Na Li, cala il sipario su un’eroina

Na Li

di Federico Mariani

Na Li ha detto basta. La cinese, confermando le voci che si erano rincorse già da qualche settimana a questa parte, ha annunciato con una lettera-fiume sul suo profilo Facebook il ritiro dal tennis professionistico causa i soliti, troppi infortuni alle tormentate ginocchia.

Molto bello il messaggio rivolto ai suoi tifosi per i quali nutre una sincera riconoscenza. Si mette a nudo la Li e parla a cuore aperto affermando di non poter più sostenere, a trentadue anni, l’ennesimo infortunio e la quarta operazione chirurgica. Ricorda i momenti belli e brutti di una carriera che resterà straordinaria non solamente per quanto vinto sul campo, solo nove tornei di cui però due prove dello Slam, ma anche per quanto fatto fuori dal rettangolo di gioco. Si chiude così la carriera di una giocatrice che in patria è considerata, a ragione, un’eroina.

l’importanza del percorso fatto da Li nella sua relativamente breve permanenza sul circuito è di un’importanza tale che forse oggi non se ne coglie appieno la portata. Li è stata una donna, ancor prima di una tennista, capace di rivoluzionare il gioco. Non tanto dal punto di vista tecnico, quanto sotto il profilo culturale: la cinese con le sue vittorie si è eretta a simbolo di libertà in una realtà difficile come quella asiatica dove non sempre vengono garantite pari opportunità a uomini e donne. Li è l’emblema che si può emergere, che si può uscire, che si può fare qualcosa di grande anche in Cina, anche se sei una ragazza. Questa è una delle sue vittorie più grandi e lei lo sa bene. Scalando il ranking ha fatto da apripista ad altre ragazze che, sulla sua scia, sono sbocciate e si sono affermate. Si deve anche lei se oggi ci sono quattro cinesi nelle prime cento e otto nelle prime duecento, si deve anche a lei se nel 2008 in calendario c’erano solo due tornei Wta ed ora questi si sono quintuplicati raggiungendo la doppia cifra, si deve soprattutto a lei se da lunedì partirà per la prima volta un torneo Wta a Wuhan, sua città natale, al quale parteciperanno le sorelle Williams e la Sharapova. Un torneo al quale aveva una disperata voglia di partecipare ma che è stata costretta a mollare. Sarebbe stato bello, quasi poetico, finire dove tutto era cominciato, ma non si può avere tutto.

Pur andando fiera delle sue origini, sul campo Li è quanto di più lontano possa esserci dallo stereotipo del cinese: sul rettangolo di gioco, infatti, Li non era solida né tantomeno ordinata. Vinceva grazie al talento, il suo era un tennis fatto di vincenti ed errori, la palla schioccava e partiva velocissima dalle sue corde, metteva in campo estro e fantasia e spesso perdeva da giocatrici decisamente inferiori a lei ma senza mai abbandonare il suo stile. Grazie al suo talento ha scalato il ranking mondiale fino alla posizione numero due ed ha conquistato Parigi prima e Melbourne poi, perdendo anche altre due finali Slam sempre in Australia. In carriera ha guadagnato quasi 17 milione di dollari in soli prize money, cifra che andrebbe minimo quintuplicata se consideriamo i ricchissimi sponsor che la hanno accompagnata nel suo viaggio come Rolex, Mercedes  e Nike. Nike, soprattutto Nike. Il colosso americano, infatti, a testimonianza del grande peso che Li aveva anche sul mercato, le ha riservato la possibilità di inserire ulteriori sponsor nel suo outfit da gara, un onore riservato solo ed esclusivamente a lei e non a Federer, Sharapova, Serena Williams e Nadal tanto per dire.

Li appende la racchetta al chiodo, ma si è già detta per nulla intenzionata a lasciare il mondo del tennis, anzi. Ha già detto nel messaggio ai tifosi che insieme ad IMG fonderà una Li Na Tennis Academy che fornirà borse di studio alle future generazioni di tenniste cinesi.

Prima di far calare il sipario sulla sua carriera, Li vuole mandare un ulteriore messaggio di speranza al suo popolo: ”Se vuoi essere un giocatore di tennis, un avvocato, un insegnate, un dottore o un uomo di successo ti esorto a credere in te stesso ed a seguire i tuoi sogni. Se io ce l’ho fatta, puoi farcela anche tu! Sii l’uccello che esce dal nido. Con il duro lavoro, i tuoi sogni si avvereranno” Queste le belle parole di una ragazza che ce l’ha fatta, che ha scalato il suo Everest e che i cinesi, come anche gli appassionati di tennis, devono ringraziare.

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