L’ex tennista e attuale opinionista Boris Becker ha rilasciato un’intervista al podcast High Performance ed è tornato su un episodio piuttosto controverso del suo passato: la detenzione.
È stato condannato nel 2022 dalle autorità inglesi a 30 mesi di reclusione (di cui 8 in carcere) per bancarotta fraudolenta, colpevole di aver nascosto beni per un valore di circa cinque milioni di sterline, con lo scopo di evitare di pagare i suoi debiti dopo il fallimento della propria azienda.
In questo contesto, una figura che lo ha supportato pubblicamente è stata quella di Novak Djokovic, e il tedesco rimarca quanto abbia apprezzato la sua vicinanza: “Era al Roland Garros, da campione in carica, e nella sua prima conferenza stampa ha parlato molto bene di me. Mi ha sostenuto e difeso, non me l’aspettavo”.
Dal 2013 al 2016 il sei volte campione Slam è stato il coach del serbo, si è creato un legame che dura tutt’oggi e le parole di Becker non fanno altro che confermarlo: “Siamo come una famiglia. Nei momenti difficili sai chi tiene davvero a te e chi no. Il 95% dei miei amici si è dimenticato di me in quel momento, lui no”.
Spiega poi nel dettaglio il perché si sia trovato in una situazione del genere: “Dopo una partita di poker con alcuni carcerati rumeni, mi sono ritrovato con un debito di 500 sterline. È stato stupido, ma dopo il tennis ho giocato a poker a livello professionistico ed ho pensato: cosa potrà mai succedermi? Se un amico fuori dal carcere non avesse risolto il problema, sarei stato nei guai”.