Licciardi, è il tuo momento

Pietro Licciardi

di Luca Brancher

Tra i giovani italiani che più hanno destato sensazioni positive in quest’ultimo periodo è sicuramente degno di menzione Pietro Licciardi. Classe 1994, finalista nel torneo junior di Salsomaggiore Terme nel 2012, lo abbiamo avvicinato per rivivere queste ultime settimane, cercando di carpire quanto siano mutati i suoi propositi dopo prove tanto incoraggianti.

“Sì, è vero, a partire da Este – un future da 15.000$+H – la mia stagione è decisamente svoltata a livello di prestazioni. Ho cominciato con una bella partita contro l’iberico Juan Lizariturry e poi ho trovato la strada sbarrata dal francese Tristan Lamasine, che per come sta giocando in queste settimane non è esattamente quello che si può definire un buon accoppiamento per un secondo turno di un ITF. Peraltro io ero sceso in campo dopo aver assunto del Toradol, un anti-infiammatorio piuttosto potente poiché soffrivo di dolori alla schiena”. Dopo Este, è stata la volta di Como: dai futures si passa dunque ai challenger. “Mi ero presentato convinto di fare le qualificazioni, ma, a seguito di alcuni movimenti nelle entry list, Sergio Palmieri mi ha concesso una wild card per il tabellone principale.” E qui ha affrontato Mate Delic, croato in costante ascesa. “Già, me la sono giocata e, quando, nel terzo parziale, mi sono trovato sul 3-3 15-40 in risposta e lui ha piazzato 3 aces, ho provato sulla mia pelle come, a questi livelli, contro tennisti così forti, un’intera partita possa girare su 1 o 2 punti, non di più.

Gli dico che Delic non solo ha esordito in Davis, ma ha anche vinto la sua prima partita in terra olandese. “Ecco, vedi, è un ottimo giocatore. Il rammarico è molto forte, perché ho disputato un incontro di buonissimo valore e ho comunque concluso la settimana con 0 punti.” Poi è stata la volta di Genova. “Con Pashanski mi sono piaciuto, lui è molto ostico, ma sono riuscito a superarlo, mentre con Kovalik, all’ultimo turno di qualificazione, devo ammettere di aver avuto un po’ di “braccino”, quando mi sono trovato avanti di un set e di un break. Succede.” Confido di averlo seguito saltuariamente al livescore e di aver notato che nel terzo parziale c’erano stati diversi break “In quella partita, più che per meriti del mio avversario, l’esito è stato determinato dal fatto di non aver fornito una grandissima prestazione. Mentre a Biella, questa settimana, Novak ha ben giocato e si è meritato il successo”.

Quattro settimane ad alta intensità, condite da prestazioni prestigiose e che hanno poco da condividere con la sua attuale posizione in classifica (657 Atp oggi). “E’ questo il problema, ho giocato bene, ma l’ho fatto in tornei di alto livello, probabilmente se avessi giocato in manifestazioni di lignaggio inferiore avrei guadagnato qualcosa in più. Con questo non voglio asserire che ci sia un modo per fare “punti facili”, però di sicuro ho provato una strada abbastanza tortuosa.” Non resta che guardare avanti. “Il mio programma è già parecchio dettagliato. In verità avrei voluto fermarmi una settimana, dal momento che ho girato molto in quest’ultimo periodo, ma per quanto appena spiegato devo assolutamente andare a conquistare punti per migliorare la mia classifica; dunque, a giorni volo in Serbia per disputare due tornei da 10.000$”.

Il primo a Nis, dove è attualmente il settimo giocatore in entry list, il secondo a Sokobanja, dove è il numero 8. “Dopodiché rientrerò in Italia per fare una settimana di allenamento a Tirrenia, che sarà seguita da tre tornei ITF ed altri sette giorni al centro federale, per concludere l’annata con 2 challenger.” Programmazione molto metodica, è definita tutta la tua stagione da qui a fine anno “Sì, così poi posso tirare le somme e stabilire la preparazione per il 2015.” A proposito di allenamenti, risulta inevitabile investigare per capire se sia seguito ancora da Renzo Furlan “Sì, sono sempre a Tirrenia con lui, e direi che è la soluzione migliore per me. Anche se non sono più un giovane del college, faccio base lì. Quest’inverno poi ho avuto la fortuna di allenarmi con Simone Bolelli e Paolo Lorenzi, e per un periodo anche con Gianluigi Quinzi, per cui posso dire di aver avuto compagni di prima linea.”

Non resta quindi che andare sul campo e trarre giovamento dalla fiducia trasmessa dalle recenti partite. Il suo gioco ha avuto sicuramente un’evoluzione positiva, ma Pietro sa bene dove deve andare a lavorare per migliorarsi ancora “Sono un tennista che non ha grandissime lacune, ho un rovescio più affidabile del dritto, devo però migliorare nella zona più avanzata del campo, e con questo intendo anche la mia predisposizione sul rettangolo, ovvero essere più aggressivo e tenere in mano il pallino del gioco. A questo proposito sto lavorando molto sul mio servizio, da cui devo trarre più punti diretti. Se ci fai caso, il tennis attuale vuole questo, tutti i giovani giocatori che si stanno affermando, ti cito, a questo proposito, Kyrgios o Raonic, ma anche Dimitrov, sono molto aggressivi, battono bene e cercano subito di chiudere il punto col dritto: non esistono più giocatori meramente difensivi. Questo devo fare anche io, e a tanto ambisco.” A tal proposito, buon gioco hanno fatto i risultati positivi ottenuti in doppio “Ho vinto due manifestazioni, la prima in Slovenia con il belga Cagnina e poi in Finlandia assieme a Federico Maccari. Vedo il doppio come un’estensione dell’allenamento, nel senso che mi permette di mettere in pratica tutti gli aspetti del mio gioco che penso di dover migliorare.” Aggiungo poi che fare qualche soldo in più col doppio quando si viaggia in Scandinavia, con tutte le spese annesse, male non fa. “Ah, beh anche quello, sicuramente. E poi vincere fa sempre bene”

Tornando a parlare del tour maggiore, è insita la curiosità di sapere se ha qualche modello nel circuito. “Io da quando seguo il tennis, ho un mito che è Roger Federer, ma l’elvetico rientra nella categoria dei giocatori inimitabili, sono unici, per cui non posso dire di ispirarmi a lui, semmai Nadal, che per quanto sia un altro tennista di caratura “divina”, ha un modo di giocare che più si avvicina al mio, essendo peraltro mancino come me.”

Saluto Pietro e lo ringrazio per la cordiale chiacchierata e per la sua disponibilità. Dalle sue parole si è evinta l’energia e la voglia di chi sa di valere più di quanto non dica attualmente il suo ranking: ora non resta che andare a conquistarsi quanto il campo ha già definito sia di sua competenza.

 

 

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