I dolori della “vecchia” Serena

Serena Williams

di Giovanni Cola

Definirlo ormai solamente un campanello d’allarme sembrerebbe quasi riduttivo. Tre partite vinte complessivamente quest’anno tra Parigi e Wimbledon per una giocatrice del calibro Serena Williams assomiglia infatti a tutti gli effetti ad una “Caporetto”. L’uscita di scena prematura dai Championships in particolare, per mano di una rediviva Alizè Cornet (1-6 6-3 6-4), pone più di qualche interrogativo sulla competitività futura ad altissimi livelli della n.1 del mondo. Se ad inizio stagione vi avessero detto che la transalpina avrebbe battuto per due volte consecutive l’americana in pochi mesi, non avreste risposto con una sonora pernacchia?

Il terzo set di questo incontro sull’erba inglese è stato emblematico: una Serena parsa molle, sempre in ritardo sulla palla, incapace di far muovere la sua avversaria con i suoi proverbiali fendenti di dritto e rovescio, velleitaria persino al servizio. La sensazione avuta è che non fosse al top dal punto di vista della condizione atletica, insomma che abbia preferito qualche tuffo in più sulla spiaggia di Miami, a discapito di allenamenti “lacrime e sangue” che la facessero arrivare seriamente preparata al torneo più prestigioso dell’anno.

Fino ad un paio d’anni fa, i bookmakers avrebbero fatto meglio a non quotare il suo trionfo a queste latitudini. Poi il ko del 2013 contro la Lisicki ed ora questa sconfitta che fa realmente male con la Cornet. Non dare merito anche alla 24enne di Nizza però non sarebbe intellettualmente onesto. La sua crescita, soprattutto caratteriale, è sotto gli occhi di tutti. La vecchia Alizèe non sarebbe forse stata in grado di chiudere il conto sul 5-2 avanti nel set decisivo, il suo polso avrebbe irrimediabilmente tremato. In questa circostanza invece, al secondo tentativo di servire per il match ha potuto finalmente alzare le braccia al cielo e baciare, non solo simbolicamente, l’erba di Wimbledon nei festeggiamenti. Per lei c’è ora un prossimo turno che la vedrà opposta alla caldissima Eugenie Bouchard. Tanti interrogativi però si pongono sul futuro di Serena. Siamo sicuri che disponga ancora delle giuste motivazioni e del mordente necessario per fare un sol boccone di tutte le nuove pretendenti alla sua corona? Il margine è ancora abbastanza rassicurante, ma il tonfo può essere repentino. E molto doloroso.

“Ho provato a far girare la partita in tutti i modi – ha dichiarato un’abbattutissima Williams in conferenza stampa – ma purtroppo tutto questo non ha funzionato. Soprattutto ad inizio sfida credevo di colpire la palla in maniera efficace però lei è stata brava a mantenere basso il numero di errori gratuiti. Il problema è che tutte contro di me disputano la prestazione della loro vita e per me non è sempre facile essere al 100% in ogni momento. Comunque credevo di aver innalzato il mio gioco rispetto a Parigi, evidentemente non è stato sufficiente. Lavorerò duro e certamente non smetterò di lottare nei prossimi tornei”.

Vi confesso che fatico ancora a crederci – ha ammesso la Cornet ai giornalisti – mai avrei potuto immaginare modo migliore per approdare alla seconda settimana. Per ottenere questa gioia ammetto di aver focalizzato la mia attenzione sul dritto, che era il punto debole su questa superficie e su come mi muovo in campo. Avevo studiato la tattica nei minimi dettagli. Fino all’anno scorso non mi piaceva per nulla giocare sull’erba, era quasi una forzatura. Adesso invece mi godo ogni singolo istante in questi meravigliosi campi”. 

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