Roland Garros: impressioni dalle ‘quali’. Da Zeppieri ad Agamenone sino a Cocciaretto e Nardi

Le qualificazioni del Roland Garros, come ogni anno, raccontano tanto. Teenager in ascesa, talenti non più giovanissimi che sono pronti a esplodere, tennisti reduci da lunghi infortuni che, all’improvviso, riappaiono. E poi gli italiani, tantissimi, ben 19.

La copertina non può che essere dedicata a Giulio Zeppieri, unico azzurro a superare tre turni di qualificazione. ‘Zeppo’, classe 2001 e già bravissimo a qualificarsi al Foro Italico (sfruttando, con merito, una wildcard giunta un po’ all’improvviso), ha dominato i suoi tre match del tabellone cadetto senza perdere mai la battuta. Battuti, nell’ordine: Andreas Seppi, Marius Copil e il classe 2004 francese Sean Cuenin. “Giulio ha fatto sembrare facili match che facili non erano affatto”, ha sentenziato coach Giuseppe Fischetti, che lo allena all’Enjoy Sporting Club di Roma. Incontri giocati molto bene e preparati, tatticamente, in maniera impeccabile. Ciò che ha colpito maggiormente in Giulio è stata la maturità, sia tennistica che soprattutto umana. Il ventenne di Latina ha fatto un bel salto di qualità, con la speranza di raggiungere presto nel ranking il suo grande amico Lorenzo Musetti.

È stato bravissimo anche l’italo argentino Franco Agamenone, ventinove anni appena compiuti e un tennis che fa impazzire gli avversari. Franco si è messo a fare sul serio da pochi mesi e, insieme al maestro del CT Lecce Andrea Trono (che ha grandi meriti), ha raggiunto traguardi insperati sino a un anno fa. Entrato come Lucky loser, giocherà il suo primo Slam in carriera. Agamenone ha un tennis molto fastidioso (per gli avversari): alto 1.87, ottimo servizio, si muove particolarmente bene per l’altezza ma, soprattutto, ha un gioco imprevedibile. “Prima remavo solamente – ha raccontato nel podcast ‘Inseguendo un sogno’ (ASCOLTA QUI), che abbiamo realizzato durante le qualificazioni – da quando lavoro con Andrea abbiamo inserito molto varianti al mio tennis”. Il serve and volley è una delle varianti più interessanti: Franco a rete è veramente molto bravo (è un bravissimo doppista) e sa quando eseguirlo. Per non parlare della risposta: a volte si mette dietro e ‘rema’, in altre circostanze mette in piedi in campo e tira a 100 all’ora piatto. Palle corte e colpi carichi, colpi piatti e serve and volley; per battere Franco bisogna prenderlo a pallate e non farlo giocare. Quello che è riuscito a Zdenek Kolar, tennista ceco tra i più in forma nelle ‘quali’, abile a battere sia Gaio che, appunto, Agamenone.

Kolar impressionante così come Borna Gojo. Si, proprio lui, il gigante croato che ha fatto impazzire Sonego in Coppa Davis. Su terra rapida, come quella di Parigi, ha dominato col servizio (40 ace in tre match, 21 solamente nel primo turno contro il malcapitato Mager) e da fondo ha tenuto molto bene accelerando all’improvviso. Visto dal vivo è ancora più grosso e potente di quanto non sembri in tv.

Torniamo brevemente agli altri italiani. Bravissimo Luca Nardi, che supera Martin (incontro durissimo in cui è stato forte soprattutto mentalmente) e Jubb prima di arrendersi a Zapata Miralles. Peccato per il terzo turno, nel quale era avanti set e break (e palla del doppio break), ma Zapata ha fatto valere la maggiore esperienza alzando il livello (e la voce) nel momento importante. Nardi però ha dimostrato di avere tanto tanto tennis. È solo questione di tempo. Come per Zeppieri, si è notato uno step mentale non indifferente. Ne serviranno altri, ma le potenzialità sono clamorose. Flavio Cobolli non irreprensibile nel match di secondo turno contro il bulgaro Kuzmanov, molto solido nell’incontro col romano. ‘Cobo’ però è giocatore in costante crescita e si sta confrontando per le prime volte in eventi così importanti come Masters 1000 e Slam. Anche Jimbo Moroni mentalmente sembra un altro. E il suo servizio non è da meno. In campo è meno frenetico e più attento, lasciando sempre andare il braccio. Sceglie meglio le soluzioni da adottare.

