Fabrizio Albani: «Con Zeballos la partita della svolta»

Andrea Arnaboldi
(Andrea Arnaboldi – Foto Nizegorodcew)

da Parigi, Alessandro Nizegorodcew (con la collaborazione di Giovanni Cola)

Forse la soddisfazione più bella finora della carriera di Andrea Arnaboldi è arrivata con la qualificazione al main draw del Roland Garros. Tre match giocati con un crescendo di solidità che gli hanno regalato il primo accesso al tabellone principale di uno Slam a 26 anni. Un traguardo agognato e sospirato che vuole però essere solo un punto di partenza. Abbiamo avvicinato il suo coach Fabrizio Albani per raccogliere le sue dichiarazioni a caldo.

“E’ una gioia incredibile sia per me che per lui. Avevamo lavorato duro per arrivarci, finalmente ce l’abbiamo fatta”.

Andrea Arnaboldi e Horacio ZeballosRaccontaci un po’ queste tre partite, soprattutto la seconda con Zeballos che si è rivelata una specie di svolta nel destino di Arnaboldi…
“Credo che con quella vittoria Andrea abbia aggiunto un tassello importante al suo tennis, era una sfida molto complicata. Chi l’ha vista si è reso conto che dall’altra parte del campo c’era un avversario quasi ingiocabile per circa un set e mezzo. Arnaboldi invece è stato bravo a pensare un punto alla volta, cosa che altre volte non gli era riuscita bene. Ha saputo mantenere la calma, pur facendo leva su una strategia più offensiva. Decisivo lo scatto dal 4-4 nel secondo set, prima di chiudere 6-4 ed aggiundicarsi 6-1 il terzo. Un filotto fondamentale. Sono prestazioni di grande spessore di cui andiamo orgogliosi, considerata anche la caratura di Zeballos”.

Quanto è stato impegnativo riuscire ad influire sulla mentalità di Andrea?
“Le cose sembrano sempre semplici quando si realizzano ma invece non è propriamente così. Arnaboldi comunque è un ragazzo molto collaborativo e disponibile a migliorarsi. Non lavoro tuttavia da solo, ci avvaliamo anche della collaborazione di uno psicologo per affinare l’aspetto mentale e focalizzarci sulla gestione delle partite. Non lasciamo nulla al caso, dal punto di vista fisico, tecnico e mentale. Ci siamo conosciuti in un periodo problematico della sua carriera, a fine giugno scorso, per cui l’ho trovato disposto a migliorarsi costantemente ed ora stiamo raccogliendo i frutti di quanto seminato”.

Ad oggi quale superficie sceglieresti per fargli giocare un incontro importante?
“E’ ancora prematuro sbilanciarsi. Però azzarderei affermare che l’erba potrebbe regalargli grandi soddisfazioni e darci la chance di esplorare prospettive nuove. Finora però i risultati più confortanti stanno arrivando sulla terra e sul cemento, vogliamo sicuramente continuare nel solco che abbiamo tracciato”.

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