce di quanto affermato, si possono ora esporre alcune considerazioni, correttamente argomentate, in merito all’impiego dei test atletici da parte degli allenatori di tennis e dei preparatori fisici specifici per la disciplina.
I test atletici devono essere la bussola per costruire un programma di allenamento mirato. Gli allenatori devono trarre preziose informazioni dai risultati dei test atletici. Non ha alcun pregio la realizzazione di una batteria di test se essa non è seguita dalla creazione di una griglia di valutazione personalizzata. Il tecnico, sulla base dei risultati che evidenziano aspetti più brillanti e qualità più carenti, deve variare o rimodulare il programma, in base agli obiettivi da raggiungere.
I risultati dei test atletici devono essere personalizzati e riferiti alla popolazione statistica dell’atleta. A giudizio di chi scrive, è un evidente errore statistico presentare il risultato di un test facendo riferimento alla sola media dei valori riscontrati. La media è impiegata nella semplice statistica descrittiva. E’ un parametro debole. E’ nullo affermare che ” i bambini a quell’età hanno, in media, quel valore di salto in lungo da fermo “: chi legge quell’informazione non è in grado di trarre alcuna conclusione dal dato enunciato. E’ più corretto affermare: ” in base ai dati a disposizione su una popolazione di bambini di sesso maschile con un’età tra i 10 e gli 11 anni, praticanti un’attività sportiva costante per almeno tre ore alla settimana, il bambino esaminato ha un risultato di salto in lungo da fermo che rappresenta il 75 – esimo percentile. Ovvero, tra i dati analizzati, soltanto il 25 % della popolazione compie un salto più lungo”.
Per elaborare un’affermazione statistica precisa occorre poter disporre di dati sicuri e affidabili.
I test atletici devono indagare qualità modificabili con l’allenamento. L’allenatore non ha, in genere, molto tempo a disposizione. E’ assolutamente necessario che egli scelga una batteria di test correlata con le qualità motorie e coordinative necessarie per la disciplina praticata dall’atleta. Il tecnico inoltre deve poter svolgere i test in breve tempo, senza modificare il protocollo esecutivo.
L’allenamento intererisce con i risultati dei test atletici. Svolgere un test che richiede un intenso impegno condizionale in situazione fisica di freschezza non può essere paragonabile a svolgerlo in condizioni di moderato sovraccarico nervoso e muscolare. L’allenatore e il preparatore devono essere in grado di valutare soggettivamente l’entità del risultato. Inoltre, occorre affermare che un test svolto con una temperatura ambientale mite non può essere paragonato ad una prova svolta in condizioni climatiche troppo penalizzanti. I miglioramenti o i peggioramenti ottenuti sono certamente fittizi e non dunque attribuibili all’allenamento.
Il livello di apprendimento dell’esecuzione di un test influenza il risultato. Talvolta accade che l’ atleta svolga batterie di test composte da prove mai svolte negli anni precedenti della personale carriera atletica. Un atleta abituato a svolgere una determinata prova non è confrontabile con un altro atleta che non ha mai svolto quel test sino al momento della prima somministrazione. E’ inoltre fortemente controindicato confrontare il risultato ottenuto da un test con un riscontro effettuato molto tempo prima, dallo stesso atleta, in una fase di apprendimento del protocollo esecutivo del test.
L’allenatore deve progettare una batteria di test idonea per l’eta e per il livello di specializzazione degli atleti controllati. Le batterie di test per il controllo dell’allenamento così come quelle per la diagnosi dello sviluppo vengono ripetute più volte nel corso di più anni, e solitamente hanno un numero di prove più ridotto per impedire la presenza di un altro frequente errore nella valutazione: dedicare troppo tempo al processo di valutazione, sottraendolo al processo di apprendimento.
In tutte le discipline sportive vengono utilizzati test di tipo condizionale e coordinativo con il progressivo inserimento di test di tipo specifico.
Nel caso di soggetti non praticanti e nei primi anni della specializzazione non è opportuno l’utilizzo dei test specifici in quanto dipendono troppo dagli aspetti tecnici non ancora stabilizzati, per cui i miglioramenti sono difficilmente imputabili a miglioramenti del gesto o alla variazione degli aspetti condizionali.
Occorre ricordare, a vantaggio di un corretto approccio pedagogico che la misurazione di una qualità mediante un test, soprattutto in età giovanile, deve sempre mirare a controllare la crescita motoria a lungo termine e non a realizzare una selezione precoce. Le qualità di un allievo talentuoso aumentano con forte rapidità e i processi di apprendimento motorio sono molto spiccati.


