Errani eccezionale veramente!

Sara Errani

di Giovanni Cola

Sono finiti gli aggettivi per descrivere le imprese di Sara Errani. Ogni volta riesce ad alzare ulteriormente l’asticella, andare oltre il proprio limite e raggiungere traguardi sempre più prestigiosi. La tennista romagnola ha sapientemente mandato fuori giri Jelena Jankovic e si è guadagnata un posto in finale al Foro Italico (6-3 7-5). Qualcosa di storico, da raccontare ai nipotini. Non succedeva dal 1950 infatti che un’azzurra fosse presente all’atto conclusivo degli Internazionali d’Italia a Roma. Un risultato maturato progressivamente, con una solidità da fondo impressionante, una variazione di ritmo e colpi di cui solo Sarita è capace. La nostra portacolori ha usato molto la palla corta, è stata precisa a trafiggere a rete la serba in più occasioni e non si è fatta destabilizzare dal rovescio lungolinea di Jelena, arma pungente anche quest’oggi, nonostante la giocatrice balcanica fosse tutt’altro che nella sua miglior giornata. Momenti chiave della sfida: il sesto gioco del primo set quando la Errani, dopo infiniti vantaggi, è stata in grado di strappare la battuta alla sua avversaria, portandosi sul 4-2- E’ stato quello l’allungo decisivo nella prima partita. Tutta la fase finale del secondo set poi si è rivelata un crescendo dell’azzurra che prima ha recuperato da 2-4, poi ha servito una prima volta per il match sul 5-4. Raggiunta, ha successivamente di nuovo breakkato e mandato al tappeto la serba, apparsa comunque molto nervosa con sé stessa, con il suo coach e pure con la giudice di sedia Eva Asderaki per una buona fetta dell’incontro. Sarita era incredula dopo aver conquistato l’ultimo quindici. Ci sperava in questo successo, ma forse non si aspettava neanche lei di arrivare così lontano in tabellone. Le sue prime parole sono state di ringraziamento per la sua famiglia grazie alla quale ha avuto una carica in più nei frangenti delicati della sfida.

“Aspettiamo che sia finito il torneo per classificare con precisione questo match – ha dichiarato una raggiante Errani in sala stampa – è stata una partita diversa rispetto a quella di ieri. La Jankovic sbaglia molto poco ed ero io a dover cercare con più frequenza il vincente. Era necessaria una maggiore resistenza da fondo rispetto alla sfida con la Li. Credo di aver compiuto la missione. All’inizio del secondo set tuttavia ero un po’ in debito d’ossigeno, qualche avvisaglia di stanchezza fisica. Il mio coach al cambio di campo mi ha spronato e invitato a focalizzarmi solamente punto su punto, senza pensare a quanto mancasse alla fine. Tutto fortunatamente è andato per il verso giusto”.

“Francamente mi dispiace che si disputino così pochi tornei sul rosso – ha proseguito l’azzurra – è la superficie in cui mi esprimo meglio ma ormai si gioca quasi sempre sul veloce. Speriamo di poter fare in modo che si inverta la tendenza. Qui al Foro comunque i tifosi mettono i brividi, sono spesso costretta a sforzami per rimanere concentrata e a non farmi prendere troppo dall’euforia. Indescrivibile”.

“Devo dare i dovuti meriti a Sara – ha ammesso la Jankovic dopo la gara – non mi ha mai regalato nulla, nessuna sbavatura, con lei il punto non è mai finito. E le sue rotazioni oggi mi hanno creato tante difficoltà. Ho provato a metterle pressione già dalla risposta ma lei è stata più brava. Forse potevo servire meglio, ma probabilmente l’esito finale non sarebbe cambiato in ogni caso. Mi ritengo soddisfatta comunque nel complesso della mia settimana a Roma”.

Irrompe in finale anche Serena Williams che ha estromesso dalla corsa Ana Ivanovic con una prestazione perentoria (6-1 3-6 6-1). La serba ha illuso i suoi tanti estimatori durante il secondo set quando ha messo alle corde l’americana che era rimasta vittima di un calo di tensione. Nel parziale decisivo però, come una tigre ferita, la statunitense, urtata nell’orgoglio, è tornata a sciorinare il suo repertorio di servizi vincenti ed accelerazioni fulminanti sia di dritto che di rovescio. Per Ana non c’è stato nulla da fare, inefficaci le sue soluzioni per tentare di arginare la valanga. Ko tecnico prima di alzare definitivamente bandiera bianca.

 

 

 

 

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