Andrea Vavassori - Foto Fraioli
Andrea Vavassori – Foto Fraioli

Entusiasmante Andrea Vavassori, arrivato a Parigi con un problema non di poco conto al gomito, è stato eroico. Vittoria contro Hoang e contro tutto il pubblico del campo 7 e un match memorabile, seppur perso, con Serdarusic sul campo 2. Sotto gli occhi degli amici Zeppieri e Sonego ‘Wave’ si è battuto sino a uscire sconfitto al super tiebreak del terzo set 10-8 (dopo 4 vincenti in fila del croato). Un privilegio assistere ai match di Vavassori, grintoso, corretto, consapevole di partecipare al suo primo Roland Garros. Merita altre occasioni, ma giocando così arriveranno di sicuro. Qualche segnale di ripresa anche da Salvatore Caruso, che sui campi parigini ha compiuto il suo capolavoro pochi anni fa.

Peccato per Alessandro Giannessi, che l’anno scorso giocò benissimo a Parigi. Nel 2022 arriva all’ultimo di ‘quali’ e viene sconfitto da Ofner in un match disputatosi con un fortissimo vento. Il lavoro con coach Ruben Ramirez Hidalgo sta dando però i suoi frutti. ‘Gianna’ sta trovando punti e continuità

Tra gli stranieri da segnalare anche il ritorno di Andrey Kuznetsov, pluri infortunato e assente da tempo dal circuito maggiore (terzo turno al Roland Garros nel 2015). È parso in buona fiducia e condizione. Altro storico infortunato a qualificarsi è stato l’australiano Jason Kubler, uno che anni fa fu costretto, per problemi alle ginocchia, a disputare solo match su terra (non proprio l’ideale per un australiano). Il tempo sulla palla è, come suo solito, molto buono. E poi c’è Tseng, ex leader mondiale under 18, che da mesi sembra aver ingranato la marcia giusta.

È stato il torneo di qualificazione dell’Argentina. Tra vincenti e lucky loser hanno dominato Parigi nella settimana del tabellone cadetto. A brillare, con un tennis non appariscente ma mettendo in mostra una grande mano, è stato Santiago Fa Rodriguez Taverna, ventiduenne dalle buone potenzialità

Se nel maschile il livello è stato alto praticamente in tutti i match, così non è stato nel femminile, nel quale il sorteggio è parte decisiva del torneo. Si sono visti, infatti, primi turni di ‘quali’ molto più qualitativi di alcuni secondi o terzi round.

Sfortunata ma brava Lucrezia Stefanini, che ha lottato per tre lungi set con la Zavatska recuperando da 2-5 a 5-5 nel terzo set prima di cedere 7-5. Bravissima Sara Errani, a un mese dall’intervento chirurgico al gomito, a vincere un match e a combattere, con le poche armi che aveva, con l’esperta Tsurenko. Elisabetta Cocciaretto ha passato un buon turno prima di arrendersi al talento della russa (tra le più interessanti viste in ‘quali’) Selekhmeteva. Buona prova anche per Federica Di Sarra che, come al Foro Italico, lotta alla pari per un set prima di cedere alla distanza.

Tra le altre impressionante il cammino di Linda Noskova (leggi qui l’approfondimento di Lorenzo Andreoli). Diciassettenne anni, proveniente dalla Repubblica Ceca. Solitamente basta queste poche informazioni per parlare di una giocatrice dalle grandi potenzialità.

Clamorose le sconfitte dei grandi favoriti. Fuori subito nel maschile Monteiro e Galan (1 e 2 del seeding; il colombiano battuto da Agamenone) e nel femminile Potapova al secondo turno. Uscita fuori con classe dalle sabbie mobili Olga Danilovic. Che sia la volta buona?

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