I test atletici: indicazioni per il tecnico
 all’inizio della programmazione tennistica annuale, stabilire in quali periodi verificare le qualità motorie, tecniche, coordinative e condizionali
 individuare gli atleti che svolgono un carico di lavoro annuale intenso e continuo per i quali si giudica opportuno verificare in modo sistematico i miglioramenti atletici specifici
 creare una batteria di test composta da prove facili, ripetibili, realizzabili in poco tempo e con indicatori correlati alla prestazione
 per evitare di ottenere informazioni ingannevoli, occorre familiarizzare gli atleti con i test da svolgere
 è opportuno, per correttezza scientifica somministrare i primi test al termine di un periodo di allenamento consolidato (qualche settimana). E’ una forzatura poco raffinata, a giudizio di scrive, far svolgere un test al termine di un periodo di sosta sportiva. Il confronto con un test svolto dopo un periodo di allenamento consentirebbe erroneamente di affermare che l’atleta è migliorato
 confrontare i risultati di un test con una popolazione di atleti tennisti di pari età, di pari sesso e di simile livello di gioco per verificare quanto l’atleta è performante in relazione alla personale categoria di appartenenza. Ad esempio, se un atleta maschio tennista agonista di 12 anni, dopo aver stabilizzato l’apprendimento del test CMJ Bosco, svolge una prova con risultato 20 cm, collocandosi all’ 11 – esimo percentile (cioè l’89 per cento dei soggetti di quella popolazione salta più in alto), è evidente che la sua qualità di forza reattivo – elastica degli arti inferiori è da accrescere
 al termine della valutazione è opportuno progettare sedute di allenamento orientate a condizionare le qualità motorie carenti
 per i soggetti che non praticano attività agonistica di durata costante, di intensità moderata e con opportuni periodi di carico, il preparatore fisico può concentrarsi su batterie di test con poche prove con indicatori di carattere generale che misurino contemporaneamente più aspetti della motricità quali: corsa in linea di 10 o 20 metri, circuiti di destrezza e corse a navetta
 è sempre opportuno, per il preparatore fisico, controllare il peso dell’atleta. Non è tollerabile che non si intervenga per modificare le abitudini alimentari dei soggetti indagati o per variare i contenuti dell’allenamento innalzando le attività che favoriscono un maggiore dispendio energetico
Bibliografia
 Buonaccorsi A. Manuale di standardizzazione dei test, aggiornato al 2009, Osservatorio delle Capacità Motorie, CONI, Livorno
 Manno R. La forza muscolare nell’attività evolutiva: suo allenamento nelle attività motorie e sportive, Settembre 2008, Medicina dello sport FMSI, Minerva Medica, Roma
www.salvatorebuzzelli.com nella sezione Consulenze
I test atletici: le mie riflessioni e la mia esperienza personale
Le regole descritte in precedenza sono una guida per operare sul campo.
La realizzazione di una batteria completa di test non è di semplice realizzazione.
I ragazzi e le ragazze giocano molto. Ci sono periodi dell’anno in cui sono assenti per tornei, raduni e competizioni a squadre.
A partire dal mese di settembre ho iniziato un percorso di validazione di un test specifico per il tennis. Devo allargare il campione di riferimento e devo testare la selettività e l’attendibilità statistica. Il test è collegato al modello prestativo del tennis e indaga la capacità da parte dell’atleta di eseguire un compito motorio per un numero stabilito di prove, con recuperi incompleti tra le singole ripetizioni della sequenza motoria.
Il rapporto quotidiano e diretto con il tecnico in campo consente, con la semplice osservazione diretta, di verificare sommariamente le carenze coordinative e condizionali dell’atleta.
Le batterie di test che ora faccio eseguire sono non eccessivamente specifiche sul tennis. I dati di riferimento sono relativi alla popolazione sportiva, generica, indagata dall’ Osservatorio sulle Capacità Motorie del CONI. Con questi dati tuttavia, riesco ad ottenere una discreta approssimazione delle qualità da testare.
Attualmente, per mia diretta conoscenza, il professor Buzzelli, metodologo dell’allenamento, possiede database specifici per la disciplina tennis. Negli ultimi periodi, Buzzelli si è occupato specificamente della valutazione. I suoi anni di attività nel campo della preparazione fisica specializzata gli hanno consentito di incamerare dati sulle qualità motorie di centinaia di atleti tennisti. Egli dunque, a mia conoscenza, è in grado di costruire griglie percentiliche individuali con un campione attendibile e, in seguito di stilare una programmazione personalizzata.

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